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Stuart Sutcliffe: una vita troppo breve per il visionario “quinto Beatles”

Stuart Sutcliffe

Stuart Sutcliffe, nato il 23 giugno 1940 a Edimburgo, è noto principalmente come il “quinto Beatle” per il suo ruolo di bassista dei Beatles nei loro primi anni di carriera.

Stuart Sutcliffe era molto più di un semplice musicista

Anche se è conosciuto soprattutto per la sua breve ma significativa collaborazione con la band, Stuart Sutcliffe era molto più di un semplice musicista: era anche un pittore di talento, profondamente influenzato dalle correnti artistiche dell’espressionismo astratto e delle avanguardie europee. La sua vita, sebbene tragicamente breve, è stata caratterizzata da una straordinaria creatività e da un’intensa amicizia con John Lennon, che ha avuto un impatto significativo sulla sua carriera artistica e musicale.

I primi anni e l’incontro con i Beatles

Stuart Fergusson Victor Sutcliffe nacque in una famiglia di classe media a Edimburgo, in Scozia, ma si trasferì a Liverpool durante l’infanzia. Era un ragazzo talentuoso, particolarmente dotato nel campo delle arti visive, e frequentò il Liverpool College of Art, dove incontrò John Lennon. La loro amicizia si sviluppò rapidamente grazie a interessi comuni, soprattutto per la musica e l’arte. Sutcliffe non era originariamente un musicista, ma Lennon lo convinse a comprare un basso elettrico con i soldi ricavati dalla vendita di uno dei suoi dipinti. Fu così che Sutcliffe si unì alla band che in seguito sarebbe diventata famosa come i Beatles.

Ruolo di Stuart Sutcliffe nei Beatles e il periodo ad Amburgo

Nel 1960 Stuart Sutcliffe entrò a far parte del gruppo, allora noto come “The Silver Beetles“, come bassista. Insieme a Lennon, Paul McCartney, George Harrison e il batterista Pete Best, si recò ad Amburgo dove la band iniziò a suonare in vari club, tra cui il famoso Indra Club e il Kaiserkeller. Questo periodo ad Amburgo fu cruciale per i Beatles: non solo perché permisero alla band di sviluppare il proprio suono e di consolidare la loro reputazione, ma anche perché influenzò profondamente Sutcliffe, che si innamorò della città, della sua scena artistica e della fotografa tedesca Astrid Kirchherr.

Sutcliffe e Kirchherr iniziarono una relazione romantica e si fidanzarono

Kirchherr, insieme a Klaus Voormann, un altro membro della scena artistica di Amburgo, influenzò lo stile estetico dei Beatles, contribuendo a introdurre il loro iconico taglio di capelli “a caschetto” che sarebbe diventato il marchio di fabbrica della band negli anni successivi.

Il ritiro dalla musica e il ritorno all’arte

Nonostante il suo ruolo nei Beatles, Sutcliffe non era particolarmente dotato come bassista; infatti, le sue abilità musicali venivano spesso messe in discussione dagli altri membri della band, in particolare da Paul McCartney. Tuttavia, John Lennon, con cui aveva un legame profondo, lo difendeva sempre. Alla fine del 1960, Sutcliffe decise di lasciare la band per concentrarsi sulla sua carriera di pittore e per restare ad Amburgo con la Kirchherr.

Sutcliffe si iscrisse alla Hochschule für bildende Künste di Amburgo, dove studiò sotto la guida di Eduardo Paolozzi, un rinomato scultore e artista britannico di origine italiana, noto come uno dei padri del movimento pop art. Sutcliffe dimostrò rapidamente di avere un notevole talento e venne apprezzato dai suoi professori per il suo stile espressivo e innovativo, fortemente influenzato dall’espressionismo astratto, che era molto in voga all’epoca.

Declino della salute e la morte prematura

Nel 1961 la salute di Stuart Sutcliffe iniziò a peggiorare. Soffriva di forti mal di testa e periodiche perdite di coscienza, sintomi che furono attribuiti a un’emorragia cerebrale. Il 10 aprile 1962, a soli 21 anni, Stuart Sutcliffe morì tragicamente ad Amburgo, pochi giorni prima dell’arrivo dei Beatles per un’altra serie di concerti. Il giovane morì all’età nell’ambulanza che lo stava portando all’ospedale. Ufficialmente la causa della morte fu una «paralisi cerebrale dovuta a emorragia nel ventricolo destro del cervello».

Un anno e mezzo dopo, in un successivo esame autoptico, gli anatomopatologi di Amburgo rilevarono che all’epoca del decesso nel cervello di Sutcliffe si stava sviluppando un tumore originato probabilmente da una frattura del cranio, forse prodottasi tre anni prima a causa di un pestaggio da parte di una banda di Teddy Boy. La sua morte fu un duro colpo per i membri della band, in particolare per John Lennon, che perse non solo un compagno di band ma anche un caro amico.

Eredità artistica e culturale di Stuart Sutcliffe

Sebbene la sua vita sia stata breve, l’impatto di Stuart Sutcliffe sulla cultura pop e sulla storia dei Beatles è stato significativo. È spesso ricordato come una figura romantica e tragica: il giovane artista ribelle, talentuoso e carismatico, che scelse di seguire la sua passione per l’arte piuttosto che la musica commerciale. Anche se la sua carriera musicale è stata breve, Sutcliffe ha contribuito in modo fondamentale a definire l’estetica iniziale dei Beatles, lasciando un’impronta significativa nella storia della musica.

La sua arte, sebbene meno conosciuta del suo ruolo nella band, è stata esposta in diverse mostre postume, ricevendo elogi da critici e storici dell’arte. Kirchherr e Voormann hanno continuato a promuovere il lavoro di Sutcliffe, contribuendo a mantenere viva la sua memoria.

In conclusione

Stuart Sutcliffe rappresenta l’archetipo dell’artista giovane e promettente che lascia il mondo troppo presto. Sebbene la sua carriera con i Beatles sia stata breve e la sua abilità come musicista sia stata spesso messa in discussione, il suo impatto sulla band e sulla cultura degli anni ’60 è innegabile. Più di tutto, Sutcliffe incarna il conflitto tra passione e obbligo, tra amicizia e ambizione, e tra arte e musica, rimanendo una figura affascinante e complessa nella storia dei Beatles e dell’arte del XX secolo.

— Onda Musicale

Tags: John Lennon, The Beatles, Ringo Starr, Paul McCartney, Pete Best
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