Musica

Helle: tra le parole scelte de “La colpa”

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La colpa

“La colpa” è un disco impegnato, impegnativo, ma anche leggero al tempo stesso. È un disco da leggere come ci indica anche il sottotitolo “Racconto in nove canzoni”.

Con “La colpa” Lisa Brunetti in arte Helle, firma che spesso ritroviamo dentro la guida artistica di altri autori, sforna un terzo lavoro personale sempre per la Volume! e non fa sconti e chiama tutti a partecipare con un ascolto attivo e sensibile. Perché il suono di Helle è diventato sempre più figlio di una sintesi di arrangiamento e di natura, sempre più acustico e meno virtuoso.

Lo spazio centrale ce l’ha la parola coccolata dentro melodie per niente furbe e di facile consumo radiofonico, e lo dico come segno di qualità che non si svende. Parte tutto dalla sospesa sensazione di pulito che mi restituisce “Matilde” con questa progressione folk e un video lyric (altra formula che si gioca Helle in rete) che ferma il tempo. E l’inciso bello, nonostante la formula, non manca. È una formula acustica di questo suono che ha cambiato faccia. È una scelta la sua…

Sì! È stata una scelta importante, ha cambiato la mia vita e come intendo la musica. Sono sempre stata proiettata, a dire il vero, verso il folk, ma crescendo mi hanno suggerito di cambiare strada per svariate ragioni, fra le quali le esigenze di mercato. A mio parere, ogni genere ha il suo pubblico, la sua nicchia. Inoltre, col tempo ho capito che, se finisci a creare musica con il solo scopo di soddisfare una sciocca aspettativa di non so quale tipo, rischi di trovarti privato di qualsiasi soddisfazione personale»

Sono capitoli di una storia, l’amore tra Giada e Ludovico, personaggi a latere, una madre, un’amica, dettagli di un passato, doveri di un futuro, sensi di colpa di una maturità non sopraggiunta come vorrebbero.

La lirica di questo disco è tutto, forse il vero ed unico centro visto che i brani ci regalano davvero pochi scossoni di forma:

La lirica ha trovato sempre un peso maggiore, lo è stato per l’ultimo album, ma queste sono scelte che sicuramente cambiano, col tempo e con le esperienze. Il prossimo prenderà sicuramente una strada differente. Mi piace cambiare».

Il suono dicevamo: se agli esordi Helle ci aveva abituato a belle ricerche di stile e dinamiche sempre poco predicibili, questa volta approdiamo ad una coerenza analogica assai pulita, semplice e “ordinaria”. Un disco che si attesta dentro un pop leggero di belle volute di chitarre acustiche che planano e rarissimi momenti come, ad esempio, in “Antropocene” dentro cui il suono richiama didascalicamente una narrazione diversa (qui riviviamo una intro primitiva, primigenia, come sentimenti antichi che covano). Chissà se con “La colpa” si è chiusa una traiettoria chissà cosa arriverà dopo…

L’età, la consapevolezza. Il suono cambierà sempre: non pianifico di fare album tutti uguali. Si troverà, però, forse, un nastro rosso che li collegherà tutti quanti…»

“La colpa” sempre porta la donna al centro, sempre le restituisce libertà, sempre è manifesto di emancipazione. Sembrano temi centrali di questa giovane penna del nuovo suono italiano…

Ascolta “La colpa”.

— Onda Musicale

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