Per chi sia appassionato o abbia qualche nozione di Street Art, negli ultimi mesi non può non aver sentito parlare o visto immagini del Draw The Line.
Per chi invece si trovasse ad ascoltare per la prima volta questo nome, si tratta di un importante festival di Street Art che si svolge a Campobasso e che con il 2016 è giunto alla sua quarta edizione, iniziata ad Agosto e conclusasi, dopo più di un mese di attività, ad Ottobre. Quest’anno gli ospiti del capoluogo molisano sono stati nomi di street artist e writers tra i più grandi della scena internazionale, ovvero Zed1, Dado, Peeta, i quali si sono occupati delle superfici del quartiere popolare di San Giovanni. Altri nomi che hanno lavorato al di fuori del quartiere: Mr. Wany, Icks, Bomb, Luispak, Trip, Emeid, Keno, Norh, Onem, 2Neko, Zofa, Dasw, Smake, Mr. Blob, Zhanco, Daen2 e molti altri.
Nonostante il Draw the Line si sia ormai concluso da qualche mese, i suoi effetti sono sotto gli occhi della popolazione campobassana ogni giorno ed è stato organizzato un evento durante le vacanze natalizie, appositamente per ricordare l’importanza e la genuinità di festival culturali come questo. L’Associazione Malatesta ha infatti programmato una serata il 29 dicembre (evento facebook) per festeggiare non solo la fine dell’anno, ma anche quella del festival. Durante la serata sarà offerto un aperitivo, verrà proiettato il video ufficiale riguardante le ultime due edizioni del festival e saranno ritirate le ricompense da parte dei tanti sostenitori della raccolta fondi (vedi Eppela), promossa quest’estate per finanziare il materiale necessario agli artisti.
Inoltre, durante la serata di questo giovedì verranno consegnate le magliette limited edition realizzate da alcuni artisti partecipanti al Draw The Line (Dado, Korvo, Etnik, Mr. Thoms, Zed1), e verrà svolto un live painting accompagnato da dj set fino alle 22.30. Quale occasione migliore per conoscere questo coloratissimo festival?
Se non vi doveste trovare nei paraggi -Campobasso non è effettivamente a portata di tutti – ecco una breve storia che racconta la nascita del festival e quali sono i suoi principali obiettivi e finalità. La prima edizione ufficiale del Draw the Line si è tenuta nel 2011, anche se nel sottobosco della Street Art campobassana alcune cose iniziavano già a muoversi a partire dal 1999, con la prima concessione del comune data agli street artists, affinché potessero dipingere i muri dell’ex stadio Romagnoli.
Si concretizzò ancora di più il tutto quando nel 2004 si diede vita all’Associazione Malatesta, nata sotto la guida di Stefano Roccia, (noto come Sopa nell’ambiente e purtroppo prematuramente scomparso), appositamente per dare spazio al recupero di aree degradate della città attraverso l’arte e soprattutto per far sì che questa riqualificazione avvenisse in modo del tutto legalizzato.
In Italia quello di “street” è talvolta un concetto di arte non ancora ben chiaro ai più. Ho avuto la fortuna in questi ultimi anni di frequentare molti giovani talenti dei quali dire che “dipingono sui muri” sarebbe riduttivo. Questi artisti sono letteralmente in grado di comunicare con i muri su cui lavorano, li fanno propri, estrapolano da questi le emozioni delle persone che passano ogni giorno lì davanti, e mescolando il tutto con le loro geniali idee ed i propri attacchi d’arte creano dei veri e propri capolavori.
Ci sono parti del mondo dove la Street Art ed i murales vengono considerati come beni culturali sottoposti a tutela, e perciò vengono protetti e restaurati. In Italia la Street Art sta prendendo sempre più piede ed è frequente nelle città vedere persone armate di bombolette creare vere e proprie meraviglie. Nonostante ciò, è silenziosamente ma realmente evidente come non venga ancora del tutto riconosciuta a tutti gli effetti come una forma d’arte.
Ecco perché dare vita ad attività e festival come il Draw the Line crea sempre più consensi verso quest’arte, che si propone di dare nuova vita ad edifici abbandonati, colorando i muri ingrigiti di zone e periferie lasciate a morire.
Nonostante i successi ottenuti dalle edizioni precedenti ed i sorrisi conquistati tra la gente, in Italia c’è ancora molto lavoro da fare. C’è ancora troppa gente che guarda con sospetto a queste forme di arte, che si ferma e chiede “ma siete autorizzati a farlo?”. La risposta è “Sì”. Finalmente gruppi autorizzati e completamente autofinanziati come quello dell’Associazione Malatesta, si impegnano per dare spazio a queste esplosioni d’arte.
E così nel periodo del festival la città di Campobasso si trasforma ogni anno in un cantiere a cielo aperto, ed un fermento di geni della bomboletta mettono in mostra il proprio talento, venendo messi alla prova su dimensioni considerevoli, come le facciate di edifici di più di venti metri.
Portare l’arte nei quartieri più degradati ed educare non solo i giovani ma l’intera la popolazione al “bello”, fa assolutamente parte dell’aspetto sociale del festival e anche della Street Art in generale.
Un consiglio per l’anno nuovo: lasciamo a casa l’aria sospettosa e facciamoci tutti avvolgere dalla bellezza dei muri rinnovati che gli street artists ci regalano!
Martina Bastianelli – Onda Musicale
{loadposition testSignature}