“Born in the USA” è il settimo disco in studio del cantautore americano Bruce Springsteen ed è considerato il suo più importante successo commerciale. Il disco ha venduto, solo in america, oltre 15 milioni di copie.
Inoltre, l’album è stato inserito all’85mo posto nella classifica dei 500 dischi più belli di tutti i tempi dalla rivista musicale americana Rolling Stone. The Boss è reduce dalla pubblicazione di Nebraska (1982) e con questo nuovo disco compie un grande cambiamento fatto di canzoni praticamente tutte orecchiabili e di gradimento immediato.
Con questa produzione musicale Bruce diventa indiscutibilmente la più importante rock star mondiale della metà degli anni 80.
“Born in the USA” viene pubblicato il 4 giugno 1984 e rimane in vetta alle classifiche di vendita per oltre 79 settimane, battendo il record precedente che apparteneva a “Thriller” di Michael Jackson con 78 settimane.
“Penso che ciò che sta succedendo ora è che la gente ha voglia di dimenticare.
C’è stato il Vietnam, c’è stato il Watergate, c’è stato l’Iran — siamo stati sconfitti,
ci hanno fatto pressione e per finire siamo stati umiliati. Penso che la gente
abbia bisogno di provare sentimenti positivi nei confronti del loro Paese.
Ciò che sta accadendo ora, a mio parere, è che questo bisogno — che è una cosa bella —
viene manipolato e sfruttato. Vedi la campagna elettorale di Reagan in TV:
“It’s morning in America”, è mattina in America. E ti viene da dire, be’, è mattina a Pittsburgh.
Non è mattina sulla 125esima Strada a New York; è mezzanotte,
ed è come se ci fosse una luna nefasta in alto nel cielo. Ecco perché quando Reagan
ha fatto il mio nome in New Jersey l’ho percepita come un’altra manipolazione,
e ho sentito il dovere di dissociarmi dalle parole gentili del presidente.”
(Bruce Springsteen in un’intervista a Rolling Stone del 1984)