Musica

Incubus: dal funk all’alternative metal per l’evoluzione della band americana

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La band americana Incubus

Gli Incubus sono una delle band più innovative e versatili del panorama rock contemporaneo, capaci di attraversare decenni di evoluzione musicale con un’identità unica e in continua trasformazione.

Formatisi nel 1991 a Calabasas (California) il gruppo degli Incubus si è distinto per la sua capacità di mescolare generi diversi, creando un sound distintivo che unisce elementi di rock alternativo, funk, metal, hip hop e persino influenze elettroniche e acustiche. La loro storia è una testimonianza di sperimentazione audace e di una capacità straordinaria di reinventarsi.

La scoperta del groove e del funk

Gli Incubus nascono dall’incontro tra Brandon Boyd (voce), Mike Einziger (chitarra), José Pasillas (batteria) e successivamente Dirk Lance (basso) e DJ Lyfe (turntables). Le prime influenze del gruppo si rifanno a band come Primus, Faith No More, Beastie Boys, Stone Temple Pilots, Jane’s Addictions e Red Hot Chili Peppers. Questo mix di funk e rock sperimentale è evidente nel loro album di debutto, “Fungus Amongus” (1995), un lavoro grezzo ma ricco di energia. La band si distingue subito per la presenza di un turntablist, un elemento che dona al loro sound una vena hip hop e un’atmosfera psichedelica.

La svolta nella carriera degli Incubus

Nel 1997, con l’uscita di “S.C.I.E.N.C.E.”, gli Incubus iniziano a guadagnare un pubblico più ampio grazie a un sound più maturo e complesso. Questo album, un mix di funk metal, drum and bass e influenze sperimentali, contiene brani come “A Certain Shade of Green”, che mostrano la loro capacità di combinare riff aggressivi con ritmi ballabili e testi intelligenti.

Il vero successo arriva nel 1999 con “Make Yourself”, l’album che segna un’evoluzione stilistica verso il rock alternativo più melodico e accessibile. Il singolo “Drive”, con il suo accattivante riff acustico e il messaggio di autodeterminazione, diventa un inno generazionale e catapulta la band ai vertici delle classifiche. Altri brani come “Pardon Me” e “Stellar” consolidano la loro reputazione, dimostrando una grande abilità nel bilanciare aggressività ed emotività.

La consacrazione e la sperimentazione

Con “Morning View” (2001), gli Incubus raggiungono il picco della loro popolarità. L’album, registrato in una casa sulla costa californiana, riflette un’atmosfera più riflessiva e rilassata. Brani come “Wish You Were Here”, “Nice to Know You”, e “Warning” mostrano un sound più etereo e melodico, con testi che esplorano la bellezza della natura e la ricerca di senso.

Nel 2004, con “A Crow Left of the Murder…”, gli Incubus si spingono verso territori più sperimentali. Il nuovo bassista Ben Kenney (subentrato a Dirk Lance) contribuisce a un sound più complesso e dinamico, come dimostrano brani come “Megalomaniac”, una critica politica feroce, e “Talk Shows on Mute”, una riflessione sul conformismo mediatico.

Gli anni recenti

Negli anni successivi, gli Incubus continuano a esplorare nuove direzioni con album come “Light Grenades” (2006), “If Not Now, When?” (2011) e “8” (2017). Questi lavori evidenziano un progressivo ammorbidimento del loro stile, con un’attenzione crescente per ballate intime e atmosfere elettroniche, come in “Love Hurts” e “Promises, Promises”. Nonostante il cambiamento, la band mantiene un’impronta riconoscibile, grazie alla voce calda e versatile di Boyd e alla capacità di Einziger di costruire arrangiamenti ricchi e complessi.

Le 10 migliori canzoni degli Incubus

  1. Drive – L’inno di autodeterminazione che ha segnato la loro carriera.
  2. Wish You Were Here – Un’ode alla presenza nel momento presente.
  3. Pardon Me – Un mix esplosivo di rabbia e riflessione.
  4. Stellar – Un romantico viaggio sonoro nello spazio interiore.
  5. Megalomaniac – Una critica potente al potere eccessivo.
  6. Nice to Know You – Una celebrazione della connessione umana.
  7. Warning – Una riflessione sull’importanza di vivere consapevolmente.
  8. Anna Molly – Una storia d’amore disperata e travolgente.
  9. Love Hurts – Una ballata emotiva sull’amore e il dolore.
  10. A Certain Shade of Green – Un esempio perfetto della loro energia giovanile e irriverente.

La formazione attuale degli Incubus

  • Brandon Boyd – voce, chitarra ritmica, percussioni (1990-presente)
  • Mike Einziger – chitarra solista, pianoforte, cori (1990-presente)
  • Nicole Row – basso (2023-presente)
  • Chris Kilmore – tastiera, giradischi, campionatore (1997-presente)
  • José Pasillas – batteria (1990-presente)

Album in studio (ai quali vanno aggiunti 5 live, 5 EP, una raccolta e 24 singoli)

  • 1995 – Fungus Amongus
  • 1997 – S.C.I.E.N.C.E.
  • 1999 – Make Yourself
  • 2001 – Morning View
  • 2004 – A Crow Left of the Murder…
  • 2006 – Light Grenades
  • 2011 – If Not Now, When?
  • 2017 – 8

— Onda Musicale

Tags: Red Hot Chili Peppers/Faith no more/Stone Temple Pilots/Jane’s Addiction
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