Musica

Wendy Carlos, la madrina del synth collaboratrice di Kubrick 

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Wendy Carlos

“Vi faccio vedere come otteniamo questi sound. Innanzitutto, nessuno di essi esiste come sound in sé […] ogni sound va costruito, e per farlo bisogna cominciare da qualcosa di semplice.”

Con queste parole Wendy Carlos, abbigliata in un completo di tweed che annuncia, più della tecnologia alle sue spalle, gli anni settanta in boccio, presenta al pubblico della BBC il sintetizzatore MOOG, il suo fedele compagno di lavoro.

Wendy Carlos in studio © 1996-2007 Serendip LLC.

Già l’anno precedente il nome di Carlos era sulla bocca di tutti gli appassionati di musica. E non poteva essere altrimenti, perché il sintetizzatore MOOG portava con sé un potenziale per la nuova musica mai visto prima. Si tratta, infatti, del primo sintetizzatore a tastiera disponibile a livello commerciale, il modello di partenza sul quale sono stati basati tutti gli altri. E basterebbe questo a rendere sempiterno il nome di Wendy Carlos, ma la sua storia non si è fermata qui. E va avanti tuttora. 

Wendy Carlos, musicista scienziata

Wendy Carlos nasce nel 1939 a Rhode Island; prima della tecnica è la musica a irrompere nella sua vita, poiché già a sedici anni studia il pianoforte. Inizia a dedicarsi alla scienza studiando all’università Brown, in un corso ibrido a metà tra la fisica e la musica, e successivamente studia alla Columbia a un master di composizione. È però l’amicizia con Robert Moog, iniziata durante l’inizio del suo lavoro come ingegnera, a dare alla vita di Carlos la svolta decisiva. Proprio a MOOG è intitolato, infatti, il suo celebre sintetizzatore. 

Il sintetizzatore Moog © 1996-2007 Serendip LLC.

Negli anni sessanta Carlos aveva già iniziato il periodo di transizione, assumendo ormoni in privato, ma per timore di rappresaglie violente continuava a presentarsi in pubblico come uomo. In molte apparizioni dell’epoca – incluso il servizio della BBC citato più in alto – indossa abiti maschili e basette finte. Sarebbe stato solo nel 1979 che avrebbe rivelato al mondo la sua femminilità, presentandosi al mondo come Wendy. Un nome di sua scelta, poi applicato retroattivamente a tutta la sua discografia. 

Switched-On Bach, il debutto di Carlos, arriva nel 1968 – un album di record, uno dei primi. In prima posizione nella classifica Billboard degli album di musica classica per dieci settimane, secondo album classico ad diventare disco di platino, e premiato per tre volte ai Grammy Awards del 1970, incluso come Miglior Album Classico. Tutto per un concept oggi semplice: filtrare alcuni pezzi famosi di Johann Sebastian Bach attraverso un sintetizzatore, riproducendoli in forma elettronica e digitalizzata. 

La discografia di Carlos sarebbe andata avanti fino al 1998, con album acclamati dalla critica lontano e vicino dalla musica classica. Spicca la collaborazione del 1988 Peter and the Wolf con il comico e parodista Weird Al Yankovic, che riprende pezzi da Sergej Prokof’iev e Camille Saint-Saens.

Carlos e Kubrick: Arancia Meccanica

“Sono stata una dei pochi artisti a lavorare con lui più di una volta”, scrive Carlos sulla sua pagina il tredici febbraio del 2000. Quasi un anno prima, il 7 marzo del 1999, si spegneva il regista Stanley Kubrick. Tra i suoi capolavori classici spiccano spesso due titoli, Shining e Arancia Meccanica, e numerosi sono a loro volta i nomi di icone del cinema ad essi associati. Uno che non compare spesso, ma che dovrebbe essere ricordato quanto di Malcolm McDowell e Jack Nicholson, è quello di Wendy Carlos. 

La sinergia tra Carlos e Kubrick, entrambi pionieri nei rispettivi generi, è immediata, e si manifesta innanzitutto in Arancia Meccanica, primo lavoro insieme. Il film, uscito nel 1972, è fondato su una dissonanza tonale: è ambientato in un’Europa futuristica e distopica, asettica come solo un mondo di Kubrick può diventare, ma il protagonista Alex DeLarge è appassionato di arte e musica classica. Numerosi sono i pezzi del canone europeo a comparire in Arancia Meccanica, a cominciare dal tanto amato “Ludovico Van”. E nel mezzo c’è Wendy Carlos, che trova un equilibrio tra i due mondi con il suo caratteristico stile. 

L’ouverture di Arancia Meccanica è come il suo mondo, come il suo antieroe: distorta

Qualcosa di bello e amabile, immerso in una cultura amata e ricca di potenziale – ma che non è come dovrebbe essere. Corrotto dalla modernità, come Alexander DeLarge. Spicca su tutte la “Marcia”, poiché non poteva mancare una rivisitazione di Beethoven in un film dedicato a un suo grande ammiratore. Si tratta della prima traccia mai registrata a fare uso di un vocoder per la voce cantata, ed è considerata una precorritrice di generi come il synthpop e il new age. È un Beethoven “posseduto”, contaminato, che si rivolta contro il suo stesso ascoltatore. Un Beethoven a orologeria. 

Le musiche ufficiali del film, raccolte nell’album Stanley Kubrick’s A Clockwork Orange, si sono classificate prime nella classifica italiana Musica e Dischi. L’album contenente tutti i pezzi realizzati da Carlos per il film è invece intitolato A Clockwork Orange: Walter Carlos’s Complete Original Score, essendo stato pubblicato prima della transizione pubblica della compositrice. Sarebbe stato ribattezzato con il corretto “Wendy” nel 2000. 

Ritorno al cinema: The Shining e Tron

Per le musiche di Shining, uscito nel 1980, Wendy Carlos si avvale dell’assistenza di Rachel Elkind, collega produttrice e compositrice con la quale Carlos aveva una grande intesa. E se le musiche di Arancia Meccanica sono orchestrali e sontuose, nonostante la forte distorsione, quelle di Shining sono atmosferiche e anticipano un terrore strisciante. Indimenticabile il tema d’apertura: il senso di disastro incombente della musica contrasta con le immagini idilliache sullo schermo. Una parata di paesaggi magnifici, da cartolina, attraversati da un’utilitaria e ripresi a campo lungo – ma il senso di minaccia è sempre lì. Dovunque stia andando quella macchina non può essere un bel posto. 

“C’è qualcosa di indecentemente sbagliato con la personalità umana. C’è in essa un lato malvagio”, avrebbe dichiarato Kubrick riguardo al tema principe di Shining. L’immagine portante della corruzione, della distorsione del sé, è presente in Shining ancor più che in Arancia Meccanica. L’Overlook Hotel ribalta la percezione di chi vi risiede, trasforma i residenti in altre persone: a partire però, da semi che in loro erano già presenti, e necessitavano solo del terreno giusto per sbocciare. 

In una decisione controversa, criticata dallo stesso autore del romanzo Stephen King, il padre di famiglia Jack Torrance viene mostrato sin dalle prime scene come instabile e pericoloso. Le musiche di Carlos raccontano lo stato mentale di Jack Torrance prima ancora dell’arrivo all’albergo, colorano di terrore anche l’ordinario. Qualcosa che cambia, ma si riconosce ancora per com’era prima.

Molte delle scene musicate da Carlos ed Elkind, purtroppo, non sarebbero mai apparse nei film completi

Carlos ne avrebbe parlato come parte del romanzo di Christine Lee Gennaro “Listening to Stanley Kubrick: The Music in His Films”. Sia in Arancia Meccanica che in Shining, immense sezioni del comparto sonoro sarebbero state cancellate, spesso all’insaputa delle compositrici. In assenza di un contratto formale, Elkind e Carlos hanno dovuto soprassedere all’azione legale. 

Ma questa è solo una delle numerose istanze del carattere volatile di Stanley Kubrick, il cui atteggiamento intransigente è al centro di storie anche più dolorose. Nel suo encomio al regista, dopo la sua morte, Carlos non manca di citare il suo celebre brutto carattere. “Stanley mi piaceva. Apprezzavo Stanley. Amavo la sua intelligenza e curiosità – ma spesso mi faceva impazzire. Eravamo completamente e appassionatamente in disaccordo su alcuni dettagli […] Nessuna distanza da ciò, anche se io la ritenessi superiore, lo avrebbe compiaciuto.” 

Una grande eredità

L’ultimo lavoro di rilievo nel cinema di Carlos sarebbe stato per il film Disney Tron, uscito nel 1982. Ancora una volta si parla di tecnologia, realtà virtuale, e quella che all’epoca era una nuova frontiera: i videogiochi. Dispiace dunque che Carlos, che ancora una volta si produce in una colonna sonora straniante e all’avanguardia, non sia stata richiamata nel sequel Tron: Legacy del 2010. Il suo affetto per le musiche di Tron è particolarmente palpabile. Fu proprio l’impegno di Carlos a prevenire la perdita delle registrazioni originali, le cui bobine rischiarono di andare distrutte negli anni novanta.

Erano state colpite da un fenomeno di degradazione del poliestere, la sindrome del capannone appiccicoso (sticky shed syndrome). Carlos provvide personalmente al loro recupero, tramite il processo della “cottura del nastro”. Esponendo, infatti, le bobine a una temperatura tra i cinquanta e i cinquantacinque gradi centigradi, il legante di poliestere degradato viene ripristinato temporaneamente. Giusto nel tempo sufficiente a registrarlo su un altro supporto. 

Nel 2023, Wendy Carlos ha ottantatré anni e non si atteggia come una celebrità, preferendo lavorare intimamente alla sua musica. È soprattutto oggi che viene riconosciuta e apprezzata, come parte di un impegno per ridare ai talenti queer il credito spesso negato. Ed è probabile che, se tornerà a fare musica, ci sarà sempre qualcuno ad applaudirla. 

— Onda Musicale

Tags: Stanley Kubrick/The Shining/Synthpop
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