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Sinead O’Connor, la musica e il dolore di una vita tragica e tormentata

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Sinead O'Connor

Sinead O’Connor, 56 anni, non ha retto alla tragica scomparsa del figlio Shane. Già nel gennaio del 2022 aveva affidato a Twitter messaggi colmi di dolore: “Non c’è motivo di vivere senza di lui“.

Una vita tormentata

La considerazione più triste che si possa fare sulla morte di Sinead O’Connor, che si è spenta a 56 anni, è che la sua vita è stata un calvario. I suoi messaggi lanciati attraverso i social qualche anno fa mettono i brividi, sono lampi carichi di angoscia, solitudine e di quella disperazione che può provare solo chi è prigioniero della malattia mentale.

L’annuncio della sua morte

In un comunicato la sua famiglia ha dichiarato: “Con grande tristezza annunciamo la scomparsa della nostra amata Sinead. La sua famiglia e i suoi amici sono sconvolti e hanno chiesto di mantenere la privacy in questo momento molto difficile”, ha riferito l’emittente nazionale irlandese RTE.

La conversione all’Islam

L’artista, che aveva cambiato il suo nome all’anagrafe in Magda Davitt prima di convertirsi all’Islam e adottare, nel 2018, quello di Shuhadà Davitt, era nata a Dublino nel 1966 con un talento smisurato e un’anima tormentata.

Aveva esordito con The Lion and the Cobra, un album che teneva insieme rock ed elettronica con una combinazione potente e originalissima di malinconia e furore dominata da una voce dal timbro unico. Anche l’America si accorse subito di lei e quando, nel 1990, ha pubblicato Nothing Compares 2 U, un gioiello di Prince fino ad allora rimasto nascosto, e ha conquistato le classifiche mondiali, tutto lasciava immaginare che la O’ Connor sarebbe arrivata molto lontano.

Ma già due anni dopo la serenità della sua carriera ha cominciato a incresparsi: prima l’annuncio che si sarebbe rifiutata di suonare nel New Jersey se fosse stato suonato l’inno americano poi uno degli episodi più controversi della sua tormentata esistenza.

L’esternazione anti Chiesa Cattolica

Ospite del Saturday Night Live, cambiò i versi di War, una canzone di Bob Marley, trasformandola in un attacco contro la Chiesa Cattolica, accusata di insabbiare i reati di pedofilia. Al termine dell’esibizione stracciò una foto di Papa Wojtyla, dichiarando “combatti il vero nemico”.

La perdita del figlio Shane

Quello che nel gennaio dell’anno scorso ha compiuto suo figlio Shane (leggi l’articolo) appena diciassettenne, dopo essere fuggito da un ospedale dove era ricoverato proprio perché aveva manifestato tendenze suicide. Nella disperazione di quel momento annunciò in un tweet l’intenzione di “seguire mio figlio”. Poi si scusò, dichiarando che si sarebbe curata.

All’epoca 55enne, Sinead aveva rivelato ai media americani di essere stata costretta a un ricovero in ospedale, a pochi giorni dal tragico evento, dopo una serie messaggi su Twitter in cui, in uno stato emotivamente alterato, faceva anche riferimento alla possibilità di togliersi la vita.

“Il mio bellissimo figlio, Nevi’im Nesta Ali Shane O’Connor, luce della mia vita,
ha deciso di porre fine alla sua lotta terrena oggi ed ora è con Dio.
Riposi in pace e nessuno segua il suo esempio. Il mio bambino. Ti amo tanto”

Questo è per il mio Shane – aveva aggiunto –. La luce della mia vita. Il mio bambino dagli occhi azzurri. Sarai sempre la mia luce. Saremo sempre insieme. Nessuna barriera può separarci”.

Chi era e i primi passi

Nata a Dublino l’8 dicembre del 1966, Sinead O’Connor è stata una tra le voci più affascinanti degli anni Ottanta e Novanta, ricordata anche per il suo look fuori dal comune. Nel 1985 si trasferisce a Londra per lavorare al suo primo album La sua fama è legata al brano ‘Nothing Compares to U’, successo mondiale del 1990, scritto da Prince, proposto sul palco fino al 2015, quando l’artista annunciò di non volerlo più cantare.

Negli anni Duemila annuncia di voler lasciare l’industria discografica, dopo essere stata ordinata prete da un movimento cattolico indipendente. Tornata invece ad esibirsi e a produrre, non riesce più a raggiungere il successo del passato.

Convertitasi all’Islam nel 2018, ha scelto anche di cambiare nome in Shuhada Davitt. Una fase complicata della sua vita, quest’ultima, nella quale ha più volte pubblicato post disperati sui social, che hanno spesso allarmato i suoi fan, fino alla tragica notizia della perdita del figlio e al suo ricovero. Sintomo di un legame travagliato con la vita stessa e di un amore per proprio figlio, che va oltre la morte.

Salute mentale

La cantante irlandese soffriva di diversi problemi di natura mentale tra cui agorafobia e bassa autostima acuta. Nel 2017 aveva confessato di aver tentato per ben otto volte il suicidio, l’ultima volta dopo la perdita del figlio, e di essere stata torturata dalla madre.

Le reazioni alla sua scomparsa: il premier irlandese

“Sono davvero triste per la scomparsa di Sinéad O’Connor. La sua musica era amata in tutto il mondo e il suo talento era ineguagliabile e senza paragoni. Condoglianze alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti coloro che hanno amato la sua musica”. Così, in un post su Twitter, il primo ministro irlandese, Leo Varadkar, nel giorno della morte della cantante di Dublino a 56 anni.

(fonte: luce.lanazione.it)

— Onda Musicale

Tags: Bob Marley/Prince
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