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13th Floor Elevators e Roky Erickson: un viaggio nel psichedelico ignoto musicale

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13th Floor Elevators

La storia dei 13th Floor Elevators è una delle più affascinanti e significative nel panorama della musica psichedelica americana.

Formatisi ad Austin (Texas) nel 1965, la band 13th Floor Elevators è stata pioniera del genere rock psichedelico, un movimento che avrebbe influenzato innumerevoli artisti e generi musicali negli anni a venire. Il gruppo è stato fondato da Roky Erickson, un talentuoso chitarrista e cantante, insieme a Tommy Hall, noto per il suo uso innovativo del jug elettrico (una sorta di grande bottiglia di vetro) e Stacy Sutherland, un chitarrista dal suono distintivo.

La scelta del nome

Il nome della band è frutto di una suggestione del batterista John Ike Walton, che propose di utilizzare “Elevators“, a cui si aggiunse “13th Floor” per evocare l’idea di un piano misterioso e inaccessibile, simbolo di esperienze trascendenti e dell’ignoto. Questo richiamo al numero 13 non è casuale; tradizionalmente associato all’aldilà e al mistero, rappresenta anche l’entrata in una dimensione creativa profonda, come spiegato dallo stesso Erickson.

Il debutto dei 13th Floor Elevators

Il loro primo album, The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators, pubblicato nel 1966, è considerato uno dei primi esempi di rock psichedelico. La canzone di punta dell’album, You’re Gonna Miss Me, ha raggiunto il successo commerciale e rimane uno dei brani più emblematici del garage rock. Questo brano è caratterizzato dall’uso innovativo del jug elettrico, che conferisce alla musica un suono distintivo e riconoscibile. Altre tracce significative dell’album includono Reverberation (Doubt) e Splash, che mostrano una fusione di folk, blues e rock con testi intrisi di allusioni psichedeliche.

Come si suona lo jug?

Il suonatore di jug (detto anche brocca) prende la bottiglia (usualmente fatta di vetro o di terracotta) e fa delle pernacchie con le labbra alla distanza di circa tre centimetri. Come negli ottoni, cambi di altezza delle note sono controllati alterando la tensione delle labbra ed un suonatore esperto può avere fino a due ottave di estensione.

Il secondo disco

Nel 1967, la band pubblicò il secondo album, Easter Everywhere, che nonostante non avesse riscosso il successo sperato, conteneva brani memorabili come Slip Inside This House e I’ve Got Levitation, evidenziando l’evoluzione musicale del gruppo verso arrangiamenti più complessi e una maggiore maturità tecnica. Tuttavia, il periodo d’oro della band fu segnato anche da difficoltà interne e da problemi legali legati all’uso di sostanze stupefacenti.

La loro carriera culminò con l’album Bull of the Woods, pubblicato nel 1969

Sebbene fosse meno apprezzato all’epoca della sua uscita, oggi è considerato un lavoro di grande valore storico. Con la disintegrazione della band nello stesso anno, i membri iniziarono a seguire percorsi musicali separati; Roky Erickson affrontò gravi problemi di salute mentale che lo portarono a trascorrere del tempo in ospedale psichiatrico.

Nonostante la loro breve carriera durata solo quattro anni e la pubblicazione di soli tre album in studio durante quel periodo, i 13th Floor Elevators hanno lasciato un’impronta profonda nel mondo della musica. Sono stati tra i primi a definire il loro stile come “rock psichedelico“, contribuendo così alla nascita di un nuovo linguaggio musicale che avrebbe influenzato generazioni future.

Discografia dei 13th Floor Elevators

  • 1966 – The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators
  • 1967 – Easter Everywhere
  • 1968 – Live
  • 1969 – Bull of the Woods

— Onda Musicale

Tags: garage rock
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