Il mondo della musica piange un grande produttore e arrangiatore che era anche un violoncellista e un compositore. Paul Buckmaster è scomparso a 71 anni.
Paul Buckmaster ha collaborato con moltissimi grandi artisti fra i quali ricordiamo David Bowie e Elton John. Dopo un inizio come violoncellista, Paul capisce subito che quella dell’arrangiatore è la sua strada, quella in cui sa di poter lasciare un segno. E infatti comincia subito col botto, collaborando, nel 1969, con il Duca Bianco nell’arrangiamento di uno dei suoi più grandi classici: Space Oddity.
La sua carriera sembra crescere disco dopo disco, e successo dopo successo, lo ricordiamo per il lavoro che fece con Elton John, su due dischi importanti come “Tumbleweed connection” e “Madman across the water“, rispettivamente del 1970 e del 1971, in cui Buckmaster realizzò tutti gli arrangiamenti di entrambi i lavori.
Nato a Londra il 13 giugno 1946, Paul a 4 anni iniziò a studiare il violoncello, strumento di cui diventerà un virtuoso che non farà mai pesare la sua maestria sapendo mettersi al servizio di un «suono collettivo», a 11 vinse la borsa di studio per la Royal Academy of Music. Ma la mamma – napoletana, diplomata al San Pietro a Majella, aveva incontrato il padre, soldato inglese, al San Carlo, poi l’aveva sposato e l’aveva seguito a Londra – voleva che studiasse in quello che era stato il suo conservatorio: tanto fece che riuscì a procurargli una borsa di studio, permettendogli in infanzia di frequentare anche il San Pietro a Majella per due-tre anni di cui ha portato sino alla fine il ricordo nel cuore.
Lunghissima la lista degli artisti con cui ha lavorato: Rolling Stones («Sticky fingers»), Leonard Cohen («Songs of love and hate»), Grateful Dead («Terrapin station»), Mott the Hoople, Kevin Ayers, Third Ear Band, Nucleus, Harry Nilsson, Carly Simon, Faith Hill, Backstreet Boys, The Darkness, Keith Urban, Celine Dion, Ben Folds Five, Mika, Michael Bublè, Tears for Fears, Faith Hill.
In Italia aveva lavorato con Angelo Branduardi (fondamentale fu il suo apporto all’lp di debutto), Teresa De Sio (era orgoglioso, anche per motivi di sangue, delle sue riletture dei classici napoletani contenuti in un disco troppo presto dimenticato come «Toledo e regina»), Tony Esposito («Rosso napoletano»), Riccardo Cocciante e Mina.
Nel 2001 aveva vinto un Grammy come miglior arrangiatore per «Drops of Jupiter» dei Train, per occuparsi poi anche di «Chinese democracy» dei Guns’N’Roses. Attivo anche nel campo delle colonne sonore, era fiero del lavoro per «L’uomo che cadde sulla terra», ancora con Bowie, e «Le dodici scimmie» di Terry Gilliam.