Si apre la stagione in abbonamento del Teatro di Meano con la commedia familiare Tropicana, la nuova produzione del Teatro della Tosse di Genova all’interno di “CRISI, laboratorio di drammaturgia permanente” condotto da Fausto Paravidino al Teatro Valle Occupato di Roma. Sabato 29 ottobre ore 20.45.
Tropicana è una commedia, una storia familiare vista attraverso gli occhi di una ragazza alla quale mancano figure di riferimento credibili, un testo che parla ai giovani e agli adulti, senza retorica. Mauro se ne va di casa, pronto a costruire una nuova famiglia. Lucia inizia a soffrire di attacchi di panico e si appoggia alla figlia Nina, adolescente. Nina cerca di tenere la situazione sotto controllo, ma il peso dell’assenza del padre si fa sempre più forte.
Quando la fuga di Nina da quella situazione senza futuro sembra inevitabile, lo spettacolo propone un’altra sorprendente possibilità che gli adulti sembrano incapaci di percorrere: affrontare il problema e faticosamente rimettere insieme i pezzi.
Perché vederlo?
Uno spettacolo che dà fiducia alle giovani generazioni e mostra un approccio rivoluzionario ai conflitti familiari. È emozionante, ironico e disarmante e mette giovani e adulti di fronte al punto di vista dell’altro. Un antidoto alla diffidenza intergenerazionale al quale non si può restare indifferenti.
«La materia “rapporti familiari” riguarda tutti, ma ciò che trovo singolare nel testo di Irene Lamponi è la capacità di rendere comicamente i momenti tragici, di dare universalità alla vita che si svolge tra le pareti domestiche. Davanti a questi personaggi ci chiediamo continuamente perché. Perché queste persone stanno insieme? … È ciò che il buon teatro deve fare secondo me: rendere naturale il porsi domande scomode, e poi vedere un riflesso di sé stessi in tutti i personaggi rappresentati.» Andrea Collavino, regista di Tropicana
Tropicana fa parte di un nuovo movimento di drammaturgia contemporanea italiana. Il testo nasce all’interno di CRISI, un laboratorio di drammaturgia permanente condotto da Fausto Paravidino, al Teatro Valle Occupato di Roma.
Diego Curcio ha scritto dello spettacolo su www.genovaquotidiana.com:
«Che bomba che è “Tropicana”, il nuovo spettacolo scritto e interpretato da Irene Lamponi, che ha debuttato ieri sera in prima nazionale al Teatro della Tosse. Poco più di un’ora di lacrime, sorrisi, imprecazioni, baci, risate (spesso anche a crepapelle) e musica bellissima. Un collage d’emozioni, appiccicato sopra un ottovolante, che mescola cuori spezzati e palpitazioni, abbandoni e ritorni, poesia e bestemmie. La storia è quella di una famiglia normale, anzi normalissima: composta da una madre sull’orlo di una crisi di nervi (Lucia) e da una figlia (Nina), appena abbandonate “dall’uomo di casa” (il padre e il marito delle due). Un’assenza che si fa sentire per tutto quanto lo spettacolo e che fa da contraltare alle visite pressoché costanti del fidanzato di Nina, Leo e della burbera amica del cuore di Lucia, Meda. Il tutto infilato dentro una scenografia essenziale e molto colorata, una manciata di canzoni degli Smiths, di Lou Reed e dei Tre Allegri Ragazzi Morti e una sfilza di dialoghi perfetti e scritti benissimo dalla giovane autrice.
Lo spettacolo (prodotto dalla Tosse) è uno dei frutti del laboratorio “Crisi” condotto da Fausto Paravidino al Teatro Valle Occupato e può contare sull’ottima regia di Andrea Collavino, capace di costruire su una scena “povera” (ma di impatto) deliziosi quadretti di vita familiare destrutturata. Anche gli attori sono una vera forza della natura: Lamponi nel ruolo di Nina, ragazza confusa, felice, fragile e angosciata, passa nel giro di pochi istanti da entusiastiche dichiarazioni d’amore a urla d’odio e crisi di pianto; Marco Rizzo è perfetto nei panni del fidanzato Leo, una parte costruita su piccoli gesti e sorrisi dolci, recitata con estrema naturalezza. Elena Callegari invece è una Lucia frastornata e squinternata, sospesa fra l’assunzione di Fiori di Bach, la riscoperta della fede (anche se attraverso la televisione) e la speranza vana che prima o poi il marito torni a casa. La caustica e cinica Meda, infine, nel corpo e nella voce di Cristina Cavalli è la coscienza critica e fuori controllo dello spettacolo, un grillo parlante un po’sboccato, che azzecca tutti i tempi comici e, come un basso pulsante, tiene in piedi il ritmo dello spettacolo. Sembra quasi che Lamponi e il regista Collavino abbiano costruito esattamente su di lei il personaggio.
Insomma tutto funziona a dovere, ci si diverte e ci si dispera, il feeling col pubblico si instaura sin da subito grazie a un inizio scoppiettante, che accompagna gli spettatori – anche attraverso qualche trovata geniale – alla parte più drammatica e dolorosa dello spettacolo. Qua e là si intravede qualche piccola citazione: quando parte “Perfect day” di Lou Reed e Meda viene vestita di sciarpa e cappotto per poi essere portata via su un carrello a due ruote, per esempio, sembra quasi di assistere a una parodia della scena di “Trainspotting” con la stessa canzone in sottofondo. E se “Tropicana” a volte ammicca (nel senso migliore del termine) al pubblico regalando battute divertenti e da antologia, qualche volta (come nel caso di alcune bestemmie pronunciate da Meda) prova a camminare sul lato selvaggio del palcoscenico, rischiando di beccarsi qualche critica da parte degli spettatori più sensibili.
Ma il fatto è che questo spettacolo, disperato e divertente, ha molte più cose in comune – di quanto possa apparire a un primo sguardo – con la canzone da cui prende il titolo, “Tropicana”: un brano che su tiepidi ritmi calypso e melodie da musica da spiaggia parla, con candore e ironia, di scenari apocalittici e post-nucleari, abbronzature atomiche e uragani. Il tutto mentre in tv continuano a scorrere i jingle pubblicitari; quasi fossimo assuefatti dalla normalità della tragedia e del dolore».
di Irene Lamponi
con Elena Callegari, Cristina Cavalli, Irene Lamponi e Marco Rizzo
regia di Andrea Collavino
scene Ruben Esposito
costumi Daniela De Blasio
luci Andrea Torazza
elettricista Davide Bellavia
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
creazione drammaturgica realizzata con il sostegno di “CRISI – Teatro Valle Occupato”
Teatro di Meano
Sabato 29 ottobre 2016 ore 20.45
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