In primo pianoMusica

Steppenwolf: la potente voce del rock psichedelico

Gli Steppenwolf sono una band rock leggendaria che ha lasciato un’impronta significativa sulla scena musicale degli anni ’60 e ’70.

Con la loro musica potente e con i testi evocativi, gli Steppenwolf sono diventati autentici pionieri del genere rock psichedelico. In questo articolo, esploreremo la loro carriera e ripercorreremo la loro discografia, scoprendo i brani più significativi che hanno contribuito a renderli una delle band più iconiche del loro tempo.

Origini e formazione

Gli Steppenwolf si sono formati nel 1967 a Los Angeles, California. Il nucleo della band era composto dal cantante e frontman John Kay, il chitarrista Michael Monarch, il bassista Rushton Moreve, il tastierista Goldy McJohn e il batterista Jerry Edmonton. Il loro nome deriva dal romanzo di Hermann Hesse “Il lupo della steppa“, che ha influenzato l’immaginario e il tema delle loro canzoni.

Sound e stile

Gli Steppenwolf hanno sviluppato uno stile unico che combinava l’energia del rock ‘n’ roll con influenze psichedeliche e blues. Il sound distintivo della band era caratterizzato dalla voce potente di John Kay, dalle chitarre graffianti e dagli arrangiamenti di tastiera avvolgenti. Le loro liriche affrontavano temi come la ribellione, la libertà, l’esplorazione psichedelica e la critica sociale.

Discografia
  1. Steppenwolf” (1968) – Il loro album di debutto omonimo ha avuto un impatto immediato, raggiungendo la posizione numero 6 nella classifica degli album negli Stati Uniti. Includeva il loro più grande successo, “Born to Be Wild“, che è diventato un inno del rock. Altri brani notevoli dell’album includono “The Pusher” e “Magic Carpet Ride“.
  2. The Second” (1968) – Questo album ha consolidato il successo degli Steppenwolf, raggiungendo la posizione numero 3 nella classifica degli album negli Stati Uniti. Il singolo di punta, “Magic Carpet Ride“, è diventato un altro grande successo. L’album includeva anche brani come “Rock Me” e “Jupiter’s Child“, che dimostravano la versatilità musicale della band.
  3. At Your Birthday Party” (1969): – Questo album è stato un altro successo per gli Steppenwolf, raggiungendo la posizione numero 7 nella classifica degli album negli Stati Uniti. Includeva il singolo “It’s Never Too Late” e brani come “Don’t Step on the Grass, Sam” e “Move Over“, che mostravano la vena ribelle e politicamente impegnata del gruppo.
  4. Monster” (1969) – Questo album rappresentò un’evoluzione del suono degli Steppenwolf, incorporando influenze più hard rock. L’album includeva brani come “Monster/Suicide/America” e “Draft Resister“, che affrontavano temi sociali e politici. La band dimostrò ancora una volta la loro abilità nel creare brani potenti e provocatori.
  5. Steppenwolf 7” (1970) – Un’altra svolta nella carriera della band, introducendo sonorità più sperimentali e progressive. L’album includeva brani come “Snowblind Friend” e “Renegade“, che mostravano una nuova maturità compositiva della band.
  6. For Ladies Only” (1971) – Si tratta del sesto album in studio, pubblicato nel 1971 ed è stato l’ultimo degli Steppenwolf su cui avrebbe suonato Goldy McJohn, il quale fu licenziato dal bandleader John Kay nel 1975. Nell’album suonava anche una sezione di fiati.
  7. Slow Fiux” (1974) – L’album fu pubblicato nell’agosto 1974 dalla Epic Records. Negli Stati Uniti è stato pubblicato dall’etichetta Mums Records, una sussidiaria della CBS Records di breve durata. Fu il primo di tre album che la band creò dopo essersi riformata nel 1974 prima di sciogliersi nuovamente nel 1976. “Straight Shootin’ Woman” fu l’ultima canzone degli Steppenwolf ad entrare nella Top 40 della rivista Billboard. La canzone “Children of the Night” postula in particolare che il movimento hippie in quel momento fosse morto, e il presidente Richard Nixon viene definito “lo sciocco che credeva che il torto fosse giusto“.
  8.  “Hour of the Wolf ” (1975) – L’album fu pubblicato nel settembre 1975 dalla Epic Records. Andy Chapin ha sostituito il tastierista di lunga data Goldy McJohn in questo album. E’ stato un buon album ma non aveva quel singolo di successo che avevano i loro album precedenti.
  9.  “Skullduggery” (1976) – è il nono album discografico in studio della band, pubblicato nel 1976. Si tratta dell’ultimo album pubblicato sotto il nome Steppenwolf. In seguito la band assumerà il nome John Kay & Steppenwolf.

A questi dischi vanno aggiunti 5 album dal vivo e 9 raccolte, oltre a 4 dischi pubblicati come John Kay & Steppenwolf (fra il 1982 e il 1990)

Formazione attuale
  • John Kay – voce, chitarra(1967–1972, 1974–1976, 1980–presente)
  • Michael Wilk – tastiere (1982–presente), basso (1984–2009)
  • Gary Link – basso (1982–1984, 2009–presente)
  • Ron Hurst – batteria (1984–presente)
  • Danny Johnson – chitarra (1996–presente)
Formazione storica
  • John Kay – voce, chitarra
  • Michael Monarch – chitarra
  • Rushton Moreve – basso
  • Jerry Edmonton – batteria
  • Goldy McJohn – tastiere

— Onda Musicale

Leggi anche
Con Le Orme il prog italiano si mette in evidenza anche all’estero
Hermes: “Mare Mosso”, il nuovo brano in collaborazione con i LowVibes, fuori il 14 luglio