La notizia della morte di Chester Bennington è arrivata come un fulmine a ciel sereno poco prima di cena di una calda sera di mezza estate. (Leggi l’articolo)
Bennington (leggi l’articolo) era da molto tempo in lotta contro droghe e alcool e soffriva anche di depressione. Era anche molto amico di Chris Cornell, il cantante dei Soundgarden che si è tolto la vita a maggio impiccandosi e che proprio ieri (20 luglio) avrebbe festeggiato il 53mo compleanno. (leggi l’articolo)
Il suo corpo è stato scoperto un uomo addetto alla sicurezza, tale Martin Kirsten, il quale lo stava cercando dopo che la moglie aveva tentato invano di rintracciarlo al telefono. Chester si trovava in casa da solo, a Palos Verdes in California, in quanto il resto della famiglia era fuori città.
Ed è stato proprio la morte di Cornell a sconvolgere Chester in modo così repentino. Infatti, solo pochi giorni dopo la scomparsa (per suicidio) dell’amico, aveva detto: “Non posso immaginare un mondo senza di lui”, aveva detto. Proprio la moglie di Cornell, Vicky, è stata una delle prime a commentare la sua morte: “Proprio quando pensavo che il mio cuore non potesse spaccarsi di nuovo. Ti voglio bene”.
E la grandissima amicizia fra i due è stata confermata anche dal modo molto “toccante” con cui Chester ha cantato Hallelujah di Leonrad Cohen al funerale di Cornell.
Sui social network aveva voluto mandare ancora un messaggio a sugellare la grande amicizia che legava i due musicisti, che avevano 10 anni di differenza di età: “Mi hai ispirato in modi che non puoi immaginare. Il tuo talento era puro e senza rivali. Non posso immaginare un mondo senza di te. Prego affinché tu possa trovare pace nella prossima vita”.
Inutile specificare il grande dolore che ha colpito anche i Linkin Park: “Siamo sotto shock” ha detto Mike Shinoda, ex rapper e chitarrista e fondatore nel 1996 della band che in 20 anni di attività ha venduto oltre 60 milioni di dischi, imponendosi fra gli inventori del nu metal.