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Quando Gianni Togni volò sulla “Luna”: l’estate del 1980 osservata da un oblò  

Nel 1980, Gianni Togni scalò le classifiche nazionali con un brano che sembrava destinato a durare un’estate soltanto. “Luna” è una delle canzoni che gli italiani amano di più. Uscì in un momento difficile e complicato.

Che quella del 1980 non sarebbe stata un’estate come tutte le altre, lo si era capito fin dall’inizio. L’estate era iniziata con gli italiani davanti ai teleschermi: dopo dodici anni, la fase finale dei Campionati europei di calcio si sarebbe disputata a casa nostra. Sapevamo che non sarebbe stata facile: la Nazionale non avrebbe potuto contare sulle prodezze di Paolo Rossi e di Bruno Giordano.

Campioni alla sbarra: la perdita dell’innocenza di un sogno chiamato Calcio.

Innocenti o no che fossero, poco importava: erano stati sospesi dalla giustizia sportiva a seguito dello scandalo del calcio-scommesse, che li aveva visti coinvolti, insieme ad altri illustri colleghi, con l’accusa di aver “aggiustato” alcune partite in cambio di soldi.

A Roma, contro il Belgio non andiamo oltre lo 0 a 0 e veniamo mestamente eliminati.

18 giugno 1980: al fischio finale, lo sguardo di Bettega è quello di tutti noi
L’ultimo volo dell’Itavia.

Nove giorni dopo, il 27 giugno, intorno alle dieci di sera, stiamo guardando la televisione. I programmi vengono interrotti da un’edizione straordinaria del telegiornale che deve annunciare una notizia terribile: nel tratto compreso tra le isole di Ponza e Ustica, il volo IH870 della compagnia Itavia, partito dall’aeroporto di Bologna-Borgo Panigale e diretto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi, ha perso il contatto radio col Centro di controllo di Roma-Ciampino.

la prima pagina de Il Messaggero di sabato 28 giugno 1980

Andammo a dormire dopo la mezzanotte, consapevoli che nell’incidente erano morti tutti gli 81 occupanti dell’aeromobile, tra passeggeri ed equipaggio.

L’Italia post-Moro.

Il Paese è alle prese con una crisi economica interna, l’inflazione è al 22%; per darvi un’idea, nell’Italia post-Covid e nel bel mezzo di un conflitto a due passi da casa nostra, viaggiamo intorno agli 8 punti percentuale. Anche il tasso di disoccupazione mostra un trend in crescita, ben oltre la media degli altri paesi europei.

Nonostante il clima d’incertezza, anche in quell’occasione gli italiani non avrebbero rinunciato alle vacanze. E neanche alle cose magiche che l’estate porta con sé. Avremmo ascoltato nuove canzoni che ci avrebbero allontanato dal grigiore della realtà.

Napoli – Cartolina dall’estate ’80
Cosa stavamo ascoltando?

Siete autorizzati a ridere. Mostri sacri, come i Pink Floyd o Lucio Battisti, arrancano dietro a Pupo e a Katia Svizzero. L’Ape Maia è in prima posizione, seguita da Adriano CeIentano con Il tempo se ne va che precede di una posizione Video killed the radio star dei profetici Buggles; segue Alan Sorrenti con Non so che darei. Finalmente ecco i Pink Floyd con Another brick in the wall e poi spazio a Spacer, di Sheila and B. Devotion. Poi l’introspettiva Una giornata uggiosa del sommo Battisti e la Monkey chop del saltellante Dan I.

E se la Su di noi di Pupo è un attentato al nostro tasso glicemico, all’ultima posizione dell’hit parade troviamo una Luna dalla bellezza irresistibile. Gianni Togni è entrato in punta di piedi nella Top 10 con una canzone diversa dalle altre, dal sapore notturno e con un testo lungo ed articolato.

Gianni Togni non ha niente a che vedere col circo.

Non è un acrobata ma solo un giovane dai modi gentili che ha trasformato la timidezza in poesia. La sua Luna ci prende e ci porta via, a cominciare dall’intro ben orchestrato, con cui si presenta parlandoci di sé: un artista che preferisce guardare le cose da lontano. Guarda il mondo da un oblò. L’irresistibile incipit della prima strofa ruba la scena a tutte le altre canzoni presenti in classifica in quel momento.

Con quel titolo luminescente potrebbe passare per presuntuoso, e allora eccolo tornare immediatamente con i piedi per terra: confessa di essere pieno di contraddizioni e di adorare le complicazioni.

Il suo è un vero canto libero:

E guardo il mondo da un oblò
Mi annoio un po’
Passo le notti a camminare
Dentro un metrò
Sembro uscito da un romanzo
Giallo
Ma cambierò, si cambierò

Gettando arance da un balcone
Così non va
Tiro due calci ad un pallone
E poi chissà
Non sono ancora diventato
Matto
Qualcosa farò, ma adesso no
Luna

Luna non mostri solamente la tua parte migliore
Stai benissimo da sola sai cos’è l’amore
E credi solo nelle stelle
Mangi troppe caramelle, Luna
Luna ti ho vista dappertutto anche in fondo al mare
Ma io lo so che dopo un po’ ti stanchi di girare
Restiamo insieme questa notte
Mi hai detto no per troppe volte, Luna

E guardo il mondo da un oblò
Mi annoio un po’
Se sono triste mi travesto
Come Pierrot
Poi salgo sopra i tetti e grido
Al vento
Guarda che anch’io ho fatto a pugni con Dio

Ho mille libri sotto il letto
Non leggo più
Ho mille sogni in un cassetto
Non lo apro più
Parlo da solo e mi confondo
E penso
Che in fondo sì sto bene così
Luna

Luna tu parli solamente a chi è innamorato
Chissà quante canzoni ti hanno già dedicato
Ma io non sono come gli altri
Per te ho progetti più importanti, Luna
Luna non essere arrabbiata dai non fare la scema
Il mondo è piccolo se visto da un’altalena
Sei troppo bella per sbagliare
Solo tu mi sai capire, Luna

E guardo il mondo da un oblò
Mi annoio un po’
A mezzanotte puoi trovarmi
Vicino a un juke-box
Poi sopra i muri scrivo in latino
Evviva le donne, evviva il buon vino

Son pieno di contraddizioni
Che male c’è
Adoro le complicazioni
Fanno per me
Non metterò la testa a posto
Mai
A maggio vedrai che mi sposerai, Luna

Luna non dirmi che a quest’ora tu già devi scappare
In fondo è presto l’alba ancora si deve svegliare
Bussiamo insieme ad ogni porta
Se sembra sciocco cosa importa, Luna
Luna che cosa vuoi che dica non so recitare
Ti posso offrire solo un fiore e poi portarti a ballare
Vedrai saremo un po’ felici
E forse molto più che amici, Luna

Pezzo memorabile.

Come spesso accade in questi casi, nessuno si accorge di questo ragazzo dall’aspetto mite e educato. Aveva provato ad entrare nel mondo della canzone già a diciannove anni, insieme a Guido Morra, un suo vecchio compagno di scuola. Gianni compone le musiche e Guido redige i testi.

Con In una simile circostanza, il suo primo LP del 1975, l’allora diciannovenne Gianni Togni passa completamente inosservato. Si è ritagliato un piccolo spazio come “apri-concerti” dei Pooh ma solo nel 1980 la CDG gli concede fiducia.

il 45 giri

Gli pubblicano un album dal titolo lunghissimo: …e in quel momento, entrando in un teatro vuoto, un pomeriggio vestito di bianco, mi tolgo la giacca, accendo le luci e sul palco m’invento…

Un LP con otto canzoni e con una Luna che illumina il resto. La lunghezza del titolo è legata alla voglia che hanno i coautori, Gianni Togni e Guido Morra, di raccontarsi e farsi conoscere. Gianni Togni, in seguito racconterà che non riuscivano ad accordarsi sul titolo, finché il loro produttore Giancarlo Lucariello, gli suggerisce di inserire ciascuno le frasi desiderate, intervallandole da una virgola.

La copertina del 33 giri

Da qui, l’ipertrofia del titolo di un album che forse avrebbe avuto maggiore fortuna se si fosse chiamato come la sua canzone più luminosa: Luna.

Canzone senza tempo.

Proveniente dai profondi Anni Settanta (il 1980 chiude la decade dei Settanta), Luna di fatto appartiene a quel decennio e “viene concepita” a dieci anni dall’allunaggio dell’Apollo 11.

Sul finire del 1979 Gianni vive a Milano. In una stazione della Linea 1 della metro incontra spesso un vagabondo, che descrive come un uomo pacifico e barbuto, vestito di marrone. Costui invocava a gran voce il nome di una donna, forse un suo indimenticato amore: Anna.

Le frasi, strampalate e sconnesse che il vagabondo urla ai passanti, si imprimono nei suoi pensieri. Li trasforma in appunti strutturati, che si riveleranno fondamentali per la stesura di Luna. Una canzone che deve gran parte del suo successo ad una intuizione di Maurizio Fabrizio.

Preparando l’arrangiamento, Fabrizio suggerisce al cantante di “fondere” in un corpo solo due canzoni nate separatamente. La prima si chiamava appunto Anna e l’altra Guardo il mondo. Anna contiene un frase aggressiva: Anna non fare la scema. A contrasto, Guardo il mondo inizia con quella strofa ormai entrata nel nostro immaginario: un Gianni Togni novello Yuri Gagarin che guarda il mondo da un oblò.

Il capolavoro di Gianni Togni.

Avesse scritto questa canzone soltanto, Gianni sarebbe diventato immortale lo stesso.

A quasi trent’anni di distanza, nel 2009, uno dei più amati cantanti italiani, ha riproposto Luna interpretandola alla sua maniera. Gianni Morandi è un cantante di stampo “classico”, e quindi la sua versione di Luna, contenuta dell’album Canzoni da non perdere, ricalca pienamente l’originale.

sull’album di Morandi c’è ampio spazio per la “Luna”

Morandi la maneggia con cura, con la sua consueta e innata maestria, conferendole un’aura di perfezione con una affettuosa attenzione ad ogni inciso.

E nel 2019, in occasione del 50° anniversario dello storico allunaggio , Jovanotti prende la palla al balzo omaggiando sia gli astronauti dell’Apollo 11 che l’autore di una canzone memorabile.

La Luna di Lorenzo Jovanotti è lievemente più rock di quella di Gianni Togni, avvalendosi di una chitarra ritmica che sottolinea i passaggi alle strofe successive.

Per il resto, tutto è invariato rispetto all’originale. Perché Luna è nata imperfettibile di per sé. Scritta con un’immediatezza ai limiti dell’urgenza, come in tutti noi, anche nell’allora quattordicenne Lorenzo Cherubini si sarà impressa in modo segnante.

Lorenzo e Gianni: il lato luminoso della Luna

L’attenzione di due superstar come Morandi e Jovanotti alla poesia di Gianni Togni, è rivelatrice della grandezza di una canzone destinata ad imprimersi a fuoco nella nostra memoria collettiva.

Sabato 2 agosto 1980.

Sabato 2 agosto 1980, mentre Luna raggiungeva la vetta della nostra Hit Parade, alle 10:25, alla Stazione di Bologna Centrale, esplodeva una bomba. Si tratterà del più grave atto terroristico mai avvenuto in Italia. Rimasero uccise 85 persone e oltre 200 rimasero ferite.

La prima pagina del Il Messaggero di domenica 3 agosto 1980

Per gli storici, si trattò dell’ultimo episodio terroristico legato alla Strategia della Tensione, un capitolo legato indissolubilmente agli anni di piombo dei nostri Anni Settanta.

Anche Luna è musicalmente legata a questa stagione.

Sabato 2 agosto 1980, nessuno “ascoltò” Lelio Luttazzi. L’oasi musicale preferita dagli italiani, Hit Parade, quel giorno non andò in onda. Quel sabato, le televisioni e i radiogiornali raccontarono il sapore della morte di una città colpita al cuore. Luna brillò in tutte le notti successive di quell’estate imperfetta.

Aver vent’anni nell’estate ’80

Nostalgica eppure lucida, ci rapì con la spontaneità dei suoi versi. Era un invito a volare alto, a guardare oltre l’orrore, dentro e fuori di noi. Verso un mondo migliore, lontano e sicuro per tutti, anche per coloro i quali, per una ragione o per un’altra, non avevano altra scelta se non quella di fare a pugni con Dio.

Luna scese dal podio solo ad autunno inoltrato.

In molti pensammo ad un addio, ché non avremmo più riascoltato quella canzone semplice dalle parole così magiche. La Luna di Gianni Togni non solo non è stata dimenticata ma è ancora oggi una delle canzoni italiane più trasmesse dalle radio, agli orari più impensati. Un evergreen che ci riporta a situazione lontane, ad un’Italia in stato di costante e precario equilibrio. Forse, proprio per questo, Luna è adatta a qualsiasi tipo di pubblico e di palinsesto.

Non sappiamo se il suo autore si sia mai sentito intrappolato da un successo così ridondante. Di certo, Gianni Togni, con la sua Luna continua ad accompagnarci oggi come ieri, ci prende per mano e ci invita a viaggiare, con la leggerezza del suo messaggio, in posti migliori. Ci ispira pensieri e parole gentili. Ascoltare Luna ci fa sentire meglio. Ancora oggi, come in quell’estate di tanti anni fa.

— Onda Musicale

Tags: Pooh
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