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Wall Of Eyes, il nuovo album dei The Smile

The Smile

Dopo un paio d’anni scarsi, Thom York, Johnny Greenwood e Tom Skinner tornano ad ammaliarci con Wall Of Sound, il nuovo disco dei The Smile.

Non ho molto da dire. Il disco dei The Smile è bellissimo, come mi aspettavo, nonché molto diverso da A Light For Attracting Attention. Ci sono molti riferimenti ai Beatles (Friend Of A Friend, quinta traccia, ne è la prova più lampante) e, ovviamente, ai Radiohead. La musica è molto meno “rock” – nel senso che si sentono meno schitarrate cattive – e molto più intima. Un disco da ascoltare sdraiati a letto.

Ho pensato di cercare delle parole che descrivessero da sole le mie sensazioni dopo l’ennesimo ascolto. Le definizioni dicono più di quanto potrei io.

quiete /quiè·te/ – sostantivo femminile
  1. Assenza di movimento, di turbamento, immobilità; contrapposta a moto, spec. in fisica, e con sign. affine a calma, con riferimento all’aspetto del paesaggio o allo stato dell’atmosfera.

2. Stato di tranquillità, spec. in quanto contrapposto al rumore, alla discordia e alla lotta, al turbamento o affaticamento fisico, psichico o spirituale.

Ho scelto questo vocabolo perché è la prima cosa che viene in mente ascoltando le prime note. Pura quiete. Gli Smile hanno saputo ragionare e rallentare il mondo intorno a loro, rendendo questa musica la colonna sonora della nostra anima.

puro /pù·ro/ – aggettivo
  1. Di quanto, risultando esente da qualsiasi mescolanza con elementi estranei, presenta intatte le proprie caratteristiche, costituiscano esse o no motivo di pregio; estens., può equivalere a ‘limpido’, a ‘fine e salubre’, a ‘gradevole per semplicità ed eleganza’ o, con riferimento all’uso linguistico, a ‘proprio, corretto, esente da contaminazioni straniere o dialettali’.

2. Esente da impurità e da peccato dal punto di vista religioso.

Nel linguaggio filosofico, di attività o funzione teoretica in tutto autonoma. In letteratura: poesia pura, tipo di ricerca poetica tendente al conseguimento di una mera interiorità, di una liricità essenziale, attraverso un linguaggio estremamente raffinato che, impegnando il lettore nell’interpretazione, lo rende collaboratore e integratore del testo. Nel linguaggio scientifico, qualifica le discipline che si occupano di problemi in sé, al di fuori di ogni applicazione pratica.

3. Immune da contaminazioni colpevoli o peccaminose, spesso in quanto contrassegnato da onestà, sincerità. Come s.m., chi professa le proprie idee senza scendere a compromessi.

4. Davanti al nome può assumere il valore di un avverbio di esclusione: dobbiamo portare il p. necessario; ti ho detto la p. verità; talvolta rafforzato da ‘semplice’. Origine – Lat. purum

È puro perché non ricorda nulla di già sentito, se non i soliti riferimenti beatlesiani e dei “chissà-che-fine-hanno-fatto-i-Radiohead”. Eppure, a parte questo, tutto il resto è veramente originale, almeno nel panorama della popular music.

Ci sono chitarre che vengono scordate (o accordate, decidete voi) durante l’esecuzione del brano (Bending Hectic), batterie talmente minimaliste che devi ricordarti di ascoltarle per renderti conto della loro presenza (quasi tutte le tracce) e picchi di esplosioni sonore che strizzano l’occhio ad un rock più cattivo (Under Our Pillows).

attrazione /at·tra·zió·ne/ – sostantivo femminile
  1. Spinta fisica o spirituale all’accostamento o al contatto: a. tra due forze; con senso passivo, sentimento di simpatia, di affetto, o viva inclinazione: provare, sentire a. per una persona.

2. Dote, pregio; attrattiva.Divertimento, spettacolo. Numero sensazionale nei programmi di varietà, circhi equestri e simili.

3. In fisica, forza che due corpi esercitano l’uno sull’altro e che tende ad avvicinarli reciprocamente: a. universale (o gravitazionale).

In linguistica, fenomeno di assimilazione sintattica per cui scelte e concordanze risultano condizionate da parole o idee dominanti ma formalmente secondarie, per es. la massa dei cittadini ‘applaudivano’, anziché ‘applaudiva’.

Origine – Dal lat. attractio -onis, der. di attrahĕre ‘attrarre’ •inizio sec. XIV.

Attrae per la sua stranissima combinazione di difficoltà tecniche unite alla semplicità dell’ascolto. Come atomi, Thom York, Johnny Greenwood e Tom Skinner si attraggono a vicenda, creando una delle migliori super band degli ultimi trent’anni.

I Radiohead non ci sono più da un po’, ma le loro menti creative maggiori (Tom e Johnny) non si lasciano desiderare troppo.

Per chi potesse, a giugno saranno a Roma il 24 giugno di quest’anno.

— Onda Musicale

Tags: Radiohead, Thom Yorke
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