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Crack Gibson: è guerra per la successione societaria

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Solo qualche giorno fa abbiamo scritto sulle pagine di questo giornale della crisi societara che sta gravando aullo storico marchio Gibson e che rischia di procurarne il tracollo definitivo. (leggi l’articolo)

Tuttavia, sembra aprirsi uno spiraglio nella vertenza. La società ha infatti rilasciato una nota, dove si afferma che “sono stati soddisfatti tutti gli obblighi attuali verso gli obbligazionisti” e che si sta lavorando con una banca di investimenti per trovare una linea di credito alternativa per risolvere gli attuali problemi di mancanza di liquidità.

Lo stesso Henry Juszkiewicz, Amministratore Delegato di Gibson, sostiene nella dichiarazione che sia il core business (produzione di strumenti a corda, chitarre e bassi in primis), sia gli altri marchi in possesso della società sono “redditizi”, anche se “al di sotto del livello di successo di diversi anni fa“.

Per risolvere la crisi, Henry Juszkiewicz sostiene di “aver monetizzato attività come titoli azionari, proprietà immobiliari e segmenti di business che non hanno raggiunto il livello di successo che ci aspettavamo. Con la monetizzazione di queste attività, generiamo fondi per contribuire ai segmenti di business che stanno prosperando – prosegue Juszkiewicz – con il rifinanziamento e il miglioramento delle prestazioni operative, derivanti dalle azioni che stiamo mettendo in atto, ci aspettiamo che l’azienda sia pronta per il successo e la crescita per gli anni a venire“.

Ricordiamo che il brand Gibson è infatti proprietario di diversi marchi, sia nel campo degli strumenti musicali (Epiphone, Dobro, Valley Arts, Kramer, Steinberger, Tobias, Slingerland, Maestro, Hamilton, Chickering, Wurlitzer e Baldwin, da poco venduta), sia nel campo dell’elettronica audio: Krk Systems, Tascam, Cakewalk, Cerwin-Vega!, Stanton, Onkyo, Integra, Teac, Tascam Professional Software ed Esoteric.

Sembra però che i creditori vogliano scalzare Juszkiewicz e rilevare direttamente loro la società. Tuttavia, la dirigenza Gibson non ha fornito dettagli su quali segmenti dell’attività dell’azienda intende ridimensionare. E la dichiarazione dell’azienda per voce del suo attuale Amministratore Delegato potrebbe essere un’autodifesa messa in campo da Henry Juszkiewicz stesso per tentare di rimanere in sella.

Infatti, secondo una fonte di agenzia, il gruppo di obbligazionisti creditori di Gibson, consigliato dalla banca d’affarti Pjt Partners Inc., sta spingendo per una ristrutturazione e un drastico cambio del consiglio di amministrazione, in vista dell’acquisto della società. I creditori sarebbero infatti riluttanti ad investire più fondi nell’azienda mentre Juszkiewicz è ancora in carica, e intenderebbero subentrare all’attuale board concedendo a Juszkiewicz solo il mantenimento di una piccola quota di rappresentanza.

Ma, sempre secondo la fonte anonima riportata dall’agenzia di stampa, Juszkiewicz, che è in Gibson da 32 anni, non avrebbe alcuna intenzione di abbandonare il controllo dell’azienda. In precedenza, Juszkiewicz aveva detto di essere impegnato nella risoluzione della crisi aziendale anche grazie all’intervento della banca d’investimenti Jefferies Group Llc. Secondo Juszkiewicz, alcuni degli obbligazionisti creditori “non cercano assolutamente di essere rimborsati, ma hanno altre intenzioni che non sono assolutamente le mie”. Il riferimento al tentativo di disarcionare lo stesso attuale CEO e di appropriarsi della società è palese.

Juszkiewicz, ora 64enne, comprò la Gibson da Norlin Corp. nel 1986 con due dei suoi ex compagni di classe della Harvard Business School. Secondo la sua biografia pubblicata sul sito dell’azienda, si è pagato gli studi suonando la chitarra -ovviamente un Gibson- in varie rock band.

(fonte: www.ilsole24ore.com – link)

 

 

 

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Tags: Gibson
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