Andrea Rock ci racconta in questa intervista esclusiva per Onda Musicale i retroscena del suo nuovo EP con i Rebel Poets, “Mnà”, un concept su quattro figure femminili nella storia d’Irlanda.
ASCOLTA L’EP: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_k2IZ32axhZJx64TcOnVLryHa_CkEXsAkk
Il titolo dell’EP, “Mnà”, significa “donne” in gaelico. Quando è nata nella tua mente l’idea di fare un EP incentrato sulle storie di quattro donne legate alla storia irlandese?
Da grande appassionato della cultura irlandese, molte volte mi sono trovato di fronte a figure femminile molto affascinanti sotto il profilo attitudinale. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, credo sia importante condividere questo tipo di racconti virtuosi di donne che hanno combattuto contro i pregiudizi di genere e ceto sociale al fine di perseguire i propri ideali.
L’EP “Mnà” prosegue il discorso iniziato con l’album precedente “True Stories”. Puoi spiegarci come hai deciso di raccontare storie vere di personalità legate alla storia culturale e politica irlandese attraverso la tua musica?
La storia dell’Isola di Smeraldo sotto il profilo storico, culturale e politico è estremamente affascinante. E’ anche terribilmente attuale, se si considera quanto è stato determinante il fattore Brexit nel sottolineare i più recenti successi elettorali dei partiti filo repubblicani. Studiando, documentandomi e facendomi influenzare da più parti, spesso confrontandomi con personalità che hanno vissuto o che portano sulla loro pelle i segni di determinate esperienze, non resto mai a corto di stimoli per creare rebel songs di nuova generazione-
La tua proposta musicale si può indentificare come “irish punk” o “celtic rock”, con digressioni più dure. Come hai bilanciato la tradizione musicale irlandese con il contesto attuale per creare il suono unico di questo EP?
La parte musicale è ormai totalmente affidata ai musicisti con i quali condivido il palco, ovvero Luca Taglietti, Ivan Marconi e Andrea Merlini; a parte Lorena Vezzaro, gli altri ragazzi non provengono da ambienti folk o tradizionali e quindi ragionano fuori dagli schemi e dagli obbligati nei quali spesso si affossano molte realtà appartenenti a questa scena. Io mi occupo del concept, dei testi e di tutte le linee melodiche; l’argomento trattato determina l’intensità della performance.
Il violino di Lorena Vezzaro contribuisce in modo significativo al suono dell’EP. Come hai scelto di integrare questo strumento e quale ruolo svolge nella tua visione musicale per “Mnà”?
Il violino è il nostro unico elemento realmente tradizionale sotto il profilo del sound. Per questo motivo prende lo spazio di una seconda voce narrante, spesso con la stessa importanza di quella del cantante.
Ogni brano dell’EP racconta la storia di una donna specifica legata alla storia irlandese. Come hai selezionato queste quattro figure femminili e quali elementi della loro vita hai sentito fossero cruciali da condividere attraverso la tua musica?
Ogni volta il lavoro di selezione è molto specifico, perchè da un lato voglio fare divulgazione, ma dall’altro voglio che ci sia un punto d’accesso non troppo difficoltoso per coloro che si avvicinano per la prima volta a queste tematiche. La “contessa di Sligo” Constance Markiewicz mi ha sempre affascinato per la sua scelta consapevole di rinunciare ai privilegi familiari e lottare a fianco dei rivoluzionari del 1916. La storia di Julie Livingstone è uno dei tanti tristi episodi di vittime innocenti del conflitto e purtroppo la sua storia è ravvisabile in tanti contesti oggi noti. Bernadette Devlin è l’unica donna ancora in vita quest’oggi e rappresenta l’approccio più politico alla causa repubblicana in Irlanda del Nord. Grace Gifford è la protagonista di uno dei canti più noti del Paese; la sua storia d’amore tragica viene intonata anche negli stadi di calcio in occasione delle più sentite rivalità.
L’attenzione alle tematiche culturali e storiche è una caratteristica distintiva del tuo progetto. Come la tua passione per la cultura, la storia e la musica irlandese influenza il processo creativo e la scelta dei temi trattati nei tuoi brani?
E’ appunto il concept e tema centrale del progetto. Voglio distinguermi dalle band che hanno proposte più orientate al cosiddetto “craig”, la festa. Abbiamo qualche brano più “leggero” in scaletta, ma il mio motto è: “we make you sing, while we make you think”.
L’EP è stato registrato, mixato e masterizzato in Attitude Studio Milano. In che modo l’affidarti alla collaborazione con Gianluca Veronal e Alessandro Strada hanno contribuito a definire il suono di “Mnà”?
Ho messo in piedi Attitude Studio nel 2018, insieme a Gianluca Veronal e con lui abbiamo definito quello che sarebbe stato l’approccio sia artistico che professionale da infondere al progetto. In primo luogo abbiamo scelto di lavorare solo ed esclusivamente su produzioni che ritenevamo stimolanti e che avevano qualcosa da dire, in quanto “l’attitudine è l’unica cosa che non può essere comprata”. Con lui e successivamente Alessandro Strada abbiamo seguito passo dopo passo le incisioni del progetto Rebel Poets e abbiamo ricercato un suono che non fosse standardizzato nel genere; proprio per questo motivo, abbiamo lavorato senza reference, prendendo spunto da ciò che ci piaceva e che ritenevamo interessante proveniente da ambienti musicali anche lontani dall’irish. Per la stessa ragione ogni disco suona differente rispetto al precedente. In “Mnà” abbiamo scelto di allontanarci ulteriormente dai “classici”, dando libero sfogo alle sensazioni derivanti dai brani; dove serviva più forza per dare impatto ai testi, non ci siamo risparmiati e abbiamo inserito citazioni quasi metal (“Constance”), senza però tralasciare la matrice folk (“Bernadette”). I Rebel Poets hanno un suono proprio in continua evoluzione.