Il ‘Salotto del Vinile’ è l’iniziativa curata da Gianni Corbari, proprietario del negozio di vinili ‘Jean Music Room’ di Ravenna, che prevede l’organizzazione di appuntamenti tematici, durante i quali sono presenti esperti del settore che intervallano l’ascolto di vinili a spiegazioni sul tema scelto.
Il 29 novembre i protagonisti del ‘Salotto del Vinile’ sono stati i Doors e il loro indimenticato leader Jim Morrison, in compagnia di Alessandro Luparini, direttore della Fondazione Casa di Oriani-Biblioteca di Storia Contemporanea e appassionato cultore di musica rock degli anni ‘60/‘70.
Nel corso degli anni, si è parlato molto della figura di Jim Morrison e dimenticarsi della fama del personaggio e della sua storica voce è molto difficile
Nonostante ciò, nel 1969, egli stesso cercò di evadere da questo status, definendosi, all’interno della nota biografica del suo libro di poesie ‘The Lord and the New Creatures’, come diplomato di arte del teatro presso l’UCLA, con l’ambizione di diventare un regista cinematografico, cancellando totalmente il suo passato da rock star.
Il leader dei Doors era un personaggio incline agli eccessi
La cui storia musicale ebbe inizio nel luglio del 1965 a Venice Beach (Los Angeles), luogo dell’incontro con il pianista blues e jazz, Ray Manzarek che già collaborava con altre band. In tale occasione, Jim Morrison presentò a Ray il testo di una sua poesia che, in seguito, diventerà ‘Moonlight Drive’, famoso brano dalle note psichedeliche presente nel secondo disco dei Doors, pubblicato nel 1967.
A questo duo, si unirono Robby Krieger, chitarrista di stampo classico e John Densmore alla batteria, che completarono la formazione, decidendo, in comune accordo, di non ingaggiare alcun bassista. Le parti del basso, durante i concerti, erano suonate alla tastiera da Manzarek, mentre, per le registrazioni in studio, il basso era presente.
Il nome ‘The Doors’ è d’ispirazione letteraria
E, per la precisione, la propria origine la si deve all’opera letteraria del 1954 ‘The Doors of Percepiton’ dello scrittore e filosofo inglese Aldous Huxley, titolo ripreso, a sua volta, dai famosi versi di William Blake, presenti all’interno dell’opera ‘The Marriage of the Heaven and Hell’ del 1794: ‘se le porte della percezione fossero spalancate, tutto apparirebbe all’uomo così come realmente sono: infinite’. Questo concetto si sposava perfettamente con la cultura psichedelica, che andava di pari passo con l’esperienza e l’influenza della droga.
Fin dal principio, i Doors ottennero un gran successo e il primo locale di Los Angeles, che li ospitò, fu il ‘London Fog’, anche se, presto, riuscirono anche ad essere ingaggiati da ‘Whisky a Go-Go’, locale molto più in voga rispetto al primo. È proprio qui che vengono notati da Arthur Lee, leader afroamericano dei Love, prima band interaziale della storia del rock e anche i primi musicisti rock ad essere pubblicati dall’etichetta discografica ‘Eletktra Records’ che, fino ad allora, pubblicava solo artisti appartenenti alla scena della folk. Fu proprio Arthur Lee a segnalare i Doors alla propria etichetta discografica.
Nel gennaio 1967 venne pubblicato, così, il primo disco ‘The Doors’, la cui copertina iconica ritraeva in primo piano il viso di Jim Morrison, sfruttandone la bellezza per scopi commerciali
Di questa copertina, però, Morrison non ne fu entusiasta e la contestò, in quanto nei Doors vigeva una vera democrazia interna e, per questo motivo, non riteneva necessario dare a se stesso più importanza rispetto agli altri membri della band. Questo primo disco ospita grandi classici come ‘Light my Fire’, ‘The End’ e un brano garage rock ‘Break on Through’. Quest’ultimo è un vero e proprio inno alla vita, che deve essere vissuta a pieno, senza essere sopraffatti dalle paure. All’interno del primo disco, si trova anche la ballata psichedelica ‘The Crystal Ship’, che narra la fine della storia d’amore di Jim Morrison e Mary Werbelow.
Il secondo disco dei Doors, ‘Strange Days’ venne pubblicato nel 1967 ed è entrato a far parte anche della classifica dei migliori album di sempre della rivista Rolling Stone. A solo un anno di distanza, venne pubblicato il terzo disco ‘Waiting for the Sun’, opera particolare e diversa dalle precedenti, per l’impiego da parte di Morrison di un registro che ricorda quello di Frank Sinatra, di cui era ammiratore. In questo LP è presente una ballata malinconica: ‘Summer’s Almost Gone’.
Una battuta d’arresto forzata nella carriera dei Doors si ebbe in seguito ad un episodio, confutabile, che ebbe luogo il 1 marzo 1969 durante un concerto sold out a Miami (Florida)
In tale occasione, Jim Morrison in evidente stato di ebbrezza, decise di aizzare il pubblico, invitandolo a scatenarsi liberamente e senza freni inibitori. A fine concerto, Morrison fu denunciato per atti osceni in luogo pubblico, anche se non c’è nessuna prova materiale che dimostri che abbia compiuto davvero dei gesti discutibili in pubblico. Erano anni in cui il perbenismo era uno dei principi della società conservatrice, quindi, il solo presunto gesto di quel calibro, fece innescare un processo che durò fino al 2000, anno in cui, post morte, venne assolto. Da quell’episodio, la vita musicale dei Doors cambiò totalmente. Le radio si rifiutavano di passare le loro canzoni e tutti i concerti furono annullati. Nel momento in cui tornarono sul palco, l’atteggiamento di Jim Morrison cambiò totalmente, meditando anche il proprio ritiro dalle scene.
Prima del ritiro, nel 1970, venne pubblicato ‘Morrison Hotel’, album dal sound blues e con presenze di groove funk
In questo disco partecipò anche il chitarrista blues Lonnie Mack, nelle vesti di bassista, e John Sebastian all’armonica a bocca, sotto lo pseudonimo G. Puglese, probabilmente scelto per una questione di immagine, dopo lo scandalo del concerto in Florida. Uno dei brani più importanti di quest’album è ‘Roadhouse Blues’, che esorta gli ascoltatori ad avere il controllo sulla propria vita e vivere il presente, divertendosi e senza preoccuparsi del futuro.
Il sesto album, nonchè ultimo prima del ritiro definitivo dalle scene è ‘L.A. Woman’, pubblicato nel 1971 e dedicato alla compagna Pamela. A questo progetto presero parte anche Marc Benno alla chitarra ritmica e Jerry Sheff, bassista di Elvis Presley. La caratteristica che rende speciale questo album è il metodo di registrazione a presa diretta. Oltre all’omonimo brano ‘L.A. Woman’, un altro pezzo importante di quest’album è ‘Riders on the Storm’, la cui figura protagonista all’interno del testo è ispirata al serial killer Billy Cook.
Morrison non saprà mai del grande successo ottenuto da questo disco, poichè già trasferito a Parigi per dedicarsi alla poesia, città in cui morirà di lì a breve.