Jesse Fink è l’autore del nuovo libro sulla carismatica figura di Bon Scott, storico cantante degli AC/DC dopo la brevissima parentesi con Dave Evans, intitolato Bon: The Last Highway: The Untold Story OfBon Scott And AC/DC’s Back In Black.
Nel libro Fink si concentra molto sulle ultime ore del cantante ad East Dulwich, Londra, nel 1980 prima che venisse trovato senza vita in un’auto fuori dal condominio di un amico.
Fink in particolare non ha mai dato troppo credito alla tesi di morte per intossicazione da alcool ed ha preferito indagare ulteriormente sulla vicenda intervistando persone vicine a Scott, come Paul Chapman (chitarrista) e Pete Way (bassista) degli UFO, l’ex ragazza di Scott, Margaret “Silver” Smith e l’amico del cantante che era con lui quella maledetta notte, tale Alistair Kinnear.
Fink ha dunque dichiarato a Classic Rock “ho parlato sia a Chapman che a Way per molte ore sulla sequenza di eventi che Barton (giornalista) ha descritto nel suo pezzo per Classic Rock e ho scoperto, guardando molto a fondo, che le storie di Chapman e Way avevano trattenuto dei dettagli importanti”.
“Silver Smith e Joe Fury non avevano negato che Chapman ricevette la telefonata in cui lo informavano della morte di Bon e che poi avesse chiamato Way per avere il numero degli AC/DC”
“La parte difficile– continua Fink – è stata far combaciare le storie di Chapman e Way con quelle di Joe, Silver e Kinnear, tutti loro avevano infatti la propria versione su cosa è successo da quando Bon ha deciso di uscire dal suo appartamento a Westminster nella notte del 18 febbraio 1980 fino a quando è stato dichiarato morto al King’s College Hospital la sera successiva”.
“Poi ci fu una svolta nella mia indagine grazie alla moglie di Peter Perrett, Zena Kakoulli, che ha detto di essere andata con Bon ed Alistair nell’East Dulwich dopo che hanno lasciato il Music Machine. Lei era dentro l’appartamento di Alistair mentre Bon era nella macchina fuori ed un testimone oculare al club afferma di aver visto Bon fatto da quello che lui era sicuro fosse eroina”.
La tesi di Fink è stata ulteriormente avvalorata dalla qualità delle indagini da parte della polizia e del coroner definite da egli come “al di sotto dello standard”.
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