Oggi, giovedì 24 novembre ricorrono i 25 anni della morte del cantante dei Queen Freeddie Mercury, ancora oggi una delle icone più potenti prodotte dalla cultura pop/rock, il quale avrebbe compiuto 70 anni.
Persino nella morte prematura Freddie Mercury, ufficialmente avvenuta per una broncopolmomite causata dall’AIDS, ha lasciato un segno e un vuoto incolmabilie. La sua malattia forse oggi avrebbe potuto essere curata in quanto le terapie di oggi permettono di convivere con la malattia. Persino un superdivo multimiliardario che aveva clamorosamente portato i codici della teatralità gay sui palchi del rock aveva vissuto la sua omosessualità come un fatto privato, così come aveva tenuto nascosta per anni la sua malattia.
La morte prematura per i divi è il passaporto per il mito. Ma in fondo, se si vuole sintetizzare, ciò che rendeva così speciale Freddie Mercury era proprio il fatto che portasse in scena il suo mito.
Tecnicamente è stato un cantante strepitoso e un performer con pochi rivali, tra rock e lirica. Se lo ricorda bene chiunque abbia visto Live Aid, dove, per giudizio unanime, il set dei Queen fu considerato di gran lunga il migliore.
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(Ansa)