In primo pianoMusica

Sulle “Spiagge” di Renato Zero: il Q disc della motocicletta compie i suoi primi quarant’anni         

Quando Renato Zero apparve la prima volta, nessuno ci avrebbe scommesso un soldo bucato. Nel rapido volgere di un triennio, tra il 1974 e il 1977, il cantante è invece diventato un gigante del palcoscenico, il più istrionico che si sia mai visto in Italia.

Trasgressivo, esibizionista, provocatore, innovatore, Renato Zero ha sedotto le folle all’insegna del suo “seguimi, io sono la notte”. Un’ondata di mistero che ha conquistato decine di migliaia di fans, attirati da un pifferaio magico armato di mille travestimenti.

Le copertine degli esordi.

Le copertine dei primi dischi erano l’involucro di un mistero. I fans, levato via il cellophane, le scrutavano centimetro per centimetro, analizzandone ogni piccolo indizio, come se fossero alla ricerca di messaggi criptati da decodificare.

Le enigmatiche foto contribuivano ad alimentare il mistero di un mito in fase nascente. Finché un giorno, giunto all’apice del successo, Renato dichiarò Tregua a sé stesso. Un intermezzo, un “via dalla pazza folla” che doveva durare il tempo di un disco. E invece arrivò il doppio live di Icaro e poi, di colpo, un imprevedibile cambio di rotta.

Dal circo al piccolo schermo.

Nel 1982 il tendone di Zerolandia è ancora il luogo prediletto dai sorcini e dallo stesso artista. È il suo vero habitat, lo spazio protetto all’interno del quale intrattenere migliaia di spettatori per volta: sotto quel tendone diventa il Principe della notte anche quando fuori sono le cinque del pomeriggio.

Una volta in vetta.

Renato non viene da un periodo facile. Ha perduto suo padre in modo improvviso e, dopo poco tempo, anche il padre artistico. Ruggero Cini, era l’uomo della RCA che più di ogni altro, con i suoi arrangiamenti orchestrali, aveva conferito a Renato l’affascinante sound dal retrogusto notturno, il suo marchio di fabbrica del primo periodo Anni Settanta.

All’apice del successo, Renato si ritrova privo di due grandi riferimenti. Inizia una fase sperimentale. Quando esce Artide Antartide, il 1° dicembre 1981, Cini se n’è già andato da qualche mese. Due brani portano la sua firma, che campeggia insieme ad altri nomi illustri, inclusa quella dell’astro nascente Dario Baldan Bembo.

Sarà proprio il giovane compositore milanese a colmare lo spazio lasciato vuoto da Cini. Ha uno stile compositivo molto meno introspettivo, ma più solare ed estroverso. Artide Antartide diventerà uno dei maggiori successi commerciali di Renato Zero, ma certamente l’album non risulterà iconico quanto i precedenti lavori.

Estate 1982

Sono passati quattro anni dalla pubblicazione di Zerofobia ma sembra trascorso un secolo.

Siamo nell’estate ‘82. La società italiana sta cambiando. Da più di un annetto, la Rai non è più la monopolista dell’informazione (e dell’educazione via etere) degli italiani. Canale 5, Rete 4 e Italia 1 hanno cambiato le regole del gioco spezzando equilibri delicati, ritenuti inviolabili fino a poco tempo prima. La Nazionale di Enzo Bearzot ha vinto i Campionati mondiali di Calcio. La sera dell’11 luglio ci sentiamo per la prima volta orgogliosi di essere italiani. Il nostro Paese è in festa. In mondovisione, il resto del Pianeta ci guarda con rinnovata ammirazione. Gli italiani diventano popolarissimi. L’italianità diventa un must have mentre Paolo Rossi, l’italiano più famoso del mondo.

3 settembre 1982

Nel frattempo, la Mafia sta organizzando un attacco al cuore dello Stato. Il 3 settembre, mentre gli Italiani stanno terminando le vacanze, in via Carini a Palermo vengono uccisi il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e sua moglie, Emanuela Setti Carraro.

Concettualmente, cala il sipario sul decennio lungo del Secolo breve. Iniziano ufficialmente i nuovi Anni Ottanta 

Nello stesso periodo, giorno più giorno meno, Renato Zero riceve una telefonata. Dall’altra parte del telefono, Raffaella Carrà: gli spiega che la Rai “deve” rinnovarsi, la concorrenza di Canale 5 è serrata, il rischio di venir superati negli ascolti è concreto.

Raffaella è dotata di uno straordinario intuito nel comprendere in anticipo quel che gli Italiani desiderano. Gli propone quanto ha già proposto ai vertici Rai: inserire un personaggio come Renato all’interno della trasmissione più amata dagli Italiani. In autunno ripartirà Fantastico, lo show televisivo nato sul finire del 1979.

Autunno 1982: giornata di prove per Fantastico 3

Figlio legittimo di Canzonissima, è anch’esso legato alla Lotteria di Capodanno, uno dei sogni più mostruosamente proibiti per la maggioranza degli Italiani. Fantastico è un contenitore particolare, uno spazio in cui si mescolano sentimenti apparentemente antitetici, che spaziano dalla propensione alla vincita “facile” all’Avvento del Natale, dalle Canzoni al Costume, dalla Politica al Cinema, il tutto in un contesto nazional-popolare da piccolo mondo antico.

Renato Zero dovrà trovare una collocazione in uno show che non è nelle sue corde.

Potrà un Principe della notte trasformarsi in imbonitore televisivo formato-famiglia?

Già alla prima puntata la sua personalità stenta ad emergere. I contorni risultano sfumati, indefiniti. Oscurata da personalità molto più televisive, come la Raffa nazionale, Corrado e l’emergente Gigi Sabani, l’immagine compassata del nuovo corso di Renato Zero è altro rispetto all’istrionico interprete del celeberrimo Triangolo.

Autunno 1978: un Triangolo per il Re del circo

Per di più, gli autori dello show cambiano le carte in tavola. Se all’inizio avevano pensato di assegnargli un ruolo rilevante – al momento del debutto – intimoriti dalla trasgressività del personaggio ci ripensano, relegandolo alla sigla iniziale e finale.

Viva la Rai è un brano che si sforza di apparire sarcastico. È Renato stesso il primo a non esserne convinto. Ha composto pezzi intimi come La tua idea, scosso coscienze con il neorealismo di Un uomo da bruciare, sedotto con la magia di Mi vendo.

Può il suo pubblico, quello della prima ora, riconoscersi in simili banalità? Viene montata una voce di una censura Rai (in effetti, lo obbligano a modificare un passaggio) ma non per questo la canzone non sarà all’altezza delle precedenti.

Un nuovo pubblico, molto meno alternativo e molto più reazionario, si sta abituando alla presenza di Renato

Le vendite dei dischi e la popolarità aumentano. Renato Zero non è più un simbolo di trasgressione e la sua brusca virata verso un pubblico mainstream è un potenziale rischio di perdita d’identità. Anche Soldi, la canzone utilizzata come sigla finale, ricolma dei necessari riferimenti alla Lotteria Italia, non diventerà certo una hit per cui strapparsi i capelli.

Piaccia o no, con Fantastico 3 la popolarità di Renato è aumentata a dismisura. È entrato nelle case di tutti gli italiani. Si sono accorti di lui padri, madri, nonni. Ma quel che gli italiani vedono, non è più l’inafferrabile signore del circo, quanto piuttosto un artista in grande imbarazzo. Per aver rinnegato il suo antico coraggio e il suo innato, clamoroso talento.

Via Tagliamento 1965-1970 arriva troppo presto. A 32 anni si è ancora troppo giovani per dare vita ad un’operazione nostalgia. Ogni sabato sera Renato sfrutta l’occasione per presentare alcuni pezzi del doppio album durante il varietà. Anche Via Tagliamento arriva al primo posto in classifica.

La copertina è di un rosso natalizio, per la prima volta senza l’immagine dell’artista. Una grafica sobria, neutra, decisamente anonima rispetto a quelle attraverso cui lanciava occhiate ai fans dagli scaffali dei dischi.

Quando Fantastico 3 termina è l’alba del 1983

Renato Zero ha dedicato tempo ed energie alla televisione, ha ridotto il numero dei concerti nel tendone, ma – soprattutto – per la prima volta da quando ha iniziato a comporre, non ha più materiale originale tra le mani.  

Ha abituato i suoi fans a pubblicazioni annuali. Nonostante le classifiche non abbiano mai smesso di arridergli, è consapevole di vivere un momento artistico complicato, con oggettivi cali di consensi e di critica.   

Non ha molto tempo per decidere cosa fare. Rinviare di un anno l’uscita rischiando di scontentare il pubblico? O rischiare un flop pubblicando un lavoro non all’altezza?

La carta Q disc

Si ricorda che la sua casa discografica da qualche mese ha ideato un nuovo formato di disco, il Q disc. La caratteristica principale è il contenuto, che prevede solo quattro brani, due per facciata. Per il resto, sembra un 33 giri come tutti gli altri.

Renato decide di giocarsi la carta Q disc e inizia a lavorare a quattro mani con Dario Baldan Bembo. Hanno meno di due mesi di tempo per completare il lavoro. Con l’estate alle porte, Renato potrebbe proporre brani dal sapore vacanziero.

Realizzeranno quattro tracce, quelle che occorrono per riempire il Q disc. Le canzoni avranno un titolo breve, di una parola soltanto: Spiagge – Voglia – Navigare e Fantasia. Nei titoli della retrocopertina, formeranno la sequenza: sulle Spiagge la Voglia di Navigare con Fantasia.

La stesura avviene rapidamente perché i due si compensano: Renato Zero è dotato di una straordinaria creatività istintiva mentre Baldan Bembo di una grande perizia tecnica. C’è poco tempo per progettare una copertina ricercata come le precedenti, ed allora si decide di lavorare con quello che è già a portata di mano.

Renato contatta Arpad Kertesz, il fotografo di sempre

Grazie alla maestria del fotografo di origini ungheresi, la quintessenza della Zeromania aveva trovato la sua identità distintiva. Ma stavolta si darà un taglio netto col passato: il servizio fotografico verrà effettuato all’aperto.

Una mattina di primavera Renato Zero abbandonò la magia della notte. Rinunciando all’oscurità degli sfondi caravaggeschi che esaltavano il colore dei suoi abiti di scena, Renato verrà ritratto per la prima volta alla luce del sole, a cavallo del suo gigantesco Sidecar.

Sul ciglio di una Consolare, in prossimità del Grande Raccordo Anulare di Roma, una giornata di scarso traffico: questo il luogo prescelto dalla troupe per effettuare lo shooting fotografico.

Renato si mostrerà come appare nel quotidiano alle persone che lavorano con lui. Issato su una poderosa Harley Davidson FLHT Electra Glide, privo di trucco e agghindato come un teddy boy con tanto di completo in pelle nera, Renato non trasmette più quel senso di ricercata ambiguità. Sembra piuttosto uscito da un fumetto degli Sturmtruppen.

La retrocopertina del disco mostra invece un Renato Zero che lascia trasparire tutta la sua stanchezza

Lo sguardo è tirato, il corpo ingrassato, non è più il principe della Zerofobia. Ricorda vagamente Pino Daniele nell’atto di eseguire un ricercato pezzo blues, anche per via di quella chitarra resofonica che sembra abbracciare controvoglia, uno Steel Guitar modello Hawaiian Dobro con risuonatore singlecone.

Renato Zero non è mai stato né sarà mai un esponente del bluegrass: vederlo impugnare la stessa chitarra utilizzata da Mark Knopfler per l’assolo di Romeo and Juliet, appare da subito una forzatura.

All’interno del disco, quasi per compensare l’esiguità del materiale musicale sfornato, Renato ha chiesto alla produzione di far inserire un gadget estivo: all’interno della copertina i fans troveranno un parasole che promette abbronzature atomiche.

Nonostante la scarsità quantitativa, la qualità dei pezzi è decisamente elevata. Su tutti risplende la bellezza di Spiagge. Satura delle ammalianti sonorità tipiche della RCA, la canzone è caratterizzata da un arrangiamento dal taglio sinfonico, dominato dai fiati e dagli archi. La fedeltà del suono originale all’interno del disco venne affidata al tecnico dei tecnici della RCA, Marcello Spiridioni.

Roma, 1981, studio B della RCA: il “tecnico dei tecnici” Marcello Spiridioni e Renato Zero, per la presentazione del doppio Live “Icaro”

Le registrazioni vennero eseguite al Mammouth Studio. Suonarono musicisti e session man d’eccezione, quali il batterista Flaviano Cuffari, il grande bassista – prematuramente scomparso – Julius Farmer, il concertista Maurizio Guarini, il percussionista Rosario Jermano, il compositore e direttore d’orchestra Renato Serio e il chitarrista di sempre di Renato Zero, uno della primissima ora, Luciano Ciccaglioni.

Renato Zero decise di fare finta di niente, riuscendo a convincere i fans che il suo Q disc era un vero e proprio LP

La “gestione” delle classifiche risultò invece assai più problematica: la Rai considerò Spiagge un singolo mentre TV Sorrisi e Canzoni rispettò la volontà dell’artista, inserendo Calore nella classifica degli album, dove raggiunse la posizione numero 4.

Spiagge andò in prima posizione tra luglio e agosto, dominando l’estate canora con il suo messaggio appassionato ed appassionante, dal taglio tipicamente zeriano. Riascoltandola oggi, possiamo ritrovare intatta la vena malinconica che attraversa la canzone in ogni sua strofa.

L’estate, le spiagge, gli amori, tutto sembra talmente breve e sfuggente da sembrare questione di un attimo.

Una visione leopardiana, quella di Renato Zero, sulla caducità illusoria riposta nelle speranze estive, le Spiagge bramate, amate, ma vissute il momento di un attimo, proprio come la festa del Sabato del Villaggio.

Cullata da una sinfonia in crescendo che raggiunge livelli entusiasmanti sul finire della penultima strofa, ci fa respirare il senso di rimpianto e di nostalgia, un momento di felicità che ogni volta temiamo di non poter tornare a rivivere. Un groppo in gola che si trattiene con difficoltà, una commozione che si stempera per poi risolversi del tutto, anche attraverso il particolare “registro” adottato da Renato Zero.

L’unico artista italiano capace di mettere insieme questioni che riguardano santi, ladri, aborti, eroi, preghiere, sottane, droghe, mamme, guerre, suore, spacciatori, poeti e puttane. Un vero e proprio artigiano dei sentimenti, Renato Zero.

La sua Spiagge, scritta in fretta e furia, immancabilmente acclamata nei luminescenti concerti di oggi, sembra migliori col tempo.

Un’autentica risurrezione musicale per Renato Zero. Spiagge costituisce lo spartiacque ideale per identificare l’avvio della seconda fase artistica del cantante.

Sono passati esattamente quarant’anni. Oggi come allora, l’importante è che ci siano nuove Spiagge

Spiagge

Immense ed assolate

Spiagge già vissute

Amate e poi perdute

In questa azzurrità

Fra le conchiglie e il sale

Tanta la gente che

Ci ha già lasciato il cuore

Spiagge

Di corpi abbandonati

Di attimi rubati

Mentre la pelle brucia

Un’altra vela va

Fino a che non scompare

Quanti i segreti che

Appartengono al mare

Un’altra estate qui

E un’altra volta qui

Più disinvolta e più puttana che mai

Mille avventure che

Non finiranno se

Per quegli amori esisteranno nuove

Spiagge

Di cocco e di granite

Di muscoli e bikini

Di straniere e di bagnini

Quel disco nel juke box

Suona la tua canzone

Per la tua storia che

Nasce sotto l’ombrellone

Spiagge

Un’altra vela va

Fino a che non scompare

Quanti i segreti che

Appartengono al mare

Un’altra estate qui

E un’altra volta qui

Più disinvolta e più puttana che mai

Mille avventure che

Non finiranno se

Per quegli amori esisteranno nuove

Spiagge

Dipinte in cartolina

Ti scrivo tu mi scrivi

Poi torna tutto come prima

L’inverno passerà

Fra la noia e le piogge

Ma una speranza c’è

Che ci siano nuove spiagge

— Onda Musicale

Sponsorizzato
Leggi anche
Mike Porcaro, i Toto e la storia di un bassista di grande talento
“Piangi” è il nuovo singolo di Fume’