Woodstock è stato il più grande festival del rock. Nella sua seconda giornata ha portato sul palco alcuni dei nomi più importanti di tutti i tempi. È il turno della regina del rock: Janis Joplin.
Tanto per cominciare
La carriera di Janis Joplin e la sua ascesa al vertice sono ben noti a tutti noi. Nata a Port Arthur, in Texas, da una famiglia del sud tipicamente conservatrice, Janis era una specie di outsider vittima di bullismo, fino a quando non trovò un po’ di pace nel blues. Nella testa, le leggende come Bessie Smith, Ma Rainey, e Big Mama Thornton, hanno dato a Janis la forza di sviluppare un canto graffiante ed emotivo mai sentito prima.
Nel 1963 Janis era a San Francisco, dove continuò a perfezionare il suo stile, cantando nei club e nei bar. Trovando spiriti affini nei musicisti della zona, come Jorma Kaukonen (poi chitarrista dei Jefferson Airplane), Janis coltiva una reputazione da cattiva ragazza e come cantante blues esplosiva, con un grande gusto per le droghe pesanti come la metanfetamina e l’eroina.
Quindi fu richiamata a San Francisco nel 1966 per cantare in una delle band più acclamate della Bay Area: i Big Brother & The Holding Company.
Sale la fama
Nel giugno 1967 i Big Brother si esibirono durante il Monterey International Pop Festival, ottenendo un successo strepitoso. L’esibizione, catturata dal regista Pennebaker per il documentario annesso, stupì e deliziò, rendendo il nome di Janis Joplin noto in tutti gli Stati Uniti. Non sorprende che, da lì a poco, la piccola etichetta Mainstream Records, gli permise di pubblicare il loro omonimo album di debutto, uscito nell’agosto del 1967.
Il secondo album, Cheap Thrills, uscì invece per la major Columbia Records, l’anno successivo. A dimostrazione del crescente interesse per i Big Brother e Janis Joplin, Piece Of My Heart divenne un singolo di successo, portando la band immediatamente sulla vetta del pantheon del rock. Sfortunatamente in questo periodo Janis covava una certa insoddisfazione nel suo lavoro con i Big Brother, una situazione esacerbata dall’uso (sia da Janis che dai suoi compagni di band) di droghe pesanti.
Influenzata dai giganti del soul come Otis Redding, Janis lasciò i Big Brother per dedicarsi alla carriera da solista. Era il 1968 e il primo disco della nuova formazione, con una bella sezione fiati, non mancò ad arrivare. Ma non uscì prima di settembre 1969, quindi a Woodstock si presentò con una gran bella novità per i fan.
La performance di Woodstock
Quella di Janis Joplin è stata una delle performance più attese di tutto il festival. Lei era visibilmente agitata, complice anche la fortissima dipendenza dall’eroina che in quel periodo la stava distruggendo.
Il concerto iniziò alle 2 del mattino della domenica e la band aprì con una cover di Raise Your Hand di Eddie Floyd, per mostrare il nuovo sound alla gente. Nonostante tutto, Janis era in formissima. A seguire un paio di brani dal disco di prossima pubblicazione, Come Good As You’ve Been To This World di Nick Gravenites e To Love Someone dei Bee Gees, che hanno pian piano portato il mood della serata verso il basso.
Il brano successivo fu la meravigliosa versione di Summertime di Gershwin, già famosa perché presente nella memorabile registrazione in Cheap Thrills del 1968. La folla era in visibilio e Janis poteva fare quello che voleva. Il tiro sale di nuovo con Try (Just A Little Bit Harder), che sarebbe diventato il più grande successo del nuovo album. Poi Kozmic Blues (sempre dal nuovo album), forse il brano meglio accolto di tutto il set.
Ormai il palco era diventato la sua casa e Janis si permetteva di fare ciò che la faceva divertire di più. Il microfono passa a Snooky Flowers, sax tenore, che si lancia in una versione di Can’t Turn You Loose di Otis Redding. Si va verso la fine. Ancora una volta il mood scende, con la straziante Work Me, Lord di Nick Gravenites, ma poi si torna su con un paio di brani presi da Cheap Thrills.
Il primo è Piece Of My Heart, ma in una versione up tempo quasi irriconoscibile; il secondo, Ball And Chain (Big Mama Thornton), fu il congedo appassionato di Janis dal suo pubblico.
Dopo il festival
Il set di Janis Joplin con la Kozmic Blues Band non fu accolto benissimo, soprattutto da alcuni critici e fan che si aspettavano un suono rock più crudo e psichedelico, così com’erano stati abituati dai Big Brother. Ma ad un attento esame si vedono l’energia, l’emozione e la musicalità insite nel concerto.
Janis Joplin aveva il pieno controllo del palco, e quella sera diede tutto quello che aveva. Per motivi sconosciuti la sua presenza a Woodstock non è stata inclusa nel film e nel disco del festival. Omissione corretta successivamente, ma mancava dal disco ufficiale. Dopo Woodstock, Janis Joplin ha riunito una nuova band, questa volta senza fiati, chiamata The Full Tilt Boogie Band, mantenendo la collaborazione con Brad Campbell, bassista, e con John Till, chitarra.
Dalla fine di agosto all’inizio di ottobre del 1970, Janis e la sua band iniziarono a registrare un nuovo album, ma la dipendenza da eroina stroncò la ragazza che morì il 4 ottobre 1970, per un’overdose. Il suo secondo e ultimo album da solista, Pearl, è stato pubblicato postumo l’anno successivo,