“La testa e il cuore” è il titolo del nuovo disco di inediti di Filippo Gatti, cantautore romano, leader e fondatore degli Elettrojoyce.
Da 15 anni attivo come solista, oltre che come produttore artistico, tra gli altri, di musicisti come Bobo Rondelli e Riccardo Sinigallia.
Il prossimo 10 dicembre Gatti sarà l’ospite musicale esclusivo del programma Radio 3 Fahrenheit, in diretta dal salone dell’editoria “Più Libri Più Liberi” di Roma: la musica di Filippo Gatti sarà la colonna sonora dell’intera puntata.
Il disco verrà presentato al Monk Circolo Arci di Roma il 12 dicembre 2017.
FILIPPO GATTI
LA TESTA E IL CUORE LIVE
Monk Circolo Arci, via Giuseppe Mirri 35, ROMA
Inizio ore 22.00
Ingresso: 10 euro + tessera Arci
L’album è il diario di un viaggio immaginario, un racconto poetico, ispirato al racconto epico di Ulisse. Un percorso in cui la ricerca su se stessi e sui propri affetti si intreccia a riflessioni sulla cultura e sul tempo. Su chi decidiamo di essere e sul significato di fare musica oggi.
Al termine del viaggio, la propria casa, con tutto quello che comporta: la capacità di riconoscere il valore delle persone , il “fare buona musica”, il desiderio di “stare meglio”, imparare ad ascoltare in silenzio.
Il disco, il terzo da solista, è costruito su una combinazione tra strutture di elettronica minimale e canzone acustica.
Una sintesi, stilistica e emotiva, tra la sperimentazione dell’album “Tutto sta per cambiare” (2003) e la dimensione folk-rock de “Il pilota e la cameriera” (2012). Tutti e tre registrati all’Ortostudio di Francesco e Filippo Gatti, in Maremma, attivo dal 1997.
Dal punto di vista strumentale “La testa e il cuore” è il risultato di un lavoro corale.
E’ infatti attraverso una intensa settimana di lavoro in studio di e interpretazione dei brani insieme ai musicisti che le canzoni, scritte in una prima versione aperta e istintiva, hanno trovato nuova forma.
Al fianco del cantautore in questo viaggio artistico, i due produttori polistrumentisti, Matteo D’Incà e Francesco Gatti, il pianista e arrangiatore Fabio Marchiori, il violinista Steve Lunardi e la giovanissima cantautrice Virginia Tepatti, ai cori.
Traendo ispirazione da album che hanno segnato un solco profondo nella storia della musica italiana (primi tra tutti Com’è profondo il mare di Lucio Dalla e L’Era del cinghiale bianco di Franco Battiato), La testa e il cuore è costruito come qualcosa in più rispetto ad una raccolta di canzoni. Se è vero infatti che ogni brano rappresenta un mondo a sé, la sequenza dell’album è pensata per creare l’effetto di un viaggio, poetico e cinematografico.
Per questa nuova produzione, Filippo Gatti ha voluto creare un’efficace sinergia artistica tra una piccola e frizzante etichetta discografica, Lapidarie Incisioni, del collega Lucio Leoni, artista e cantautore, e SONY/EMI PUBLISHING – NONSENSE EDIZIONI, rappresentati da Roberto Trinci e Riccardo Sinigallia, amici di lunga data di Filippo e grandi professionisti.
Il disco è stato anticipato dal video e dal singolo “Gli accordi di Leonardo”.
FILIPPO GATTI PARLA DEL DISCO “LA TESTA E IL CUORE”
Ho voluto che il disco prendesse vita dal suonare e dal vivere i brani insieme ai miei amici musicisti, perché credo nella bellezza dell’ascolto, come qualcosa capace di sorprenderti sempre. Ascoltare è come viaggiare. Non è come fare ogni giorno la stessa strada tra casa e lavoro. Così come non è un’emozione standard garantita, che si ripete senza sorprese. Dare spazio alla forza interpretativa significa dar vita a un’esperienza di scoperta di qualcosa, ogni volta, di nuovo. Non mi interessa la musica come mero intrattenimento. Per me fare musica è una forma di meditazione attraverso le emozioni.
TRACKLIST
· Gli accordi di Leonardo
· Il re di Lampedusa
· Amore perdonami
· 2 Animali
· I tuoi si sono scale al buio
· Il Maestro e Margherita
· Da soli non si può stare
· Le Sirene e le Stelle
· Epifania in un mercato di Dublino
· Uh! La rivoluzione
FILIPPO GATTI PARLA DEL DISCO TRACCIA PER TRACCIA
“Gli accordi di Leonardo”: il brano che apre il disco, realizzato con Matteo D’Incà, è stato per noi la porta dalla quale si sono generati tutti gli altri. In un momento buio, mi sono sentito travolto da un’energia capace di ridarmi la forza e il desiderio di rimettermi a lavorare.
In senso produttivo, ho ricercato la massima intensità stringendo il tempo della canzone e usando la parte strumentale come una chiarificazione del testo.
Di questo brano esiste il videoclip realizzato da Jon Roseman, incredibile regista e pioniere dell’arte del video musicale, che ha lavorato insieme a artisti del calibro di Eurytmics, David Bowie, Queen, Sex Pistols e Bob Dylan.
“Il re di Lampedusa“ è stata scritta al tempo di uno dei primi grande incidenti in mare riportato dai media, dove morirono più di trecento migranti, circa quattro anni fa.
Registrata, nella sua parte portante, in una session improvvisata, racconta la sfida tra un uomo piccolo e fragile e chi immagina se stesso come un Dio. Nel brano Matteo D’Incà ha inserito un prezioso frammento di improvvisazione del più importante poeta in ottava rima del nostro paese, Pietro De Acutis. A fargli da contraltare, l’attuale presidente degli Stati Uniti d’America.
Ho scritto “Amore perdonami“ per chiedere scusa a mia moglie di tutto il tempo che ho perso negli anni ad inseguire la canzone perfetta.
Il piccolo intermezzo musicale “2 animali” è dedicato alla parte migliore di noi, quella che gli animali tentano di insegnarci ogni giorno. Invano.
Si tratta di un esperimento di miscela dei due tempi ritmici opposti usati nell’album. Il 3/4 e il 4/4 (anche se in realtà più che il 3/4 abbiamo usato più volte il 6/8)
Considero “I tuoi si sono scale al buio” il brano più nuovo dell’album da molti punti di vista. Il testo rimane misterioso anche per me.
In origine l’ho scritta pensando a John Martyn.
“Il Maestro e Margherita” è un brano pop progressive che inventa un diavolo simpatico, capace di metterci in guardia dal lavaggio del cervello mediatico.
“Da soli non si può stare” è una riflessione sul rapporto sentimentale, come convenienza o come amore. Quello su cui rifletteva Penelope nell’attesa del ritorno del suo vero amore. Per la musica ci siamo ispirati a John Coltrane e ai Roxy Music. Anche se non credo si possa percepire.
Ho scritto “Le Sirene e le Stelle“ come una specie di sintesi di questi vent’anni. Per molti versi è un brano speculare al “Re di Lampedusa”. Entrambi canzoni di viaggio e di mare. Se la prima porta con sé l’oscurità e la turbolenza della fase del viaggio in cui ti trovi a decidere chi sei e con chi vuoi stare, questo brano fotografa il momento in cui, dopo il viaggio, ti guardi indietro sereno, perché sai come sei arrivato sino a lì.
“Epifania in un mercato di Dublino” è un campione che ho registrato a Dublino, nella città di Joyce, quando mi colpì il venditore ambulante che usava una cantilena da musica sacra per vendere i Toblerone.
Ho scritto “uh! La rivoluzione” mettendo insieme stimoli che mi sono arrivati da Arianna Gaudio, Marco Casiglieri, Steve Lunardi e Matteo D’Incà.
Per ringraziarli della loro umiltà, da cui non dovrei mai smettere di imparare.
(gt)