Avevano Eric Clapton, avevano Jeff Beck ed avevano anche Jimmy Page. Negli ultimi anni ’60 nessun’altra band poteva avvicinarsi a loro. E poi, senza gli Yardbirds, non ci sarebbero stati i Led Zeppelin.
È la sera di sabato 30 marzo 1968 a New York e l’estate è sempre più vicina. Cinque giorni dopo il leader per i diritti civili Martin Luther King verrà assassinato a Memphis e due mesi dopo una sorte simile toccherà a Robert Kennedy. Inoltre, verso la fine dell’anno, Richard Nixon verrà eletto trentasettesimo presidente degli Stati Uniti.
Intanto, dall’Inghilterra, era appena arrivato il nuovissimo singolo di successo dei Beatles dal titolo “Hey Jude”, ma è il pezzo sul lato B, “Revolution”, a catturare le generazioni di hippie dai capelli lunghi che stavano fuori dall’Anderson Theatre sulla 66 Second Avenue per vedere gli Yardbirds, il gruppo con più groove di tutto il Regno Unito.
Ma forse è meglio dire, ciò che ne rimaneva. Era l’ottavo tour americano in quattro anni e Jimmy Page (chitarra) e Chris Dreja (basso) non sapevano che sarebbe stato l’ultimo per il gruppo inglese.
Avevamo perso l’entusiasmo – ricorda il batterista e co-fondatore Jim McCarty – non avevamo energia. Se ci fossimo presi una lunga pausa, seduti, riposati e preso del tempo per pensare a nuove canzoni sarebbe stata una bella idea. Ma tutto era basato sul lavorare e suonare ogni sera. Pensavano che se ci fossimo presi sei mesi nessuno ci avrebbe riconosciuti”.
Tuttavia sembrò un momento strano per fermare quella che era una delle band più fantasiose, famose ed influenti band degli anni ’60. Il mondo avrebbe potuto anche andare all’inferno, ovviamente nel delta del fiume Mekong in Vietnam, ma il rock si stava comunque avvicinando rapidamente alla sua apoteosi.
Quando i fan non erano a bordo di un “Magical Mystery Tour” alla ricerca di una certa “Mrs Robinson”, stavano viaggiando in una “White Room” per ascoltare Janis Joplin gridare un altro “Piece Of My Heart” oppure fuori, con occhi spalancati, a dire alle passanti “Hello, I Love You” mentre due “Easy Rider” si stavano avvicinando.
Gli Yardbirds erano famosi per successi psichedelici come “For Your Love, Shapes Of Things“ e “Over, Upwards, Sideways, Down“ e, proprio per questo, erano adorati da personaggi come David Bowie, Rod Stewart, Steven Tyler, Alice Cooper, Lemmy Kilmister, Gary Moore ed Alex Lifeson.