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Will Hunt: il batterista degli Evanescence si racconta al nostro giornale

William Martin Hunt, meglio conosciuto come Will Hunt, è un batterista americano che dal 2007 suona con la gothic rock band degli Evanescence.

La band prende il nome da “evanescenza“, cioè dal modo di svanire e la loro musica è caratterizzata da un mix di alternative rock, metal, gothic e sopratutto nu metal. La band fonde anche tratti sinfonici ed elettronici.

Fondati nel 1989 dalla cantante Amy Lee e dal chitarrista Ben Moodey, gli Evanescence hanno al loro attivo 4 dischi e numerosi riconoscimenti internazionali. Il batterista Will Hunt entra nella formazione nel 2007 e alla fine di aprile di quest’ano inizierà un suo tour italiano. (leggi l’articolo).

Nato in Florida il 5 settembre 1971, Will Hunt è una miscela di energia e carisma che trascina e affascina. Ha suonato live e in studio con molte band internazionali, soprattutto nella scena rock/nu metal, e attualmente con gli Evanescence. Ha collaborato, tra gli altri, con Zakk Wylde, Black Label Society, dopo aver suonato con Static-X, Mötley Crüe, di recente con Vasco Rossi, fino al suo ultimo progetto White Noise Owl, una band formata da componenti di gruppi culto della scena alternative rock americana come Black Label Society, Lo-Pro e Snot. 

Lo abbiamo contattato e gli abbiamo rivolto alcune domande.   

 

Nella tua carriera hai suonato con tanti grandi musicisti compresi gli Evanescence nei quali sei entrato in sostituzione di Rocky Gray. Ricordi come è nata questa opportunità?

“Ho iniziato con gli Evanescence per il tour del 2007. A quel tempo suonavo nei Dark New Day, di cui faceva parte anche Troy. Sono rimasto con loro per il tour (dell’album The Open Door), che si è concluso nel dicembre di quell’anno. Nel frattempo continuavo a suonare nei Dark New Day. Poi nel 2010, mi sono riunito definitivamente alla band, quando iniziavamo la pre-produzione del terzo album e, l’anno dopo, siamo partiti per un lungo tour.  E’ stata una grande occasione, e sono felice di far parte degli Evanescence, perché mi diverto tantissimo e con loro ho avuto l’opportunità di suonare in tutto il mondo, anche su grandi palchi.”

 

Quali sono i musicisti che ti hanno maggiormente influenzato nel tuo percorso di crescita professionale?

“Sono tanti i musicisti che mi hanno ispirato ed influenzato, difficile nominarli tutti perché ognuno ti lascia qualcosa. Ma posso citare  i Kiss, John Bonham, Tommy Lee, Stewart Copeland, Phil Collins, Alex Van Halen, Terry Bozzio. Comunque ho sempre ascoltato musica di tutti i generi, da ragazzino ho iniziato con i Kiss e i Police, una band innovativa per quell’epoca, e poi anche gli AC/DC.

 

Ricordi quando e come hai deciso di iniziare a suonare la batteria?

“Si, ricordo quel momento perché da ragazzino mi è capitato di vedere i Kiss, e sono rimasto strabiliato dallo spettacolo che faceva Peter Criss, il batterista. Quello è stato l’attimo in cui ho capito che era quello che volevo fare da grande! Così ho iniziato a studiare e a provare tanto, per testare i vari stili musicali e capire quale fosse il mio. Ma anche per imparare a stare sul palco… perché per me è importante suonare bene ma anche fare spettacolo! E questo è diventato poi un lavoro!”

 

Dal 2014 sei il batterista di Vasco Rossi. Come è nata questa opportunità e cosa ne pensi dl rock di Vasco?

“Mi aveva contattato un amico comune per farmi la proposta. Al momento non sapevo chi fosse Vasco Rossi però ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che il suo sound mi piaceva, così ho accettato senza pensarci. Tuttora ringrazio anche il caro Guido Elmi, che mi aveva visto suonare con i Black Label Society, per avermi voluto. Comunque, anche se non parlavo italiano, grazie al mio amico Stef Burns che mi ha aiutato con le traduzioni, non ho avuto nessun problema ad inserirmi. Anche se non capivo nulla di cosa dicessero le canzoni, io credo che la musica vada al di là della lingua. Mi sono divertito molto ed è stato davvero incredibile vedere tutta quella folla negli stadi unita dalla musica di Vasco. I suoi fan sono incredibili!”

 

Puoi descrivere il tuo equipaggiamento live e quello che usi in studio?

“La batteria è una Pearl. Solitamente uso cassa 22”x18”,  rullante 6,5”x14”, tom da 12”x9” e timpani da 16”x16” e 18”x16”. Sono un endorser Pearl da alcuni anni, precisamente dal tour con i Black Label Society. In alcune occasioni, per esempio con Vasco Rossi, ho usato la doppia cassa.  Le pelli sono Remo. E quanti più piatti si possono mettere! A me piacciono molto! Solitamente lo standard è: 1 ride, 4 crash e 1 splash. Dipende anche dalla situazione e con quali artisti lavoro.  Uso piatti Zildjian, da quando ho cominciato a suonare: sono piatti fantastici. (14” Hit-Hat – 18” Medium Crash – 18” Rock Crash – 19” Medium Crash – 19” Thrash Ride – 21” Mega Bell Ride – 18” China – 12” Splash) Uso Bacchette Vater, Will Hunt Signature. Inoltre, uso un Trigger della Roland perché mi da la possibilità di variare i suoni per adattarli ad ogni tipo di artista con cui suono. Roland Trigger PadPD-8 Pad FD-8 Pedal.

 

Ad inizio del 2018  hai fatto un tour italiano nei club e nei teatri. Che tipo di esperienza è stata per te che sei abituato a suonare negli stadi?

“E’ stato un tour bellissimo, tutti i locali erano strapieni! E’ vero, è una dimensione diversa, ma sicuramente altrettanto bella. L’energia che ti arriva negli stadi è incredibile, ma quando suoni in dimensioni più raccolte è fantastico sentire le emozioni della gente, così vicina.”

 

Che progetti hai per il futuro?

“Ho diversi progetti in programma in futuro, tra questi farò qualcosa anche con il mio amico Stef Burns, ma non posso anticiparvi nulla, è ancora troppo presto. Ma sono sicuro che ci sarà da divertirsi!”

 

Stefano Leto – Onda Musicale

 

— Onda Musicale

Tags: Stewart Copeland, Tommy Lee, Will Hunt, Amy Lee, Alex Van Halen, Black Label Society, Peter Criss, Nu metal, Stef burns, Zakk Wylde, Motley Crue, John Bonham, Phil Collins, Metal, Evanescence, Kiss, Vasco Rossi, AC/DC
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