La presentazione della mostra Their Mortal Remains, autentico tributo ai Pink Floyd e alla loro intramontabile musica, si è svolta nella mattinata di ieri a Roma.
Per sei mesi le memorie della band inglese che ha rivoluzionato il rock, saranno visibili a Roma nella replica della mostra londinese che si è svolta dal 13 maggio al 1 ottobre dello scorso anno.
Apre quindi il 19 gennaio al MACRO di via Nizza la mostra “The Pink Floyd Exhibition, their mortal remains“, retrospettiva su 50 anni di attività del mitico gruppo, rimarrà allestita fino al 1 luglio. Il racconto, attraversa tutta la storia di Roger Waters co: dal 1965 al 2005 con la reunion del gruppo a Hyde Park per il Live 8.
La mostra sarà un autentico concentrato di musica foto, locandine, memorabilia, filmati, strumenti musicali vintage e anche i pupazzi gonfiabili come il maiale volante.
Alla preview romana erano presenti due membri fondatori dei Flyoyd: il bassista Roger Waters e il batterista Nick Mason i quali hanno risposto ad alcune domande fatte dal presentatore dell’evento.
Nick Mason è da molti anni una sorta di memoria storica dei Pink Floyd, e risponde alle domande con il suo stile pacato, imperturbabile, estremamente “british style“. Al contrario, Roger Waters si produce in un “assolo di parole e di concetti“, uno di quelli che lo hanno reso celebre nel mondo. Roger sembra sempre “arrabbiato con tutto il mondo” e la conferma avviene quando risponde ad una domanda.
“Sì, la mostra è davvero bella, sono orgoglioso di ogni cosa che abbiamo fatto io, Nick, David e anche Syd, ma vi ricordo che questo è il presente, non il 1970. A me alla fine di questa mostra non interessa nemmeno più di tanto, in tutta onestà. Non sono un membro dei Pink Floyd da più di trent’anni, non so se ve lo ricordate. Io sono in tour da anni e lo sarò ancora a lungo, ho un nuovo album che parla delle cose di sempre, (Is This The Life We Really Want?“) perché il mondo fa schifo oggi come allora. Vi chiedo retoricamente se sia questo il mondo che volete. Il mio non è questo. Secondo me questo è un pianeta destinato all’estinzione“.
Immaginate lo sguardo di Mason, il quale non si scompone affatto. Roger Waters continua: “Siamo tutti africani, non dimenticatelo. Tutti quanti. Fino a quando ce ne fotteremo di chi abbiamo accanto sarà sempre tutto molto più terrificante”.
Al di là di tutte le parole e di tutti i concetti espressi dal genio creativo dei Pink Floyd, rimane la netta sensazione (che è quasi una convinzione) che l’ex bassista dei Pink Floyd (lo ha specificato anche nelle sue parole che è fuori da trent’anni) abbia il forte timore di rimanere attaccatto al suo passato, oltre a volere fortemente rivendicare una carriera solista che non vuole essere una imitazione dei Floyd.
In quest’ottica la mostra che aprirà i battenti a Roma è qualcosa di straordinario e diventa autentica opportunità di un viaggio sensoriale in un periodo (glorioso) che non ritornerà mai più.
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