Lou Reed, il visionario leader dei Velvet Underground, è una delle figure più influenti e controverse della musica rock.
Nato a Brooklyn il 2 marzo del 1942, Lou Reed (al secolo Lewis Allan Reed) ha ridefinito i confini del rock attraverso un approccio crudo, innovativo e spesso provocatorio, aprendo la strada a generazioni di artisti alternativi. Nel 1956, quando era ancora un adolescente, Lou Reed fu sottoposto a una terapia elettroconvulsiva (elettroshock); secondo il suo stesso racconto, i genitori speravano che questo trattamento potesse “correggere” la sua bisessualità, che stava iniziando a manifestarsi. Quest’esperienza, profondamente traumatica, rimase impressa in lui per sempre, tanto da ispirare la canzone Kill Your Sons, scritta nel 1974. In seguito, Lou Reed avrebbe sempre descritto il proprio orientamento sessuale definendosi pansessuale.
«Sua madre era una specie di ex reginetta di bellezza e credo che suo padre fosse un contabile piuttosto benestante. A ogni modo, da ragazzino lo misero in ospedale e gli fecero fare l’elettroshock. Non conosco tutta la storia. Ogni volta che me la raccontava, Lou cambiava qualche particolare»
(John Cale)
La nascita del progetto Velvet Underground
I suoi esordi nella scena musicale newyorchese degli anni ’60 sono strettamente legati alla fondazione dei Velvet Underground, la band di culto che ha rotto gli schemi del rock tradizionale. Insieme a John Cale, Sterling Morrison e Maureen Tucker, Lou Reed ha creato un suono unico, caratterizzato da chitarre distorte, ritmi ipnotici e testi crudi che affrontavano temi tabù come le droghe, il sesso e l’emarginazione sociale.
Sebbene i Velvet Underground non abbiano mai raggiunto un grande successo commerciale all’epoca, il loro album di debutto “The Velvet Underground & Nico” (1967) è unanimemente considerato uno dei dischi più innovativi e influenti della storia del rock. Le sonorità abrasive e inquietanti di brani come “Heroin” e “All Tomorrow’s Parties” hanno gettato le basi per l’avvento del punk rock e dell’indie, ispirando innumerevoli artisti successivi.
![Velvet Underground](https://www.ondamusicale.it/wp-content/uploads/2016/06/12-Velvet.png)
La sua carriera solista
Dopo lo scioglimento dei Velvet Underground nel 1970, Lou Reed intraprese una carriera solista che lo avrebbe consacrato come uno dei musicisti più visionari e controversi del suo tempo. Dischi come “Transformer” (1972) e “Berlin” (1973) hanno segnato ulteriori passi in avanti nella sua esplorazione di temi oscuri e tabù, come l’omosessualità, la depressione e la tossicodipendenza.
Il suo stile musicale è caratterizzato da un approccio crudo e minimalista, con chitarre distorte, ritmi ipnotici e testi a volte criptici e provocatori. Tuttavia, Lou Reed non ha mai abbandonato l’influenza del rock and roll classico, mescolando l’energia del garage rock con la sperimentazione e l’avanguardia. Brani come “Walk on the Wild Side“, “Sweet Jane” e “Perfect Day” dimostrano la sua abilità nel coniugare melodie orecchiabili e testi poetici.
«Lou Reed ha resuscitato la sua carriera solista spacciandosi per il depravato
più sfatto che c’è in giro. E non era tutta scena, proprio per niente»
(Lester Bangs)
Alcune collaborazioni sono state davvero prestigiose
Oltre alla sua prolifica carriera solista, Lou Reed ha collaborato con numerosi artisti di spicco, tra cui David Bowie, John Cale e Metallica, ampliando ulteriormente il suo impatto sulla scena musicale. È stato inoltre attivo in altri campi creativi, come la fotografia e la poesia, dimostrando una versatilità artistica straordinaria.
Nonostante un atteggiamento spesso distaccato e provocatorio, Lou Reed è stato un visionario indiscusso, la cui eredità continua a ispirare musicisti, artisti e appassionati di tutto il mondo. La sua capacità di scardinare le convenzioni e di esplorare territori inesplorati del rock lo hanno consacrato come una delle figure chiave della musica del XX secolo.
La sua scomparsa
Lou Reed soffriva dagli anni ’70 di epatite C, contratta iniettandosi eroina con una siringa infetta, e negli anni 2000 si ammalò di cirrosi epatica, diabete e infine di tumore al fegato. A causa dell’insufficienza epatica, nel maggio 2013 Lou Reed si sottopose ad un trapianto di fegato. Dopo la delicata operazione, Reed si disse pieno di speranze per il futuro. Il 30 giugno 2013 Lou Reed venne di nuovo ricoverato d’urgenza in un ospedale di Long Island (New York) per un’acuta forma di disidratazione, stando a quanto riferito dal New York Post (ma venne esclusa la crisi di rigetto).
L’illusione del miglioramento
Parve riprendersi ma verso ottobre l’artista si dovette nuovamente ricoverare in una clinica a Cleveland (Ohio) per complicazioni post trapianto e riaggravamento dell’epatite C e del tumore. Constatata la gravità della sua situazione, i medici acconsentirono a lasciarlo tornare a casa, essendo stato il trapianto l'”ultima opzione“, come dissero i medici. Lou Reed morì il 27 ottobre 2013 all’età di 71 anni, vicino ai suoi cari e alla moglie Laurie Anderson. La notizia del decesso fu data dalla rivista Rolling Stone attraverso il suo sito web e si diffuse poi in tutto il mondo senza smentite di sorta.
Le esequie di Lou Reed
Per sua espressa volontà e della famiglia, i funerali di Lou Reed si celebrarono in forma strettamente privata. Alla funzione ha preso parte solo un piccolo gruppo di persone facenti parte della stretta cerchia di amici e parenti del musicista scomparso. Il corpo è stato cremato e le ceneri conservate dalla famiglia. Il patrimonio del cantante, ammontante a 30 milioni di dollari (di cui 20 “guadagnati” postumi) è stato suddiviso nel 2014 fra le due eredi nominate da Reed, la moglie e la sorella.
«Lou Reed è il tipo che ha dato dignità, poesia e rock’n’roll all’eroina, allo speed, all’omosessualità, al sadomasochismo, all’omicidio, alla misoginia, all’inettitudine e al suicidio»
(Lester Bangs)