Musica

La nascita del videoclip: dalle origini ad essere una forma d’arte

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Michael Jackson

La storia del videoclip musicale affonda le sue radici nei primi decenni del XX secolo. Già negli anni ’20 e ’30, i cortometraggi musicali, conosciuti come “soundies” negli Stati Uniti e “film jukebox” in Europa, erano proiettati nei cinema e nei locali notturni. Questi brevi film presentavano artisti che eseguivano le loro canzoni e servivano come forma di intrattenimento visivo legato alla musica.

Gli Anni ’50

Negli anni ’50, con l’avvento della televisione, programmi come “American Bandstand” negli Stati Uniti e “Ready Steady Go!” nel Regno Unito iniziarono a presentare performance musicali filmate, che possono essere considerati i primi passi verso il concetto moderno di videoclip. Durante questo periodo, alcuni artisti, come Elvis Presley, iniziarono a realizzare film musicali e brevi video promozionali per promuovere le loro canzoni.

Gli Anni ’60: L’era dei promo film

Il vero precursore del videoclip moderno si manifestò negli anni ’60 con la creazione dei cosiddetti “promo film“. I Beatles furono pionieri in questo campo, realizzando brevi filmati promozionali per canzoni come “Penny Lane” e “Strawberry Fields Forever“. Questi video erano destinati alla trasmissione televisiva e rappresentavano un modo innovativo per promuovere la musica senza la necessità di esibizioni dal vivo.

Gli Anni ’70: la sperimentazione e la nascita di MTV

Negli anni ’70, il concetto di videoclip iniziò a prendere forma come lo conosciamo oggi. Artisti come David Bowie e Queen sfruttarono il potenziale del video musicale per creare immagini potenti e memorabili. Il videoclip di “Bohemian Rhapsody” dei Queen, pubblicato nel 1975, è spesso considerato uno dei primi veri videoclip musicali, con l’uso di effetti visivi innovativi per l’epoca. La svolta decisiva arrivò nel 1981 con il lancio di MTV (Music Television), un canale televisivo dedicato esclusivamente alla trasmissione di video musicali. Il primo video trasmesso da MTV fu “Video Killed the Radio Star” dei Buggles, un titolo profetico che segnò l’inizio di una nuova era per la musica e l’intrattenimento visivo.

Gli Anni ’80 e ’90: l’età d’oro del videoclip

Con MTV al centro della scena, gli anni ’80 e ’90 videro una fioritura straordinaria di creatività e innovazione nei videoclip. Artisti come Michael Jackson, Madonna e Prince sfruttarono il medium per ampliare il loro appeal e rafforzare la loro immagine pubblica. Il video di “Thriller” di Michael Jackson, diretto da John Landis nel 1983, rimane uno dei più iconici e influenti di tutti i tempi, con la sua combinazione di narrazione cinematografica e coreografia spettacolare.

Anni 2000: l’era di internet e YouTube

Con l’avvento di Internet e piattaforme come YouTube, il videoclip ha subito un’ulteriore trasformazione. Ora, artisti di ogni livello possono caricare e condividere i loro video con un pubblico globale. Questo ha democratizzato l’accesso alla produzione e alla fruizione dei video musicali, permettendo a nuovi talenti di emergere e raggiungere il successo virale.

Il futuro del videoclip

Oggi, il videoclip musicale continua a evolversi, integrando tecnologie avanzate come la realtà virtuale e aumentata. I videoclip non sono più solo strumenti promozionali, ma opere d’arte indipendenti che raccontano storie, esplorano temi complessi e sperimentano con nuove forme di espressione visiva. In conclusione, dalla sua nascita nei primi decenni del XX secolo alla sua affermazione come forma d’arte contemporanea, il videoclip musicale ha percorso un lungo cammino. Ha trasformato il modo in cui fruiamo la musica, ha influenzato la cultura pop e continua ad essere una piattaforma fondamentale per l’innovazione artistica.

— Onda Musicale

Tags: Elvis Presley/Queen/The Beatles/Michael Jackson/Prince/the buggles
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