Musica

Nektar: visionari del prog rock che hanno esplorato nuove dimensioni sonore

|

Nektar

I Nektar sono una delle band progressive rock più uniche e affascinanti ad aver solcato le scene musicali degli anni ’70.

Originari della Germania, il quintetto dei Nektar composto da Roye Albrighton, Derek “Mo” Moore, Ron Howden, Klaus Hecht e Mick Brockett si sarebbe distinto per un approccio creativo e concettuale che trascendeva i confini del genere.

La nascita dei Nektar

Formatisi nel 1969 a Amburgo, i Nektar iniziarono il loro percorso sperimentando un suono ibrido, frutto dell’incontro tra progressive rock, psichedelia e immaginazione fantascientifica. Il loro album di debutto, “Journey to the Centre of the Eye” (1971), fu una vera e propria rivelazione, dimostrando sin da subito la loro visione artistica fuori dal comune.

Guidati dalla voce calda e avvolgente di Roye Albrighton e da una sezione ritmica potente e ipnotica, i Nektar svilupparono uno stile unico e riconoscibile. I loro brani erano veri e propri viaggi sonori, che esploravano dimensioni oniriche e narrazioni fantastiche attraverso l’uso sapiente di tastiere, chitarre e tecniche di produzione all’avanguardia.

Album come “A Tab in the Ocean” (1972) e “Remember the Future” (1973) consolidarono la reputazione della band, dimostrando una sorprendente abilità nel fondere progressive, psichedelia e un’attitudine hard rock. Temi cosmici, metafisici e visionari si intrecciavano con un virtuosismo musicale straordinario, creando mondi sonori che trascendevano i confini del rock convenzionale.

Ciò che rendeva unici i Nektar era la loro capacità di trasportare l’ascoltatore in dimensioni fantastiche, attraverso un linguaggio musicale che combinava l’energia del rock con una straordinaria raffinatezza compositiva. Brani come “Deduction” e “Mind the Windshield” esploravano gli abissi dell’inconscio, mentre “Astronauts Nightmare” e “Dream Nebula” evocavano paesaggi cosmici.

Nonostante il limitato successo commerciale, i Nektar divennero ben presto una delle band di culto della scena progressive

La loro capacità di creare concept album articolati e coinvolgenti, unita a un sound innovativo e distintivo, li rese una delle voci più originali e influenti del genere. Artisti come Porcupine Tree e Dream Theater riconoscerebbero l’impronta dei Nektar nella loro stessa produzione.

Dopo diversi cambi di formazione e un breve scioglimento negli anni ’80, i Nektar sono tornati a esibirsi e registrare nuovo materiale, dimostrando la loro inesauribile creatività in grado di unire progressive rock, fantascienza e viaggio introspettivo. Nel 2018, grazie al batterista e cantante Che Albrighton, figlio dello scomparso Roye, viene creata un’estemporanea formazione a nome ‘New Nektar‘.

Album in studio

  • 1971 Journey to the Centre of the Eye (Howden, Albrighton, Freeman, Moore)
  • 1972 A Tab in the Ocean (Howden, Albrighton, Freeman, Moore)
  • 1973 …Sounds Like This (Howden, Albrighton, Freeman, Moore)
  • 1973 Remember the Future (Howden, Albrighton, Freeman, Moore)
  • 1974 Down to Earth (Howden, Albrighton, Freeman, Moore)
  • 1975 Recycled (Howden, Albrighton, Freeman, Moore)
  • 1977 Magic is a Child (Howden, Freeman, Moore, Nelson)
  • 1980 Man in the Moon (Albrighton, Freeman, Rojas, Prater)
  • 2001 The prodigal son (Albrighton, Freeman, Hardwick)
  • 2004 Evolution (Howden, Albrighton, Freeman, Dembo)
  • 2008 Book of Days (Howden, Albrighton, Dunnahoe, Adams, Mattern)
  • 2012 A Spoonful of Time ‘album di cover’ (Howden, Albrighton, Henatsch, Sherwood, vari ospiti)
  • 2013 Time Machine (Howden, Albrighton, Henatsch, Sherwood)
  • 2020 The Other Side (Howden, Moore, Chlanda, Dembo, Scott)

— Onda Musicale

Tags: Dream Theater/Prog Rock/Porcupine Tree
Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli