La storia dei Codeine è un affascinante viaggio nel mondo del rock alternativo degli anni ’90, caratterizzato da sonorità lente e malinconiche che avrebbero influenzato profondamente la scena indie rock.
I Codeine si formarono a New York City nel 1989, frutto dell’incontro tra il cantante e bassista Stephen Immerwahr, il chitarrista John Engle e il batterista Chris Brokaw. Il trio si conobbe nell’ambiente underground newyorkese, condividendo una passione per le sonorità più cupe e introspettive del rock.
Fin dai loro esordi, i Codeine si distinsero per un approccio musicale unico, caratterizzato da ritmi estremamente rallentati, melodie minimali e testi introspettivi. Questo stile, che sarebbe poi stato etichettato come “slowcore“, rappresentava una controtendenza rispetto alle sonorità più aggressive e veloci che dominavano la scena alternative rock dell’epoca.
Il loro album di debutto, “Frigid Stars”, uscì nel 1990 per l’etichetta indipendente Glitterhouse in Europa e Sub Pop negli Stati Uniti
Il disco fu accolto con entusiasmo dalla critica specializzata, che ne apprezzò l’originalità e la profondità emotiva. Brani come “D” e “Pea” divennero presto dei classici del genere, influenzando numerosi artisti negli anni a venire. Dopo l’uscita di “Frigid Stars“, i Codeine intrapresero diverse tournée, guadagnandosi una solida reputazione come band live. La loro musica, seppur intrinsecamente malinconica, acquisiva una potenza ipnotica sul palco, catturando l’attenzione del pubblico con le sue atmosfere rarefatte.
Nel 1992, la band pubblicò l’EP “Barely Real“, che confermò la loro capacità di creare brani emotivamente intensi e sonicamente unici. Nello stesso anno, tuttavia, il batterista Chris Brokaw lasciò la band per dedicarsi al suo altro progetto, i Come. Fu sostituito da Doug Scharin, con cui i Codeine registrarono il loro secondo e ultimo album in studio.

“The White Birch”, uscito nel 1994, rappresentò l’apice creativo della band
L’album perfezionò ulteriormente il loro sound, arricchendolo di sfumature e dettagli sonori che ne accentuavano la profondità emotiva. Brani come “Tom” e “Realize” sono considerati tra i migliori della loro produzione.
Nonostante il successo critico e il crescente seguito di fan, i Codeine decisero di sciogliersi nel 1994, poco dopo l’uscita di “The White Birch“. La decisione, sebbene inaspettata per molti, fu il risultato di divergenze creative e personali all’interno del gruppo. Negli anni successivi, i membri dei Codeine si dedicarono a vari progetti musicali. Stephen Immerwahr continuò a fare musica in modo sporadico, mentre John Engle si allontanò dalla scena musicale. Doug Scharin si unì ai June of 44 e agli HiM, continuando a esplorare territori sonori sperimentali.
L’influenza dei Codeine sulla scena indie rock
Il loro approccio alla composizione, caratterizzato da tempi lenti e atmosfere rarefatte, ha ispirato numerose band successive, contribuendo a definire il sottogenere slowcore e influenzando l’evoluzione del post-rock. Nel 2012, a quasi vent’anni dal loro scioglimento, i Codeine si riunirono per una serie di concerti, riscuotendo un grande interesse da parte di vecchi e nuovi fan. Questa reunion temporanea ha permesso a una nuova generazione di ascoltatori di apprezzare dal vivo la loro musica unica.
Oggi, i Codeine sono ricordati come pionieri di un sound che ha sfidato le convenzioni del rock, dimostrando come la lentezza e il minimalismo potessero essere strumenti potenti per esprimere emozioni profonde e complesse.