Il Concert for Bangladesh rappresenta un momento storico nella musica rock, segnando il primo grande concerto di beneficenza su scala globale.
Questo evento straordinario (Concert for Bangladesh), tenutosi il 1° agosto 1971 al Madison Square Garden di New York, fu il risultato della visione e dell’impegno di George Harrison, ex membro dei Beatles, e del suo amico, il famoso musicista indiano Ravi Shankar.
L’idea del concerto nacque dalla profonda preoccupazione di Shankar per la situazione critica nel Bengal orientale (l’attuale Bangladesh). La regione stava affrontando una triplice crisi: una devastante guerra civile, un disastroso ciclone e una conseguente carestia che aveva lasciato milioni di persone in condizioni disperate. Shankar, originario del Bengal, si rivolse al suo amico Harrison per chiedere aiuto.
George Harrison, noto per il suo interesse nella cultura e nella spiritualità indiana, rispose prontamente alla chiamata. In soli cinque settimane, riuscì a organizzare quello che sarebbe diventato un evento epocale nella storia della musica e della filantropia. Il suo obiettivo era duplice: raccogliere fondi per aiutare la popolazione del Bangladesh e aumentare la consapevolezza globale sulla crisi in corso.
Per realizzare questo ambizioso progetto, Harrison riunì un gruppo straordinario di musicisti
Tra questi c’erano il suo ex compagno dei Beatles, Ringo Starr, il leggendario Bob Dylan (che uscì dal suo ritiro per partecipare all’evento), Eric Clapton, Billy Preston, Leon Russell e, naturalmente, Ravi Shankar. La presenza di Dylan fu particolarmente significativa, essendo una delle sue rare apparizioni pubbliche dopo il suo incidente motociclistico del 1966.
Il concerto si svolse in due spettacoli, uno nel pomeriggio e uno la sera, entrambi sold-out. L’evento iniziò con un’esibizione di musica classica indiana di Ravi Shankar e Ali Akbar Khan, seguita da una serie di performance rock. Harrison eseguì una selezione delle sue canzoni post-Beatles, inclusa “Here Comes the Sun“, mentre Dylan suonò una serie dei suoi classici, tra cui “Blowin’ in the Wind” e “Mr. Tambourine Man“.
L’atmosfera al Madison Square Garden era elettrizzante
Il pubblico era consapevole di star assistendo a qualcosa di unico e importante. Non si trattava solo di un concerto, ma di un atto di solidarietà globale, un modo per utilizzare la musica come strumento di cambiamento sociale. Il concerto fu un successo sia dal punto di vista musicale che umanitario. Raccolse circa 250.000 dollari, una somma considerevole per l’epoca. Tuttavia, il vero impatto dell’evento andò ben oltre la raccolta fondi immediata. Il concerto fu seguito dalla pubblicazione di un album live triplo e da un docu-film, che continuarono a raccogliere fondi e a sensibilizzare l’opinione pubblica negli anni successivi.
L’importanza del Concert for Bangladesh va oltre il suo impatto immediato
Stabilì un precedente per futuri concerti di beneficenza su larga scala, aprendo la strada a eventi come Live Aid, Farm Aid e molti altri. Dimostrò il potere della musica di unire le persone per una causa comune e di catalizzare il cambiamento sociale.
Tuttavia, l’organizzazione del concerto non fu priva di sfide. George Harrison e gli altri organizzatori dovettero affrontare numerosi ostacoli logistici e legali. Ci furono problemi con l’Internal Revenue Service degli Stati Uniti riguardo allo stato di beneficenza dell’evento, che ritardarono la distribuzione dei fondi. Nonostante queste difficoltà, il concerto rimane un momento cruciale nella storia della musica e dell’attivismo.
Il Concert for Bangladesh non solo aiutò a portare l’attenzione del mondo su una crisi umanitaria, ma dimostrò anche il potenziale della musica come forza per il bene sociale. Ispirò generazioni di musicisti a utilizzare la loro arte e la loro fama per cause più grandi di loro stessi.
Oggi, più di 50 anni dopo, il Concert for Bangladesh continua a essere ricordato come un momento fondamentale nella storia della musica rock e dell’attivismo sociale. Rappresenta un esempio potente di come la cultura popolare possa essere utilizzata per affrontare questioni globali urgenti e di come gli artisti possano usare la loro piattaforma per fare la differenza nel mondo.