I Pholas Dactylus sono una band italiana di rock progressivo, formatasi nel 1972 nella provincia di Milano. Il loro nome deriva da una particolare conchiglia marina.
La formazione originale dei Pholas Dactylus comprendeva:
- Paolo Carelli alla voce
- Valentino Galbusera alle tastiere
- Maurizio Pancotti al piano elettrico
- Eleino Colledet alla chitarra
- Rinaldo Linati al basso
- Giampiero Nava alla batteria
Nel 1973, la band pubblicò il loro unico album dell’epoca, “Concerto delle menti“, un’opera sperimentale che fondeva rock progressivo, jazz rock e avanguardia. L’album consisteva in un’unica traccia di 53 minuti, suddivisa in due parti a causa dei limiti tecnici del vinile.
Nonostante l’innovazione e l’apprezzamento della critica, l’album non ottenne un successo commerciale significativo, portando allo scioglimento della band poco dopo la sua pubblicazione. Dopo una lunga pausa, i Pholas Dactylus si sono riuniti nel 2014, pubblicando l’album “Hieros Gamos” nel 2019. Il disco vede la luce 45 anni dopo la pubblicazione del primo lavoro ed è suddiviso in due parti.
- La prima parte è interamente occupata dalla lunga suite che dà il titolo al disco, Hieros Gamos appunto, un pezzo espressamente dedicato al batterista del gruppo Giampiero Nava, scomparso durante l’ideazione dell’album. Il testo, composto e recitato da Paolo Carelli, è una celebrazione del ricongiungimento del gruppo, con un ricordo particolare per i membri prematuramente scomparsi.
- La seconda parte è intitolata Ognuno da lande diverse. Si tratta di brevi componimenti dei tre membri storici del gruppo che, come dichiarato dal titolo, si sono riuniti portando ciascuno il proprio contributo personale, dopo un lungo periodo in cui, interrotti i rapporti, ciascuno ha seguito la propria strada e le proprie esperienze musicali.
Ma quale “meteora”?
Seppure la band venga spesso ricordata come una “meteora” o come uno dei gruppi “minori” del panorama progressivo italiano degli anni Settanta, soprattutto a causa della brevità della loro vita, nondimeno Concerto delle menti è a oggi considerato dalla critica come “un’opera pregevolissima, scevra dai barocchismi di cui molte volte il progressive si fregia“, oppure come “uno dei grandi gioielli nascosti degli anni settanta italiani” raggiungendo uno “status di leggendarietà tale da farlo spesso comparire nelle discografie ragionate dedicate al progressive italiano, al fianco dei colossi del genere”[. Un esempio ne è il libro “I 100 migliori dischi del Progressive italiano” (2014, Tsunami Edizioni) di Mox Cristadoro.
Le 10 conzoni più note
- 1. “Concerto delle menti (Prima parte)”
- 2. “Concerto delle menti (Seconda parte)”
- 3. “Hieros Gamos”
- 4. “Ballata di un mercante di sogni”
- 5. “Une valse pour nous (strumentale)”
- 6. “Ninna nanna per Gianluca (strumentale)”
- 7. “Ogni volta che tocco il tuo viso”
- 8. “I Don’t Want”
- 9. “Yellow and Blue (Instrumental)”
- 10. “A Personal Gift (Instrumental)”