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Ozzy Osbourne: quando Mr. Crowley visse in Italia

Ricordate Mr. Crowley, il celebre brano di Ozzy Osbourne del 1980, dalle atmosfere molto cupe e coronato da uno splendido assolo di Randy Rhoads? Se non ve lo ricordate, potete riascoltarlo su Spotify a questo link.

Il Mr. Crowley della canzone altri non è che Aleister Crowley, al secolo Edward Alexander Crowley, occultista, esoterista, ma anche scrittore e addirittura alpinista (tentò di scalare il K2, ma si fermò a 6700 metri). Un eclettico, insomma, la cui figura, oltre Ozzy, suggestionò David Bowie, che lo citò in un suo album del 1971,Hunky Dory, e i Beatles, che lo inserirono nella copertina di Sgt. Peppers Lonely Heart Club Band.

Quello che forse non sapete è che Crowley trascorse un periodo in Italia, precisamente a Cefalù, in provincia di Palermo, dove arrivò nel marzo del 1920, prendendo in affitto una villa a pochi metri dal mare, in contrada Santa Barbara.

In quel luogo Crowley fondò l’Abbazia di Thélema, una comunità dedita all’esoterismo, in cui assieme ai suoi adepti praticava riti magico-erotici, alla cui base stava la libertà sessuale.

La regola di base della comunità era riportata sugli stipiti della porta di accesso all’Abbazia: “Fai ciò che vuoi sarà tutta la tua legge”. Tutto lecito, quindi? Non proprio. Nella comunità era in vigore una ferrea disciplina: chi sgarrava era soggetto alle punizioni comminate dallo stesso Crowley. In base alla colpa commessa, il trasgressore poteva essere costretto all’isolamento forzato sotto il sole in spiaggia, o legati a spuntoni di roccia di fronte al mare.

Gli adepti dovevano seguire una sorta di dress-code per le capigliature: le donne le tingevano di rosso, gli uomini si rasavano completamente la testa lasciando un corno di capelli eretto in mezzo alla fronte.

Lo stesso Crowley girava per Cefalù con un look decisamente bizzarro ed egocentrico: di corporatura alta e robusta, oltre al corno di capelli, era solito girare per Cefalù in carrozza, indossando un mantello e tenendo in mano un bastone sormontato da un anello raffigurante un serpente. Gli abitanti del paese gli affibbiarono il soprannome di “Mormone”, perché aveva più amanti contemporaneamente, così come era consuetudine all’interno dell’Abbazia.

La notizia della fondazione di Thélema si diffuse all’interno del mondo esoterico e grazie all’attività promozionale di Crowley nuovi adepti si unirono alla comunità, desiderosi di apprendere le arti magiche del Maestro.

La convivenza tra la setta e la popolazione locale risultò, in un primo momento, abbastanza tranquilla: la presenza di Thélema e dei suoi undici abitanti, fu una fonte di reddito per Cefalù, dato che c’era bisogno di cibo e servizi.

Molte persone del luogo si avvicinarono così all’Abbazia, venendo a conoscenza di quanto vi accadeva dentro. La curiosità attorno all’Abbazia crebbe e diventò morbosa: voci, talvolta gonfiate, sui rituali che vi si tenevano iniziarono a girare per il paese. Si parlò di riti magici, in cui Crowley e i suoi adepti praticavano libertà sessuale e qualche sacrificio animale; successivamente arrivarono accuse più gravi, relative a sacrifici umani e magia nera. Ciò accadde quando sparì un bambino della comunità: Crowley e i suoi seguaci vennero accusati di averlo ucciso per un rituale, ma i fatti raccontarono una verità differente. Il bambino morì per un incidente, annegando mentre faceva il bagno in mare, e venne seppellito di nascosto per evitare le chiacchiere di paese.

Ma i problemi non finirono lì. Nel novembre del 1922 una coppia londinese, Raoul Loveday e Betty May, giunsero a Cefalù per unirsi alla comunità. Loveday, al suo arrivo, già versava in precarie condizioni di salute, ma era entusiasta della vita nella comunità tanto da accettarne con gioia le regole e perfino le punizioni. Di tutt’altra opinione era invece Betty May, che non sopportava lo sguardo inquietante di Crowley, con cui entrò ben presto in conflitto.

Accadde che Loveday morì nel febbraio del 1923, a soli quattro mesi dal suo arrivo: May prese la palla al balzo e lanciò una campagna di stampa denigratoria ai danni di Crowley, accusandolo di aver provocato, durante una cerimonia, la morte del marito Raoul. Anche in questo caso si dimostrò che le accuse erano infondate: la relazione medica dichiarò che Loveday morì per una dissenteria, e non per le conseguenze di un rituale, e May dovette necessariamente ritrattare le accuse.

Da quel momento i movimenti di Crowley e dei suoi adepti furono messi sotto controllo dalle forze dell’ordine: il 13 aprile 1923 arrivò un decreto di espulsione dal suolo italico ufficialmente per attività antifasciste. L’ordine fu emesso per espressa volontà di Benito Mussolini, che non vedeva di buon occhio le attività dell’Abbazia, giudicate oscene e disturbanti per la quiete pubblica.

Così Crowley abbandonò Cefalù in fretta e furia in quell’aprile del 1923, facendo ritorno in Inghilterra, dove trascorse il resto della sua vita, e dove morì nel 1947.

L’Abbazia di Thélema riceve ancora la rara visita di qualche curioso interessato allo stato in cui si trova la casa. Chi vi scrive è andato sul luogo, a scattare la fotografia qui sopra.

Un vigile del fuoco del posto racconta che l’area attorno alla villa un tempo era molto più ampia e lussuosa, con una grande fontana che riempiva il cortile di ingresso, delimitato da grandi alberi.

Ora, come si può vedere, la villa che fu di Crowley non è altro che una villetta diroccata di fianco allo stadio comunale di calcio di Cefalù.

Al suo interno sono ancora visibili le pitture sulle pareti fatte dallo stesso Crowley, ma le stanze in cui si trovano sono state sigillate per il rischio di crolli.

Salvatore Leo – Onda Musicale

 

 

 

 

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Tags: Ozzy Osbourne, David Bowie
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