La band norvegese degli a-ha è tra le realtà musicali scandinave – dopo gli Abba – ad aver tracciato sulla mappa della musica mondiale il Nord Europa. Oltre 40 anni di musica nella loro formazione originale.
Sono trascorsi 41 anni di musica – quasi ininterrotta – da quando gli a-ha furono lanciati nell’universo del pop come band “commerciale”, ma che già dal secondo album “Scoundrel Days” avevano messo dei paletti e dei “distinguo” sulla direzione che avrebbero intrapreso. Un soft rock maturo, dai testi mai banali, dai suoni sempre meno synth e sempre più acustici e graffianti.
Si dice che …
La leggenda metropolitana – e per convenzione ormai accettata anche dagli stessi a-ha – si vuole che la data di nascita del gruppo sia il 14 settembre 1982 che coincide con il compleanno del suo leader e vocalist, Morten Harket. Perché per convenzione?
Perché gli stessi a-ha non sono concordi sulla versione da dare a parte il fatto che tutti e tre ricordano di aver festeggiato il primo compleanno di Morten Harket come cantante del gruppo insieme, in quel 14 settembre 1982. Ma in realtà si erano già costituiti come band qualche mese prima e avevano cominciato a frequentarsi e conoscersi prima e soprattutto suonare insieme. Semplicemente, quel 14 settembre, i due neo-amici di Morten Harket, Magne Furuholmen e Pål Waaktarr Savoy si recarono a casa per festeggiare il suo compleanno portando in regalo una pianta di Yucca, conoscendo l’interesse del giovane per la botanica in genere. Una sorta di “presentazione ufficiosa” della band anche ad amici e parenti.
Una rarità nel panorama musicale
Si consolida, così, un sodalizio artistico longevo. Da oltre 41 anni, la band degli a-ha compone brani e si esibisce live nella formazione storica: non hanno mai cambiato i componenti originali. Fin dalle prime battute, nei vari tour sono stati aiutati da musicisti tournisti che – a seconda dei periodi – erano più o meno stabili anch’essi, perché una volta che si trova la chimica giusta, la si protrae il più possibile, impegni e disponibilità permettendo. Una eccezionale rarità nell’ambito delle band.
Ma il nucleo – sia in studio di registrazione che nei concerti – composto da chitarra (Pål Waaktaar Savoy), tastiere (Magne Furuholmen) e voce (Morten Harket) non si è mai dissolto. Ci sono state delle pause naturali, come in tutte le band. E come in tutte le band che si rispettino ci sono stati dissapori, scontri e opinioni diverse … persino sulla loro data di nascita.
Come Magne Furuholmen ricorda la nascita degli A-ha
In una intervista rilasciata a novembre 2022, in occasione del lancio del nuovo album “True North” per la rivista britannica RetroPop, Magne Furuholmen il tastierista, spiega a proposito della “leggenda” sulle origini del gruppo:
Ad ogni modo, il fatto che si parlava tra loro di formare un gruppo era cominciato già un anno prima, spiega: «Quello che accadde fu che Paul ed io eravamo in Inghilterra l’anno prima che ciò accadesse. Avevamo chiesto a Morten di venire con noi ma lui voleva completare gli studi all’università. Durante quell’anno a Londra, abbiamo cercato di formare un gruppo con dei musicisti inglesi e cercavamo di fare cose originali, stavamo cercando qualcuno che sapesse suonare l’arpa elettrica al posto di un chitarrista qualsiasi. Era una cosa molto eclettica. Durante quei sei mesi, mi è capitato di lavorare in un pub [the Churchill Arms, Kensington] per una sterlina l’ora solo per riuscire a sopravvivere a Londra e poi ho lavorato in un cantiere dove si estraeva asbesto dai muri. In quel momento mi sono reso conto: “C***o, non stiamo andando da nessuna parte – abbiamo bisogno di Morten”. E così siamo tornati a casa e penso di averlo chiamato – non credo fosse il giorno del suo compleanno – e gli ho detto “Ascolta, siamo tornati qui, tu sei il tipo giusto con cui vogliamo fare un gruppo!” e a quel punto lui era pronto».
La versione di Morten Harket
Questa è solo una campana della storia e per quanto riguarda la sua memoria, Morten Harket ricorda perfettamente l’incontro del suo compleanno:
«È vero che si sono presentati alla porta di casa dei miei genitori, dove vivevo all’epoca – un 14 settembre con una pianta in regalo»
«Mi ero unito a loro già qualche mese prima, ma in qualche modo sono stato frainteso – ancora non capisco come – e hanno pensato che mi fossi tirato fuori. Perciò non considero quel giorno niente altro che il loro venire a farmi una visita – non mi sembrava nulla di formale – ma questo mi spiega perché si sono presentati alla porta. Ma nel mio cuore, io ero dentro, ero già completamente parte di loro.
L’incontro di Morten con i Bridges
Li avevo sentiti suonare [con il loro precedente gruppo Bridges] un po’ di tempo prima durante un evento scolastico e la loro musica mi colpì fortemente. Sapevo che sarei stato uno di loro, loro avevano solo bisogno di me e tutto avrebbe funzionato alla grande (ride) Perciò da quel giorno sapevo che eravamo destinati al successo – quando li ho sentiti suonare, stando in mezzo al pubblico dall’esterno, sapevo in qualche modo che era finita – che loro erano la risposta a quello che stavo aspettando. Il gruppo è stato uno strumento per tutti noi. Dal mio punto di vista, io ero già completamente e totalmente coinvolto con loro ed ero a tutti gli effetti un membro dei tre. Ma sembra che mi abbiano frainteso nel momento in cui avevo un impegno con un mio amico [Arild] con il quale suonavo in un’altra band [i Soldier Blue] – un tipo diverso di band, facevamo cose blues, suonavamo brani tradizionali del blues. E con questo amico avevo preso l’impegno di fare un viaggio interrail insieme. In qualche modo loro hanno interpretato questo mio rifiuto ad andare a Londra con loro come una mancanza di interesse – che è una cosa assolutamente falsa. Ma una data vale l’altra, il 14 settembre va bene!».
Tutto bene quel che finisce bene
… e la versione di Paul Waaktaar Savoy? Sì, in fondo una data vale l’altra.
Ricordi a parte, la storia raccontata, in fondo, è la stessa. Molti gli elementi in comune: una richiesta formale e inizialmente “parcheggiata” per impegni diversi (che sia l’università, o un’altra band conta poco), un primo viaggio a Londra in avanscoperta a cui Morten non prende parte (sempre colpa dell’interrail, dell’università o dell’altra band, poco importa), una telefonata per rinnovare l’invito già accettato a priori, la visita il giorno del compleanno (per un semplice saluto o per formalità, poco importa). Alla fine il racconto coincide, dettagli a parte. L’importante è che da un certo momento della storia in poi, la band si è costituita per andare avanti fino ad oggi.
Curiosità per chi se lo stesse chiedendo: la pianta di Yucca regalata a Morten è ancora viva e vegeta nella casa natale del cantante, longeva come loro e testimone del loro duraturo successo. Lunga vita alla Yucca!