Roger Daltrey, storica voce dei britannici Who, ha finalmente terminato la sua autobiografia, “Thanks a Lot Mr. Kibblewhite”, contenente molti aneddoti ed episodi legati anche ai nomi di Keith Moon, John Entwistle e Pete Townshend.
Daltrey ha infatti ricordato come, durante le preparazioni del tour di “Quadrophenia”, abbia pensato di aver ucciso Townshend a causa delle tensioni interne per l’omonimo film le cui riprese stavano richiedendo più tempo del previsto.
“Pete, caricatosi con una bottiglia di brandy, è partito come un petardo. Era davanti alla mia faccia che mi stuzzicava. ‘Farai quello che ti è stato detto’ mi disse con scherno. Questo non è il modo di parlare con me, ma comunque ho indietreggiato. I roadie sapevano che cosa ero capace di fare e quindi mi trattennero. ‘Lasciatelo andare!’ urlò Pete ‘ucciderò quel piccolo stronzo’. Mi lasciarono andare”ha scritto Daltrey.
“Un’altra volta mi ha tirato una chitarra Les Paul di 24 libbre. Mi è fischiata accanto all’orecchio ed è passata vicina alla spalla portando, quasi, gli Who ad una fine abbastanza prematura. Non mi ero ancora vendicato, ma stavo cominciando a sentirmi scocciato. Mi ha chiamato piccolo stronzo dopotutto. Dopo un altro gancio sinistro opportunamente schivato
ho risposto con un uppercut alla mascella . Pete è andato indietro come se fosse stato colpito da un’ascia. Poi è caduto a terra spaccandosi la testa sul palco” ha proseguito il cantante.Quello fu il momento in cui il capo della loro nuova casa discografica negli Stati Uniti fece la sua comparsa in studio e “la prima occhiata alla sua nuova grande firma è stata vedere il cantante che ha messo fuori gioco il chitarrista. ‘Mio Dio’ disse il manager inorridito ‘è sempre così?’. ‘No’ rispose Keith ‘oggi è uno dei loro giorni migliori'”.
Daltrey ha poi accompagnato Townshend all’ospedale in ambulanza sentendosi “tormentato dal senso di colpa. Sono stato io ad essere attaccato, ma in qualche modo ho finito per sentirmi responsabile” ha dichiarato il frontman.
Nonostante tutto il chitarrista guarì, come previsto dai dottori, e la coppia di artisti fece pace, ma “per il resto della mia vita dovrò sentire lui incolparmi per il punto calvo in cima alla sua testa“ ha concluso Daltrey.
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