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Un disco per il week end: “Conspiracy of One” degli Offspring

America, 2000, come si può inaugurare il nuovo millennio musicale? A rispondere a questo quesito ci pensano i punk rockers californiani Offspring con il loro sesto album, Conspiracy of One.

La band, già attiva dagli anni ’80, è reduce dal grande successo commerciale di Americana (1998). Album che viene ricordato per singoli estremamente catchy come Pretty Fly (For a White Guy), Why Don’t You Get a Job?, The Kids Aren’t Alright e She’s Got Issues. Tutti singoli dai quali sono stati ricavati dei video che vi invito caldamente a guardare!

Detto questo la situazione nella band era la seguente, occorreva trovare il degno successore a quest’ultimo album al pari di altri dischi imperdibili come Smash (1994) e Ixnay on the Hombre (1997).

Il risultato è appunto Conspiracy of One che con i suoi 40 minuti scarsi riporta sulle bocche di tutti il nome della band. Va qui ricordato però che questo sarà anche l’ultimo album con lo storico batterista Ron Welty, presente sin dagli esordi, che ha preferito continuare con il progetto parallelo degli Steady Ground.

 

Detto questo passiamo ad analizzare le folgoranti tracce di questo fantastico album:

 

Intro: meno di dieci secondi per un disclaimer su ciò che aspetta l’ascoltatoreper “qualcosa che viene fuori e fa così”

Come Out Swinging: il riff di basso di Greg K e la rullata di Ron Welty sono la prima cosa che si sente a cui segue subito la voce di Holland assieme alle schitarrate veloci e affilate come rasoi. Fantastico poi come rallenta verso la fine per riprendere con la stessa velocità iniziale.

Original Prankster: riff elettrico scanzonato ad opera di Noodles a cui si susseguono le percussioni e le maracas di Chris “X-13” Higgins, quarta voce degli Offspring che ha lasciato da qualche anno la band stanco dei tour.

Il brano parla comunque di un autentico buffone che vive ogni suo giorno all’insegna di scherzi e vigliaccate ai danni del prossimo. Da ricordare il divertentissimo video con il rapper e produttore discografico Redman.

Want You Bad: pezzo lanciatissimo, e parecchio festaiolo ed energico, usato anche in uno dei capitoli della saga American Pie in cui si narra della volontà di avere una ragazza “cattiva”. Ti voglio tutta tatuata, ti voglio cattiva, completami, maltrattami, ti voglio cattiva!.

È tra i brani più trascinanti e conosciuti del disco e non manca certo di reprise dopo un simil momento di pausa tra una schitarrata e l’altra.

Million Miles Away: palm muting e adrenalina in abbondanza per un pezzo praticamente da stadio con un testo che, paradossalmente, si rivela essere più introspettivo e che mette a nudo le fragilità e le insicurezze di una persona. Alzate il volume per l’assolo grezzo di Noodles e le armonie vocali del ritornello!

Dammit, I Changed Again: altra bella apertura per K e Welthy ed altro testo riflessivo sui cambiamenti interni. Anzi, è più una sorta di urlo che fa dannazione, sono cambiato ancora!”. Un pezzo lanciato e veloce, proprio come deve essere!

Living in Chaos: decisamente più groovy, a tratti ricorda vagamente i Red Hot Chili Peppers, e inquietante questa canzone è un’accusa contro un mondo che diventa sempre più tortuoso e difficile da comprendere. Da notare l’ugola di Holland in “Falling!

Special Delivery: ritmi e voce riportano indietro le lancette fino ad Americana, con tanto di coro tribale, per una canzone che potrebbe essere quasi d’amore. Dico quasi perché anche in questo caso è un’ossessione.

One Fine Day: classico pezzo punk rock californiano con riff e cori azzeccatissimi in qui si descrive un giorno perfetto. Amici, birra, divertimento e goliardia a non finire senza preoccuparsi delle conseguenze.

All Along: uno dei brani più brevi dell’intero disco, neanche due minuti, con cori e chitarre da non perdere assolutamente. Altro esempio di adrenalina a mille prima della brusca interruzione.

Denial, Revisited: brano leggermente più lento e malinconico dove viene descritto l’ennesimo litigio tra due fidanzati che è terminato in una rottura. Unica cosa da fare? Praticamente nulla se non sedersi, guardare per terra ed aspettare inutilmente un suo ritorno.

Vultures: brano di stampo più alternative rock o comunque grunge, l’intro e tutto il resto del pezzo infatti potrebbe ricordarvi non poco Come as You Are dei Nirvana,

Conspiracy of One: breve, lanciato e carico di nichilismo e odio verso chi cospira a danni di tutti.

Huck It: traccia bonus per terminare il disco in bellezza

 

Giudizio sintetico: okay, forse oggi suonerà un po’ adolescenziale e non così eccezionale, ma mi ricordo bene di quando l’ho ascoltato per la prima volta e ne sono rimasto colpito. Consigliato per gli amanti del genere e, naturalmente, per i fan della band

Copertina: il disegno di un teschio giallo con la parte superiore in fiamme su sfondo blu. Dopo questo album il simbolo è stato usato anche per le Greatest Hits del gruppo ed è ormai uno dei suoi simboli ufficiali

Etichetta: Columbia Records

Line up: Dexter Holland (voce e chitarra), Noodles (chitarra e voce), Greg K. (basso e voce), Ron Welty (batteria) e Chris “X-13” Higgins (voce e percussioni dove indicato)

 

Vanni Versini – Onda Musicale

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Tags: Red Hot Chili Peppers, Nirvana, Vanni Versini, Offspring, Dexter Holland
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