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Il suono del silenzio: la storia dello “slowcore”

La band Galaxie 500

Lo slowcore, noto anche come sadcore o quiet rock, è un sottogenere del rock alternativo che ha preso forma nei primi anni ’90, caratterizzandosi per la sua natura introspettiva e il suo approccio minimalista alla composizione musicale.

Questo genere unico ha sfidato le convenzioni del rock tradizionale, abbracciando tempi lenti, volumi bassi e atmosfere malinconiche per creare un paesaggio sonoro distintivo e emotivamente carico.

Le radici dello slowcore possono essere rintracciate nella scena musicale indipendente americana degli anni ’80 e primi ’90. In un’epoca dominata dal grunge rumoroso e dall’energia frenetica del punk, alcune band iniziarono a esplorare un territorio sonoro più quieto e contemplativo. Questi pionieri stavano reagendo, in parte, all’eccesso e all’aggressività che dominavano la musica alternativa del periodo, cercando invece di creare un suono che riflettesse la quiete e l’introspezione.

Tra i primi a definire il suono dello slowcore ci furono band come Galaxie 500, fondata a Boston nel 1987. Il loro approccio minimalista, caratterizzato da melodie semplici, ritmi lenti e la voce eterea di Dean Wareham, gettò le basi per quello che sarebbe diventato lo slowcore. L’album di debutto del gruppo, “Today” (1988), è considerato da molti un precursore fondamentale del genere.

Contemporaneamente, sulla costa occidentale, i Codeine stavano sviluppando un suono simile ma ancora più spoglio. Il loro album “Frigid Stars” del 1990 è spesso citato come uno dei primi esempi puri di slowcore. La band si distingueva per i suoi tempi estremamente lenti, le dinamiche controllate e i testi introspettivi, elementi che sarebbero diventati caratteristici del genere.

Man mano che gli anni ’90 avanzavano, lo slowcore iniziò a prendere una forma più definita

Band come Low, originari del Minnesota, emersero come figure chiave del movimento. Il loro album di debutto, “I Could Live in Hope” (1994), con la sua produzione scarna e le armonie sussurrate, divenne un punto di riferimento per il genere. I Low perfezionarono un’estetica sonora che enfatizzava il silenzio quanto il suono, creando tensione e atmosfera attraverso la moderazione piuttosto che l’eccesso.

Altre band significative che contribuirono a definire e espandere i confini dello slowcore includono i Red House Painters, guidati dal cantautore Mark Kozelek. Il loro approccio alla composizione, che mescolava folk introspettivo con arrangiamenti minimalisti, allargò la portata sonora del genere. Album come “Down Colorful Hill” (1992) e “Ocean Beach” (1995) sono considerati classici dello slowcore.

Gli Idaho, con il loro suono denso e stratificato, e gli Spain, con la loro fusione di slowcore e jazz, dimostrarono la versatilità del genere

Queste band esplorarono diverse sfumature dello slowcore, dimostrando che il genere poteva abbracciare una gamma di influenze pur mantenendo la sua essenza introspettiva e minimalista. Mentre lo slowcore rimaneva principalmente un fenomeno underground, la sua influenza iniziò a farsi sentire in cerchi più ampi della musica indie. Band come Bon Iver e Sigur Rós, pur non essendo strettamente classificabili come slowcore, hanno chiaramente attinto a elementi del genere nel loro approccio alla composizione e alla produzione.

Verso la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, lo slowcore aveva stabilito una solida nicchia nella scena musicale indipendente

Band come Bedhead, Ida, e Mojave 3 continuarono a esplorare e raffinare il suono del genere. L’etichetta Kranky Records divenne un punto di riferimento per molti artisti slowcore, aiutando a promuovere e diffondere il genere. Nonostante non abbia mai raggiunto il successo mainstream di altri generi alternativi, lo slowcore ha mantenuto una base di fan devoti e ha continuato a influenzare musicisti ben oltre i confini del genere. La sua enfasi sulla sottilità, l’emozione e lo spazio sonoro ha lasciato un’impronta duratura sulla musica indipendente.

Negli anni recenti, c’è stato un rinnovato interesse per lo slowcore, con nuove band che abbracciano e reinterpretano l’estetica del genere

Artisti come Grouper, Mount Eerie e Cigarettes After Sex hanno portato avanti l’eredità dello slowcore, adattandola alle sensibilità contemporanee. Lo slowcore rimane un genere di nicchia ma influente, apprezzato per la sua capacità di evocare emozioni profonde attraverso mezzi minimi. La sua influenza può essere sentita in vari aspetti della musica moderna, dal folk sperimentale all’ambient pop.

— Onda Musicale

Tags: Galaxie 500, Codeine
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