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In Utero: rabbia e intimità dell’ultimo album dei Nirvana tra polemiche e aspettative disattese

Reading Festival: tra hard rock ed ecclettismo.

Pubblicato il 21 Settembre 1993, In Utero non è stato solo l’ultimo album dei Nirvana, è stato anche l’unico di cui Kurt Cobain ne sia stato davvero fiero.

Un vero e proprio cambio di rotta, il cui sound si avvicina maggiormente a Bleach, album di debutto, piuttosto che a Nevermind, molto più mainstream

Nonostante In Utero non sia stato concepito come un album commerciale, riuscì a vendere 180mila copie solo nella prima settimana dopo la sua uscita. È un disco simbolo di una complicata gestione del successo, ottenuto da Nevermind e la successione artistica della band. Sia la Geffen, casa discografica con cui i Nirvana avevano già registrato Nevermind, che i media, erano in attesa di un album che fosse sulla stessa scia del precedente, in modo tale da commercializzarlo in radio. Ma Kurt Cobain, da buon provocatore, sapeva bene cosa fare e come non farsi controllare discograficamente, mantenendo il controllo sulla propria musica. Proprio per questo motivo, decise di andare controcorrente, seguendo la direzione opposta e i primi ascolti di In Utero non trovarono l’approvazione della casa discografica che si preoccupava solo di far cassa con le vendite.

In Utero è un album cupo, intenso e veritiero con il quale Kurt sviscera tutta la propria rabbia e frustrazione, diventando lo specchio del proprio malessere psicosomatico

Inizialmente nato sotto il nome Verus Chorus Verse e, in seguito, Hate Myself And I Want to Die, è un disco che annuncia ironicamente il suicidio che di lì a poco si sarebbe concretizzato, sconvolgendo il Mondo intero.

In Utero è stato anche l’album delle polemiche scaturite a causa di alcuni versi contenuti al suo interno e dalla stessa copertina. Un paio di catene di distribuzione rifiutarono la vendita del disco, costringendo la band ad accettare delle versioni censurate che prevedevano l’eliminazione dei feti in copertina e il cambio della traccia ‘Rape Me’ in ‘Waife Me’.

Si tratta, dunque, di un disco che ha suscitato molte polemiche ed è stato ampiamente criticato dalla stampa che tergiversava sui versi dei brani di Kurt, interpretandoli come meglio credeva

Un album pieno di controversie, dunque, che coinvolgono anche i brani stessi presenti al suo interno. È il caso di ‘Rape Me’, traccia che ha creato scandalo, poichè non capita. In realtà non è che una presa di posizione contro la violenza sulle donne. Già con ‘Polly’, Kurt si era schierato in favore del genere femminile, affrontando il tema dello stupro, riferendosi a un fatto di cronaca realmente avvenuto nel 1987, parlando dal punto di vista dello stupratore. Con ‘Rape Me’, invece, capovolge la visione, raccontando la violenza dal punto di vista della vittima. Un brano pieno di rabbia, nato il giorno in cui il cantante dei Nirvana salvò una ragazza da un’aggressione durante un concerto a Oakland.

Nonostante le buone intenzioni della canzone, anche durante gli MTV Awards del 1992 fu vietato a Kurt Cobain di suonarla, generando il panico degli addetti ai lavori, nel momento in cui decise di accennarla come introduttiva prima di attaccare con Lithium.

In Utero si apre con ‘Serve The Severants’, brano scritto da Kurt Cobain in cui viene descritta l’angoscia provata da adolescente, causata dal divorzio dei genitori e la mancanza della presenza del padre nella sua vita

Ancor più personale è ‘Scentless Apprentice’, diventato brano emblematico che rappresenta il vero e proprio essere Kurt Cobain. Si ispira all’opera letteraria ‘Il Profumo’ di Suskind, il suo libro preferito, che narra la storia di un apprendista profumiere che, disgustato dagli esseri umani, intraprende un viaggio notturno e solitario verso la morte, nascondendosi ogni volta che sente l’odore di un essere umano. È la storia di un assassino ossessionato che cerca un posto nel mondo,  dopo essere cresciuto senza una famiglia, storia in cui Kurt Cobain si ritrovava.

Le immagini inquietanti della canzone si possono riassumere in una frase che lo stesso Dave Grohl in un’intervista ha definito oscura e che fa venire i brividi: “You can’t fire me because I quit”. Il riff di questo brano nacque proprio da un’idea di Dave

‘Heart-Shaped Box’, così come racconta Courtney Love, nacque nell’armadio della camera da letto in cinque minuti. È uno dei brani più emblematici e misteriosi di In Utero e c’è un po’ di confusione circa il suo vero e proprio significato. La Love sostiene che il soggetto della canzone è la propria vagina, ma in realtà non si sa bene a cosa si riferisse Kurt. Inizialmente il titolo nacque come Heart-Shaped Coffin (bara a forma di cuore). C’è chi dice che si tratti di una lettera d’amore distorta, c’è chi dice che si ispirò ai documentari dei bambini malati di cancro e altri sostengono che faccia riferimento alla scatola a forma di cuore che Courtney Love regalò a Cobain appena conosciuti. Ciò che è certo è che nessuno ha mai saputo la verità circa il significato che si cela realmente dietro tale brano. La famosa scatola a forma di cuore appare all’interno del video e la si ritrova nelle mani di Dave. Lo stesso videoclip ha scaturito non poche polemiche. Diretto da Anton Corbijn ma, con alcune idee di Kevin Kerslake, il quale fece causa ai Nirvana.

Ad Anton Corbijn fu richiesto di dirigere anche il videoclip di ‘Pennyroyal Tea’, ma la proposta fu rifiutata e il lavoro fu messo nelle mani di Jeffery Plansker. Con la morte prematura di Kurt, l’idea di realizzazione del video fu abbandonata

Il titolo del brano fa riferimento all’erba che favorisce l’aborto spontaneo, se ingerita in dosi massicce e fu scritto nel 1990 da Kurt, mentre condivideva l’appartamento con Dave a Olympia. Anche ‘All Apologies’ è stata scritta nel 1990 e, inizialmente, il titolo provvisorio era La La La ed è l’unica canzone d’amore del disco, dedicata a Courtney Love e alla loro figlia Frances Bean. La peculiarità di questo brano è la melodia felice e confortante, perfetta per trasmettere i suoi sentimenti, anche se il testo non aveva nulla a che vedere con la sua storia d’amore con la Love.

Una canzone simbolo dell’inadeguatezza percepita da Kurt, e la visione e proiezione che aveva di sé stesso, è ‘Dumb’

Un brano minimal, scritto ancor prima che ‘Nevermind’ diventasse il disco di un’intera generazione. ‘Dumb’ si apre con una frase che riassume tutto il malessere e la percezione di disagio e diversità dell’artista: “I’m not like them, but I can pretend” (non sono come loro, ma posso fingere di esserlo). Una ricerca della difficile felicità, facendo finta di adattarsi alle norme imposte dalla società. 

Il tema sociale viene ripreso anche in ‘Very Ape’, brano in cui Kurt accetta gli alti e bassi della vita come se fossero parte del viaggio, valorizzando l’individualismo per evitare di cadere nella trappola del confronto sociale e di avere a che fare con la gente che si sente in un certo qual modo superiore. 

La produzione di In Utero e la relazione tra i Nirvana e i Pixies

Steve Albini, produttore dei Pixies, fu chiamato per la realizzazione di In Utero, nonostante le dichiarazioni rilasciate, nelle quali definiva la band come una copia dei R.E.M. con fuzzbox. Albini accettò l’incarico e trasformò il malessere di Kurt in un’opera d’arte dal sound aggressivo, ma, allo stesso tempo, intimo e molto più punk di Nevermind, quasi come se fosse stato registrato in una piccola stanza. Ed era proprio il risultato che voleva ottenere Kurt Cobain. Un disco che avrebbe dovuto richiamare la sensazione del grembo materno, una sensazione ovattata e poco libera, rispecchiando i sentimenti dell’artista, che aveva bisogno di un riparo sicuro.

La relazione tra i Nirvana e i Pixies, però, non è solo legata alla condivisione del produttore. Kurt era un grande fan della band e definiva i Pixies come il suo gruppo preferito. Albini era stato anche il produttore dell’album ‘Pod’ dei Breeders e ‘Surfer Rosa’ dei Pixies, definiti dallo stesso Kurt Cobain come i lavori discografici che amava maggiormente. Nei Nirvana c’è stato sempre un tocco ispirato ai Pixies e la stessa Smells Like Teen Spirit, ne è la prova.

Le registrazioni durarono due settimane nel freddo febbraio del Minnesota e vi presero parte anche Pat Smear dei Germs, anche conosciuto come il quarto Nirvana che, in seguito, continuerà la propria avventura come chitarrista dei Foo Fighters e la violoncellista Kera Schaley

Come accennato previamente, la casa discografica non si aspettava minimamente un disco così lontano da Nevermind e, fu per questo motivo che, dopo un primo ascolto, decisero di coinvolgere nella produzione anche Scott Litt, che aveva già lavorato con i R.E.M. e che mise il suo zampino, soprattutto nel mixaggio di Heart-Shaped Box, Pennyroyal Tea e All Apologies.

Originalmente, erano stati scritti 18 brani per In Utero, ma scartati in seguito. Tra questi vi era ‘I Hate Myself And I Want To Die’, brano che avrebbe dovuto dare origine al nome del disco e ‘Marigold’, unico pezzo scritto interamente da Dave Grohl per i Nirvana. Quest’ultimo fu scartato da Dave stesso, poichè non riteneva giusto che, in un disco introspettivo come In Utero in cui vi era una visione della vita così profonda e personale di Kurt Cobain, vi fosse un pezzo scritto da altri. La canzone fu, poi, ripresa e pubblicata come lato B del singolo Heart-Shaped Box e anche riproposta dai Foo Fighters.  

La copertina di ‘In Utero’: un richiamo di insicurezza e angoscia

Anche se Robert Fisher fu il direttore artistico che realizzò la copertina di In Utero, l’idea di farla in quel modo fu esclusivamente di Kurt Cobain. Inizialmente la copertina avrebbe dovuto rappresentare un feto, disegnato da Kurt stesso, in modo da delineare la propria impersonificazione distorta in un bambino che non verrà mai alla luce. La donna alata che tutti conoscono è la copertina sostitutiva e accettata, poichè meno cruenta della prima versione.

Il fotografo Charles Peterson scattò la foto degli oggetti sparsi sul pavimento di casa di Kurt per realizzare il retro del disco. Disegni, fiori, feti e gusci di tartarughe presenti nella vasca da bagno che Kurt aveva nel bel mezzo del salotto nella casa che condivideva con Matt Lukin dei Melvins. Tra i ringraziamenti vi è anche Quentin Tarantino, poichè il suo modo di fare cinema coincideva perfettamente con la scena grunge, anche se, i Nirvana non lo avevano mai incontrato.

Cofanetto per il 30° anniversario di ‘In Utero’

In Utero’ compie 30 anni e per celebrarlo la casa discografica Geffen/Universal Music ristamperà il disco in diversi formati: il cofanetto Super Deluxe di 8 LP in edizione limitata, il Super Deluxe di 5 CD, una versione in vinile, 2 CD Deluxe e un’edizione Digital Super Deluxe.

Nelle versioni Deluxe saranno presenti ben 53 inediti, per un totale di 72 brani. All’interno dell’edizione commemorativa saranno anche presenti il Live in Los Angeles del 1993 e il Live in Seattle del 1994.

Nei cofanetti Super Deluxe saranno presenti anche le front cover removibili in acrilico, un libro con foto inedite, una litografia del poster del live in Los Angeles, due matrici dei biglietti dello stesso concerto, tre volantini, cinque pass plastificati del tour, una replica del cartonato promozionale e una fanzine.

— Onda Musicale

Tags: Foo Fighters, Nirvana, Kurt Cobain, Courtney Love
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