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David “Honeyboy” Edwards, prezioso custode della memoria del blues

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David "Honeyboy" Edwards

David “Honeyboy” Edwards è stato uno degli ultimi grandi bluesman della generazione del Delta blues, un testimone vivente di un’epoca musicale ormai lontana.

Gli inizi

Nato il 28 giugno 1915 a Shaw, Mississippi, David “Honeyboy” Edwards crebbe in una famiglia di sharecroppers, lavoratori agricoli che coltivavano la terra in cambio di una parte del raccolto. La sua infanzia fu segnata dal duro lavoro nei campi di cotone, ma anche dall’esposizione precoce alla musica blues che risuonava nelle piantagioni e nei juke joints del Delta del Mississippi. Fu proprio in questo ambiente che il giovane David iniziò a suonare la chitarra, imparando da musicisti locali e sviluppando uno stile unico che avrebbe caratterizzato tutta la sua carriera.

L’orgine del suo soprannome

Il soprannome “Honeyboy” gli fu dato da sua sorella quando era ancora un bambino, e rimase con lui per tutta la vita, diventando parte integrante della sua identità artistica. Negli anni ’30, ancora adolescente, Edwards iniziò a viaggiare come musicista itinerante, suonando per le strade, nelle feste e nei locali di tutto il Sud degli Stati Uniti.

Fu durante questi anni che David “Honeyboy” Edwards ebbe l’opportunità di conoscere e suonare con alcune delle figure più leggendarie del blues, tra cui Robert Johnson, Charlie Patton e Big Joe Williams. In particolare, la sua amicizia con Robert Johnson divenne parte integrante della sua storia personale. Edwards era presente la notte del 16 agosto del 1938 in cui Johnson fu avvelenato e morì in circostanze misteriose, un evento che segnò profondamente la storia del blues e che Edwards raccontò più volte nel corso della sua vita.

Negli anni ’40 e ’50, Edwards continuò a viaggiare e suonare, registrando occasionalmente per piccole etichette discografiche. Tuttavia, come molti musicisti blues della sua generazione, faticò a trovare un pubblico stabile in un’epoca in cui il blues stava perdendo popolarità a favore di nuovi generi musicali.

La svolta nella carriera di Edwards arrivò negli anni ’60, con il revival del folk e del blues

Una nuova generazione di appassionati e musicisti riscoprì il blues del Delta e Edwards trovò finalmente il riconoscimento che meritava. Iniziò a esibirsi in festival e club in tutto il paese e all’estero, registrando album che consolidarono la sua reputazione come uno degli ultimi autentici bluesman del Delta.

Lo stile di Edwards era caratterizzato da un suono grezzo e potente, con un fingerpicking incisivo e una voce carica di emozione. Le sue canzoni raccontavano storie di vita vissuta, di amore, perdita e lotta quotidiana, riflettendo le esperienze della sua giovinezza nel Mississippi e dei suoi anni di viaggi. Nel corso della sua lunga carriera, Edwards ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui un Grammy Lifetime Achievement Award nel 2010. Continuò a esibirsi fino a tarda età, mantenendo un calendario di concerti fitto anche quando era ormai ultranovantenne.ù

La sua morte

David “Honeyboy” Edwards si spense il 29 agosto 2011, all’età di 96 anni, a Chicago, la città che era diventata la sua casa negli ultimi decenni della sua vita. Con la sua scomparsa, si chiuse simbolicamente un’era della musica americana. Edwards non fu solo un grande musicista, ma anche un prezioso custode della memoria del blues, un ponte vivente tra le origini rurali del genere e la sua evoluzione nel corso del XX secolo.

— Onda Musicale

Tags: Robert Johnson/Blues/delta blues
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