Musica

Freddie Mercury è stato definito la più grande rockstar di sempre

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Freddie Mercury

La motivazione di questa definizione starebbe in un timbro vocale raro e speciale di Freddie Mercury, alla base della sua abilità nel passare da un tipo di voce all’altro.

Probabilmente non esiste una formula sulla base della quale creare a tavolino una grande rockstar, figuriamoci la più grande di tutti i tempi. Sicuramente servono capacità tecniche e performative e un carisma magnetico e irresistibile. Quello che ha fatto il professore Christian Herbst, uno scienziato austriaco che studia la voce, è in effetti un lavoro a posteriori. E cioè: premesso che il frontman dei Queen è stato una delle più grandi, se non la più grande rockstar della storia della musica, e ciò per motivi in parte inesplicabili, Herbst ha tentato di decifrare, scientificamente, la sua presa sull’immaginario di così tante persone.

Autentico professinista

Sappiamo che Freddie Mercury era un vero perfezionista (lo hanno raccontato i suoi compagni di band, ne parlavamo qui) e che passava tantissimo tempo in sala registrazioni alla ricerca di un’esecuzione impeccabile. Durante la prima seduta di registrazione, ha ricordato recentemente il co-fondatore dei Queen Brian May, Freddie “sentì tornare indietro la sua voce e disse ‘Oh, non mi piace. La rifaccio’. E la rifaceva, e la rifaceva fino a che non era come la voleva lui. Quindi sin da subito era molto consapevole di come suonasse la sua voce e si trasformò velocemente nel cantante che voleva essere”.

Tornando a Herbst, lo scienziato ha sostenuto che, oltre all’impegno, ci sarebbero però state qualità innate, consistenti in un’estensione vocale assolutamente anomala, anche se paragonata a quella dei cantanti d’opera.

Più precisamente, come si legge nel riassunto (abstract) della ricerca Freddie Mercury-acoustic analysis of speaking fundamental frequency, vibrato, and subharmonics, disponibile su PubMed, Herbst, basandosi su un’analisi “percettiva e quantitativa” di registrazioni sonore pubblicamente disponibili, ha individuato “un tasso medio di modulazione della frequenza fondamentale (vibrato) sorprendentemente alto, pari a 7,0 Hz, che raggiunge la gamma del tremore vocale”. Per un confronto, la media dei cantanti è di 5,5-6 Hz.

Altri tipi di analisi sulla produzione di Mercury hanno fatto parlare i ricercatori di “fonazione subarmonica (subharmonic phonation)“, un fenomeno spontaneo per cui le corde vocali vibrano a frequenze multiple rispetto alla nota fondamentale prodotta. Questo crea l’aggiunta di toni più bassi rispetto alla frequenza principale della nota cantata. Questo fenomeno crea un timbro vocale più ricco e complesso, una caratteristica rara che ha contribuito a rendere la voce di Mercury unica nel panorama musicale.

La canzone più gioiosa di sempre è dei Queen

La scienza è intervenuta anche in un’altra occasione, ancora una volta con i Queen: ecco perché la loro canzone Don’t Stop Me Now è stata definita “la più gioiosa di sempre” da un ricercatore che ha tentato di misurarne scientificamente gli effetti. Anche in questo caso si tratta di un buon tentativo che però non basta a spiegare fino in fondo il misterioso influsso che ha l’arte sulla nostra sfera emotiva.

(scritto da Giuseppe Giordano – link)

— Onda Musicale

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