Facciamo un salto indietro nel tempo di 50 quando, un giovane ed ispirato Jimmy Page, decide di prendere il mano il pennello per decorare la sua Fender Telecaster del ’59 in maniera psichedelica.
Chiamò quindi la sua chitarra “Excalibur” come la spada di Re Artù. Nel ’68 questa sei corde fu la sua compagna più fidata durante il periodo con gli Yardbirds, ma soprattutto con i Led Zeppelin.
Naturalmente una chitarra da sola non basta, occorrono anche gli altri componenti e soprattutto un cantante. La risposta a questo “problema” fu Robert Plant!
Page, dopo averlo invitato a casa sua, gli fece ascoltare alcuni dischi per poi parlare di musica e di ispirazione per il sound della band. Il chitarrista si basò infatti fece sentire al cantante alcuni brani di Joan Baez, tra questi vi era anche la mitica “Babe I’m Gonna Leave You” comparsa nel primo album omonimo della band inglese (leggi qui l’articolo).
“A quel punto la mia vita si stava muovendo così velocemente” ha ricordato il chitarrista al giorno d’oggi riflettendo sul cinquantesimo anniversario della fondazione dei Led Zeppelin in un’intervista presso la fabbrica delle Fender in California. “Assolutamente come un giro sulle montagne russe“.
Page ha poi dichiarato che aveva già il sound, e le prime canzoni, dei Led Zeppelin praticamente già in testa prima ancora che terminasse il volo con gli Yardbirds (leggi qui). “Sapevo solo dove andare, era il mio istinto”.
Sempre a proposito della mitica band inglese, il libro fotografico di 400 pagine intitolato semplicemente “Led Zeppelin by Led Zeppelin”, saprà offrire una panoramica non indifferenti con tantissimi scatti di momenti live e dietro le quinte.
Page, assieme a Robert Plant e John Paul Jones, hanno quindi omaggiato la memoria della band e del compianto John Bonham con quest’opera. Naturalmente i fan sperano in una reunion, ma questa è un’altra storia.