Pattie Boyd, all’anagrafe Patricia Anne Boyd nata a Taunton il 17 marzo del 1944, è un nome abbastanza conosciuto tra i fan del rock classico visto che è stata la moglie di George Harrison e di Eric Clapton nonché ispirazione per molti dei loro successi come Something e Wonderful Tonight .
È proprio durante l’apice della carriera dei Beatles che i due si conoscono, sul set del film “A Hard Day’s Night”, e dopo poco tempo si sposano ufficialmente. Dopo qualche anno le tensioni a causa di infedeltà, alcol e droghe si fanno sentire e, come ciliegina sulla torta, Clapton perde letteralmente la testa per la giovane Pattie continuando ad andare a trovare i coniugi Harrison a casa.
Nonostante tutto Pattie (oggi è sposata con Rod Weston) ricorda ancora con affetto i tempi al fianco diHarrisoned ha colto l’occasione giusta per parlarne, il nuovo documentario su Mr. Slowhand ovvero “Eric Clapton: Life in 12 Bars”.
In un’intervista sul Times Pattie Boyd ha dichiarato “penso a George. Era molto amorevole. Anche dopo che ci siamo separati è sempre stato mio amico, parlavamo ancora al telefono, e mi venne a trovare prima di morire. Se tu ami qualcuno lo fai ed io credo che lui mi abbia sempre amata”.
Parlando di Clapton, però, la reazione è decisamente meno affettuosa. “Eric ama sé stesso. Non credo che ci sia molto spazio per me. Eric mi veniva dietro ed io ero così indecisa se lasciare o meno George poi Eric è affondato in questo casino con l’eroina. Ha giurato che l’avrebbe fatto se lo avessi respinto. È stato solo dopo questo che ci siamo messi assieme e, forse, era un ritardo di quattro anni”.
Parlando del documentario ha poi aggiunto “è un ritratto brutalmente onesto di chi soffre. Penso che sia stato coraggioso a farlo. Mi ha mostrato quanti fossero i problemi di Eric che derivavano dalla sua infanziae da quanto fosse crudele sua madre”.