“Nel maggio del 1989 a Tacoma (Washington) la leva del vibrato della mia chitarra mi ha perforato la mano e sono finito in stato di shock. Quando mi hanno portato via su una barella Karen, mia moglie, mi ha chiesto in lacrime “adesso la finirai con tutte queste cazzate spero”.
Queste la parole di Pete Townshend, storico chitarrista degli Who, ricordando alcuni curiosi aneddoti del suo passato in una sua intervista (leggila qui in lingua originale).
“Ad agosto, nel backstage prima di un importante concerto, Elton John non si è presentato al soundcheck ed ha inviato un biglietto in cui diceva che era malato e non poteva partecipare come il Pinball Wizard, ma all’ultimo momento si è presentato, ha sniffato una o due strisce di coca ed ha fatto un concerto incredibile. I nostri ospiti erano Steve Winwood, Patty LaBelle, Phil Collins e Billy Idol. Era un evento di beneficenza”.
Va inoltre ricordato che l’inarrestabile chitarrista ha anche appena composto una nuova canzone per la cantante inglese Elkie Brooks che ha commentato in questo modo l’incontro con Townshend.
“La mia grande amica Susan Da Costa, che è stata l’ultima compagna e manager di Humphrey Lyttelton, conosce molto bene Peter. Hump era un grande amico e, dopo la sua morte, comunicarono molto per e – mail. Susan mi disse che era un grande fan e quindi le dissi di chiedergli di scrivermi una canzone. Lui le disse che mi avrebbe scritto un’Opera perciò ho detto a Susan di non aver bisogno di una dannatissima Opera, solo di una canzone. Così ha fatto ed è fantastica”.
Tornando a Townshend, la scatenata chitarra degli Who ha proseguito con altri interessantissimi aneddoti sulla sua vita da rockstar. “Il 19 maggio del 2005, il mio compleanno, Jerry Hall mi ha regalato uno Yorkshire Terrier Toy che io ho chiamato Wistle ispirandomi a John Entwistle ed al suo cane Scruffy. Due mesi dopo durante il concerto degli Who con i Pink Floyd e Paul McCartney ad Hyde Park per il Live8, ho notato che il contributo degli Who era esplosivo, meglio del Live Aid, ed ero felice di vedere Bob Geldof sorridere soddisfatto a lato”.
“La stampa si è concentrata molto sullo spirito di competizione tra gli Who ed i Pink Floyd, ma dietro le quintel’atmosfera era amichevole. È stato bello vedere Roger Waters tornare a lavorare con David Gilmour ed è stata anche l’ultima volta che ho visto Richard Wright, aveva comprato il mio enorme pianoforte Bosendorfer quando ho chiuso il mio studio anni fa. Ci chiedevamo tutti se i Pink Floyd sarebbero mai tornati assieme con un tour. Ho trovato la loro esibizione perfetta, ma Roger e David non si sono mai completamente riconciliati. La cosa più importante era che si riunissero per l’ultima volta ed io ho avuto il privilegio di essere con loro”.