Cultura ed eventi

Carlotta Ikeda. Il femminile a Oriente Occidente.

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Ancora il Festival Oriente Occidente a portare movenze e sonorità dal lontano Oriente. Questa volta di scena è il Giappone delle antiche danze butoh, riattualizzate, ma non troppo, da Carlotta Ikeda nel suo UTT andato in scena il 10 settembre all’Auditorium Melotti di Rovereto.

Nella minimale scenografia in bianco e nero si muove una figura femminile che disegna un arco temporale, dalla nascita alla morte. Con movenze lente e intense conduce gli spettatori alla presenza della creatività e fertilità femminile. Dalla dea vestita di bianco che traccia il perimetro di un quadrato a piccoli passi – china in avanti, con le mani a mo’ di corna anch’esse guantate di bianco – e propizia l’evento della nascita, passando attraverso la regalità divina della maschera, fino alla spensieratezza dell’adolescenza e alla pienezza della maturità, dove il corpo diventa strumento di bellezza, di seduzione, la figura di donna resta sempre vitale, energica, affascinante, sensibile.

La musica che accompagna le tappe di questa esistenza è una presenza essenziale all’opera. Anche la sabbia finissima che cade dall’alto ai lati della scena e sopra la danzatrice è polvere luminosa di un raggio solare che segna l’eterno incedere del tempo e della grazia e che la donna sa accogliere.

L’assolo, estremamente spirituale e fisico, ha mostrato al pubblico quanto e come il corpo sia in grado di trasmettere pensieri e sentimenti anche con minimi movimenti, utilizzando mimica, lievi curve degli arti, ma anche l’immobilità, la resistenza, il silenzio.

Lo spettro degli stati d’animo si offre con misura, eleganza, senza gli eccessi di molta danza moderna e forse proprio questo ha lasciato il pubblico lievemente spaesato e stupito. O forse, va fatta un’ultima considerazione sulla location: situare una pièce siffatta all’auditorium Melotti – che costringe gran parte del pubblico alla distanza – penalizza moltissimo la fruizione di questo genere di spettacolo.

Forse gli organizzatori potevano mostrarsi più sensibili e attenti nella circostanza. 

 

Clara Lunardelli – Onda Musicale

— Onda Musicale

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