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Steel Pulse: i pionieri del reggae made in England

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Steel Pulse

Gli Steel Pulse emergono dal quartiere operaio di Handsworth, Birmingham, nel 1975, diventando una delle più influenti band reggae al di fuori della Giamaica.

Formati da David Hinds (voce e chitarra), Basil Gabbidon (chitarra) e Ronald McQueen (basso), il gruppo Steel Pulse ha saputo forge un sound unico che ha contribuito a ridefinire il reggae britannico, fondendo le radici giamaicane con influenze R&B, funk e rock.

Il nome della band, ispirato a un celebre cavallo da corsa, riflette la forza e la resistenza che avrebbero caratterizzato il loro percorso musicale. Cresciuti in una comunità prevalentemente afro-caraibica nel cuore industriale dell’Inghilterra, gli Steel Pulse hanno sviluppato fin dall’inizio una forte coscienza sociale e politica che si è riflessa nei loro testi.

Il loro debutto discografico, “Handsworth Revolution” (1978), rappresentò una pietra miliare del reggae britannico

L’album, prodotto da Karl Pitterson, già collaboratore di Bob Marley, presentava un sound sofisticato che andava oltre le convenzioni del genere. Brani come “Ku Klux Klan” e la title track affrontavano tematiche sociali scottanti con un mix di militanza e musicalità che divenne il loro marchio di fabbrica.

Musicalmente, gli Steel Pulse si distinguevano per la loro capacità di creare arrangiamenti complessi mantenendo l’essenza del reggae roots. Le loro armonie vocali elaborate, i riff di chitarra incisivi e le linee di basso profonde creavano un tessuto sonoro ricco e distintivo. L’aggiunta di elementi funk e R&B al loro sound reggae tradizionale li rendeva accessibili anche a un pubblico più ampio, senza mai compromettere il loro messaggio.

Gli anni ’80 videro la band evolversi ulteriormente con album come “True Democracy” (1982) e “Earth Crisis” (1984), che esplorarono sonorità più moderne pur mantenendo salde le radici reggae. Il loro impegno sociale continuò a crescere, con testi che affrontavano temi come l’apartheid, il razzismo e l’ingiustizia sociale. La vittoria del Grammy per “Babylon The Bandit” nel 1986 confermò il loro status di band reggae di livello mondiale.

Una caratteristica distintiva degli Steel Pulse era la loro presenza scenica

I costumi elaborati e le performance teatrali aggiungevano una dimensione visiva potente al loro messaggio musicale. La band non esitava a utilizzare simboli provocatori, come uniformi del Ku Klux Klan durante l’esecuzione dell’omonima canzone, per denunciare il razzismo attraverso la satira.

Negli anni ’90 e 2000 gli Steel Pulse hanno continuato a evolversi, incorporando elementi di dancehall e musica elettronica nel loro sound, pur mantenendo l’impegno per i temi sociali e la giustizia. Album come “African Holocaust” (2004) dimostrano la loro continua rilevanza nel panorama musicale contemporaneo.IL disco è stato pubblicato dopo un silenzio durato sette anni,

La longevità degli Steel Pulse è testimonianza non solo della loro eccellenza musicale, ma anche della loro capacità di rimanere fedeli ai propri principi mentre si evolvono artisticamente. La band continua a esibirsi e registrare, portando il loro messaggio di consapevolezza sociale e unità attraverso la musica reggae a nuove generazioni di ascoltatori.

Discografia

  • Handsworth Revolution (1978)
  • Tribute To The Martyrs (1979)
  • Caught You (Reggae Fever) (1980)
  • True Democracy (1982)
  • Earth Crisis (1984)
  • Babylon The Bandit (1986)
  • State Of Emergency (1988)
  • Victims (1991)
  • Vex (1994)
  • Rage And Fury (1997)
  • African Holocaust (2004)

— Onda Musicale

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