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The Clash: band simbolo di integrità artistica, impegno politico e innovazione musicale

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The Clash

La storia dei Clash inizia nel tumultuoso clima sociale e musicale della Londra del 1976.

Joe Strummer (voce, chitarra ritmica), precedentemente leader dei 101’ers, incontrò Mick Jones (chitarra solista, voce) e Paul Simonon (basso) durante le prime manifestazioni della scena punk londinese. Con l’aggiunta di Terry Chimes alla batteria, i Clash presero forma. Il nome “The Clash” fu suggerito da Simonon, riflettendo il conflitto sociale dell’epoca e l’atteggiamento combattivo della band. Fin dall’inizio, il gruppo si distinse per la sua fusione di energia punk, consapevolezza politica e apertura a diverse influenze musicali.

L’ascesa rapida e il debutto esplosivo (1977-1979)

Nel 1977, i Clash pubblicarono il loro album omonimo di debutto. Con brani come “White Riot” e “London’s Burning“, l’album catturò l’essenza del punk britannico, mescolando rabbia, energia e commento sociale. Nello stesso anno Terry Chimes lasciò la band e fu sostituito da Topper Headon.

Da “Give ‘Em Enough Rope” a “London Calling”

Il secondo album, “Give ‘Em Enough Rope” (1978), vide la band espandere il proprio suono, mantenendo l’energia punk ma incorporando elementi di rock classico. Ma fu con “London Calling” (1979) che i Clash raggiunsero nuove vette artistiche. Questo doppio album, che spaziava dal punk al reggae, dal rockabilly al pop, è considerato uno dei migliori album rock di tutti i tempi.

L’apice creativo e commerciale dei Clash: “Sandinista!” e l’espansione sonora (1980-1982)

Nel 1980, i Clash pubblicarono l’ambizioso triplo album “Sandinista!“, che ampliò ulteriormente il loro spettro musicale, includendo dub, rap, gospel e world music. Sebbene divisivo tra i fan, l’album dimostrò la volontà della band di spingersi oltre i confini del punk.

Il successo mainstream con “Combat Rock”

Combat Rock” (1982) rappresentò l’apice commerciale dei Clash. Con hit come “Rock the Casbah” e “Should I Stay or Should I Go“, l’album portò la band al successo mainstream negli Stati Uniti, pur mantenendo il loro caratteristico mix di politica e sperimentazione musicale.

Il declino e lo scioglimento dei Clash (1983-1986)

La pressione del successo e i conflitti interni iniziarono a pesare sulla band. Nel 1983, Topper Headon fu espulso a causa dei suoi problemi di droga, e poco dopo anche Mick Jones lasciò la band a seguito di disaccordi creativi con Strummer.

Strummer e Simonon continuarono con nuovi membri, pubblicando “Cut the Crap” nel 1985, ma l’album fu un insuccesso critico e commerciale. Nel 1986, Strummer sciolse ufficialmente i Clash, ponendo fine a una delle carriere più influenti nella storia del rock.

«La fine è cominciata il giorno in cui abbiamo fatto fuori Topper»

(Joe Strummer)

Il loro stile musicale

All’inizio, i Clash si affermarono con un punk rock monolitico e nichilista, ispirato al rock and roll e al garage rock, come era tipico della prima ondata punk. Questa formula caratterizzò i loro primi due album, The Clash (1977) e Give ‘Em Enough Rope (1978). Con il successivo London Calling (1979), tuttavia, il gruppo cambiò direzione, mantenendo l’ispirazione rock and roll ma con un approccio più melodico e aperto a una varietà di influenze diverse che avrebbero poi definito il loro stile. London Calling mostra una fusione di reggae, funky, rockabilly e r&b, un eclettismo che i Clash amplificarono ulteriormente con Sandinista! (1980), un album di trentasei tracce che sperimenta suoni nuovi, specialmente nel terzo disco, con arrangiamenti elettronici. Anche in Combat Rock (1982), la band esplora sonorità legate alla musica da ballo e a quella etnica. Gli stili associati ai Clash includono varie declinazioni del punk rock, come il british punk, il dance punk, il post-punk e la new wave, mentre tra le loro influenze si annoverano il dub e lo ska.

I Clash lasciarono un’impronta molto profonda sulla musica rock

Furono pionieri nell’incorporare elementi di reggae, ska e world music nel punk rock, aprendo la strada a future sperimentazioni nel genere. Il loro impegno politico e sociale, unito a una musicalità eclettica e potente, li rese una delle band più importanti e influenti della loro generazione. L’influenza dei Clash si estende ben oltre il punk, toccando generi come l’alternative rock, il post-punk e persino l’hip-hop. Band come U2, Green Day e The Strokes hanno citato i Clash come una delle loro principali influenze.

Reunion e attività post-scioglimento

Nonostante varie offerte nel corso degli anni, i Clash non si sono mai riuniti ufficialmente per una performance dopo lo scioglimento. Joe Strummer morì improvvisamente nel 2002, ponendo fine a qualsiasi speranza di una vera riunione. Nel 2003, la band fu introdotta nella Rock and Roll Hall of Fame. Negli anni successivi, sono state pubblicate varie raccolte e riedizioni del loro materiale, mantenendo viva l’eredità della band.

«I Clash erano dei poeti. In quanto artisti che lavoravano nel campo della musica […] erano completamente liberi di esprimere e riflettere il loro disagio nei confronti del mondo che li circondava. Esprimevano rammarico anche per il fatto che le band che li avevano preceduti — come gli Who — non erano state abbastanza militanti»

(Pete Townshend)

In conclusione

I Clash rimangono un simbolo di integrità artistica, impegno politico e innovazione musicale. La loro evoluzione da punk rockers arrabbiati a pionieri musicali globali rappresenta uno dei percorsi più affascinanti nella storia del rock. La loro musica continua ad ispirare e influenzare artisti in tutto il mondo, confermando il loro status di vere leggende del rock.

— Onda Musicale

Tags: Green Day/U2/Strokes
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