A distanza di 22 anni dall’uscita di Free As A Bird, i Beatles superstiti Paul McCartney e Ringo Starr presentano una nuova canzone sotto l’insegna della mela verde. Questa è la mia dichiarazione d’amore.
In principio erano i Beatles
No, non ho nessuna intenzione di scrivere la storia dei Beatles. Innanzitutto perché, per quanto la conosca, non ne sarei in grado: sono troppo di parte. E poi perché lo hanno già fatto in tanti e, sicuramente, molto meglio di quanto mai possa fare io. Però non posso saltare ciò che i Beatles sono stati per più o meno tutti coloro a cui piace la musica.
Le risposte più comuni tra gli amici e i siti di fan sono che i Beatles sono “la tachipirina dell’anima”, “tutto”, “il più grande gruppo musicale del secolo”. Insomma, praticamente nessuno dice qualcosa di negativo. E come farlo, d’altronde? Forse solo Piero Scaruffi, nel suo importantissimo sito internet, tratta i Beatles come farebbe con una band qualunque, ma è veramente una goccia nel mare. E, personalmente, credo abbia tutto il diritto di pensare ciò che vuole.
Ma io no. Io sono di quelli che “i Beatles mi hanno dato la musica”, con tutto quello che può significare.
The Beatles Anthology
Quando nel 1995 uscì la raccolta Anthology i tre superstiti ci ammaliarono con ben due brani nuovi: Free As A Bird e Real Love. Fu una specie di orgasmo perché i brani erano autentici, solo registrati a distanza di anni dalla rec di John Lennon.
Ma ci pensate? Dopo 25 anni i Beatles si riuniscono per registrare della musica insieme. I Beatles, porca miseria! E sono tutti lì, lo puoi vedere nel dvd/vhs o qualunque altro supporto tu abbia per guardarlo! Yoko Ono a fare la padrona di casa e poi Ringo, George e Paul con gli strumenti in mano, come quando erano ragazzini, a suonare insieme. Meraviglia.
Let It Be, il film, ci aveva fatto capire che le cose erano finite male, anzi malissimo. Litigi, sfuriate, sorrisi falsi e altre cose simili. Però ci sta, no? Voglio dire: pensa che pesante dev’essere far parte della più importante ed acclamata band del mondo intero. Quindi vederli lì insieme, dopo 25 anni, può essere solo una bella sensazione. Come dire che si sono lasciati tutto alle spalle, che tutto è tornato come un tempo.
Ecco, i Beatles ci regalano anche queste sensazioni, oltre che la musica
Love
E poi esce Love, nel 2006. Qui nessuna canzone nuova ma, anzi, un disco per uno spettacolo del Cirque du Soleil (bello tra l’altro, ma ho apprezzato di più altri loro spettacoli). E Love, per me, è stato un altro momento memorabile. George Martin mette mano alle rec dei Beatles in modo magistrale, cucendo tra loro canzoni anche molto lontane nel tempo e nello spazio, sebbene registrate tutte negli stessi studi. Il risultato è che, di fatto, ha realizzato altri brani dei Beatles.
Pensa al modo in cui sono state realizzate le transizioni tra un brano e l’altro, o al mashup tra Drive My Car, The Word e What You’re Doing. Martin è riuscito a tirare fuori particolarità che prima erano nascoste bene, quasi inascoltate. E poi c’è Because cantata interamente a cappella: un vero e proprio trip.
Ma non finisce qui.
Rosso e Blu
Un’altra grande raccolta di brani dei Beatles è la doppia Rossa e Blu. Evito la battuta sui pokémon ma sappiate che mi è venuta. E qui si apre un’altra voragine emotiva. Le due raccolte escono nel 1973 e io non ero neanche un pensiero, ma sono fondamentali per conoscere la musica dei Fab Four, ed effettivamente sono in molti ad essersi avvicinati ai Beatles grazie a questi dischi.
Più o meno dividono i dieci anni di attività a metà, mettendo la prima parte della loro carriera nel Red Album e la seconda parte nel Blue Album
Il fatto è che, sull’onda del crescente e mai sopito interesse nei confronti dei Beatles (vedi il film di Peter Jackson, o la docu serie con Paul McCartney intervistato da Rick Rubin, entrambi ottimi prodotti) queste due raccolte escono in una nuova versione. Si aggiungono infatti ben 12 brani al Red Album e 9 al Blue, e tra queste c’è l’ultima canzone dei Beatles, Now And Then.
Nel trailer del documentario di una manciata di minuti, Paul e Ringo ricordano con emozione il momento in cui, grazie all’IA, sono riusciti ad ascoltare la voce di John. La tecnologia arriva direttamente dal film di Peter Jackson, ed è bastato aggiungere, finalmente, la linea di basso e quella di batteria. In più è stato aggiunto un arrangiamento di archi, composto e diretto da Giles Martin. E George?
George, purtroppo morto nel 2001, registrò qualcosa ai tempi di Anthology, quando si fece un primo tentativo su Now And Then
Quel materiale è stato ovviamente tenuto ma non era completo, così Paul ha voluto omaggiare il collega continuando a suonare nello stesso modo. Così la traccia di chitarra solista è a metà suonata da George e a metà da Paul. Il brano è commovente e la voce di John è sognante. Il lavoro fatto risente molto della modernità ma il sound è di sicuro quello beatlesiano. E per essere l’ultima canzone dei Beatles, è davvero molto.