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Suede: protagonisti del glam rock e della nascita del brit pop

La band dei Suede

I Suede sono una delle band più influenti e iconiche del rock britannico degli anni ’90, pionieri del movimento britpop che avrebbe poi dominato la scena musicale per gran parte del decennio.

Fondati a Londra nel 1989 da Brett Anderson (voce), Bernard Butler (chitarra), Mat Osman (basso) e Simon Gilbert (batteria), i Suede hanno ridefinito il sound del rock alternativo britannico con il loro mix di glam, rock e indie, caratterizzato da liriche poetiche, chitarre graffianti e l’inconfondibile voce androgina di Anderson. La loro carriera, segnata da alti vertiginosi e momenti di crisi, ha avuto un impatto importante sulla musica britannica e mondiale.

Fin dai primi giorni della loro formazione, i Suede si sono distinti per la loro immagine provocatoria e il sound particolare, fortemente ispirato dal glam rock degli anni ’70, da artisti come David Bowie, Roxy Music e T. Rex, ma rivisitato in chiave moderna. L’estetica e la teatralità della band, insieme ai temi lirici spesso oscuri e tormentati che esploravano ambiguità sessuale, alienazione e desiderio, hanno reso i Suede un gruppo irresistibile sia per la critica che per il pubblico, differenziandoli dalle altre band emergenti della scena indie britannica.

Nel 1992 la band ha catturato l’attenzione della stampa musicale britannica con il singolo “The Drowners

Il quale ha immediatamente suscitato l’interesse della critica e l’adorazione dei fan. Fu l’inizio di un rapido successo che culminò con l’uscita del loro omonimo album di debutto Suede nel 1993. Questo disco, osannato dalla critica e accolto con entusiasmo dal pubblico, fu un fulmine a ciel sereno per la musica britannica, tanto da far guadagnare alla band il prestigioso Mercury Music Prize. Il loro primo album segnava l’inizio di quello che sarebbe poi stato definito il movimento britpop, anticipando l’ascesa di band come Blur, Oasis e Pulp.

Il loro stile musicale

Lo stile musicale dei Suede si distingue per la combinazione di elementi glam rock con sensibilità indie e una vena decadente e romantica che pervade sia i testi che la strumentazione. La chitarra di Bernard Butler è stata spesso descritta come esplosiva e malinconica allo stesso tempo, mentre la voce di Brett Anderson ha una qualità teatrale, che spazia da toni languidi e introspettivi a potenti acuti che trasmettono angoscia e passione. I testi di Anderson, pieni di immagini vivide e riferimenti alla vita urbana e all’amore disfunzionale, hanno contribuito a costruire il mito della band come portavoce di una generazione in cerca di identità.

Dopo il successo del primo album, i Suede pubblicarono nel 1994 Dog Man Star, un lavoro più ambizioso e complesso, considerato uno dei migliori album rock degli anni ’90

L’album segnò una svolta artistica per la band, con atmosfere più cupe e orchestrazioni più sofisticate rispetto al loro debutto. Le tensioni interne tra Brett Anderson e Bernard Butler, però, raggiunsero il culmine durante la registrazione e Butler lasciò il gruppo prima che l’album fosse completato. Nonostante queste difficoltà, Dog Man Star è oggi considerato un capolavoro, con canzoni come “The Wild Ones” e “We Are the Pigs” che hanno cementato la reputazione della band come innovatori del rock britannico.

Dopo la dipartita di Butler, i Suede si trovarono a un bivio, ma la band si ricostituì rapidamente con l’arrivo del giovane chitarrista Richard Oakes, che contribuì a mantenere il gruppo stabile. Con la nuova formazione, i Suede pubblicarono nel 1996 Coming Up, un album che segna un ritorno a un sound più accessibile e ottimista. Il disco produsse una serie di successi radiofonici, come “Trash“, “Beautiful Ones” e “Saturday Night“, che portarono la band a raggiungere un successo commerciale senza precedenti. Coming Up rappresentò il picco commerciale della band e li consacrò definitivamente come una delle forze più importanti del britpop.

Tuttavia, l’ascesa del britpop e il grande successo commerciale portarono anche a nuove pressioni e aspettative

Gli album successivi, Head Music (1999) e A New Morning (2002), pur contenendo alcune buone tracce, non riuscirono a replicare il successo dei lavori precedenti e segnarono un periodo di declino creativo e commerciale per la band. I problemi personali di Anderson con la droga e l’erosione della coesione interna portarono alla decisione di sciogliere i Suede nel 2003.

La reunion del 2010

Dopo alcuni anni di silenzio, durante i quali Anderson intraprese una carriera solista, i Suede si riformarono nel 2010, rispondendo all’interesse rinnovato da parte del pubblico e della critica. Nel 2013, la band pubblicò Bloodsports, un album che segnava un ritorno alle sonorità che li avevano resi famosi, con chitarre potenti e liriche intense. L’album fu accolto positivamente e rappresentò una rinascita creativa per il gruppo, seguito poi da altri due lavori altrettanto acclamati: Night Thoughts (2016) e The Blue Hour (2018), entrambi caratterizzati da una maturità artistica che univa la profondità emotiva a un sound ricercato.

Nel 2022, i Suede hanno celebrato oltre trent’anni di carriera con l’uscita dell’album Autofiction, un lavoro che li vede nuovamente in grande forma e capaci di rinnovare il loro sound, pur mantenendo quel senso di dramma e teatralità che ha sempre caratterizzato la loro musica. Il loro stile è rimasto sempre fedele ad una combinazione di elementi glam rock, indie e post-punk, con un’enfasi particolare su arrangiamenti melodici e testi profondi. La voce di Brett Anderson, uno degli elementi più distintivi della band, è stata spesso paragonata a quella di artisti come Morrissey e David Bowie, ma con una qualità unica e personale che la rende immediatamente riconoscibile.

Album in studio dei Suede

  • 1993 – Suede
  • 1994 – Dog Man Star
  • 1996 – Coming Up
  • 1999 – Head Music
  • 2002 – A New Morning
  • 2013 – Bloodsports
  • 2016 – Night Thoughts
  • 2018 – The Blue Hour
  • 2022 – Autofiction

— Onda Musicale

Tags: Blur, David Bowie, Oasis, Roxy Music, T – Rex
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