COWARDS, i marchigiani ripartono con un album catartico che trasuda frustrazione, fascino, psichedelia e disperazione.
Venerdì 7 febbraio 2025 esce God Hates Cowards, secondo lavoro sulla lunga distanza della band post-punk/shoegaze marchigiana Cowards. Anticipato nelle scorse settimane dai singoli I Hate You e 3020, viene pubblicato in digitale e cd deluxe edition a tiratura limitata dall’etichetta Bloody Sound.
Il nuovo album dei Cowards
God Hates Cowards può esser considerato il primo album ufficiale dei marchigiani, testimoniando la ripartenza del gruppo dopo un necessario periodo di riflessione a seguito alla tragica scomparsa del batterista e membro fondatore Peppe Carella avvenuta nel 2021. Il disco è figlio del tempo trascorso per ritrovarsi ed ha un profondo significato catartico: si tira in ballo dio, uno qualsiasi, che odia i codardi e li butta nella tempesta. Loro rispondono.
Le nove tracce
Le nove tracce che compongono il full length, infatti, sono un viaggio attraverso i sentimenti più estremi e oscuri quali ansia, allontanamento, disprezzo e diffidenza, come testimoniano i brani I Hate You, Stay Away e Dystopian City, fino ad avere le allucinazioni in Barefoot Walking In Head e proiettarsi idealmente nel futuro per liberarsi del presente, in 3020. Si fanno i conti con i propri demoni e, dopo essersene momentaneamente affrancati con l’urlo liberatorio di Scream!, ci si sente meno persi nella tempesta in Storm.
Il significato dell’album
Ma il percorso di emancipazione verso la consapevolezza e la pacificazione interiore è complicato. Una sorta di minaccia invisibile striscia latente, rendendo basso, chitarra e batteria completamente asettici e monocorde, alla velocità del respiro.
“Deciding escaping, that sounds fascinating” è sembrata a lungo l’unica soluzione. Ma, nonostante questa codarda via di fuga a portata di mano, alla fine è stato preferito mettere a nudo i propri sentimenti, dolorosamente e senza filtri. Ogni nota di God Hates Cowards è sentita fino a dentro lo stomaco. Consigliato agli amanti di God Machine, Sonic Youth, Pixies, Breeders, Hüsker Dü e Dinosaur Jr.
Il release party
L’album verrà presentato dal vivo al release party di sabato 15 febbraio 2025 al Dong Music Club di Macerata. Qui i Cowards festeggeranno insieme al proprio pubblico l’uscita di God Hates Cowards.
L’album track by track spiegato dai Cowards
1. I Hate You | Un furioso magma ossessivo, che richiama i deliri degli anni ‘90 stile Anfetamine Reptile e simili, contrapposto ai vuoti interiori che ci affliggono nel vortice in cui siamo risucchiati. Dio odia i codardi? Noi pure;
2. Storm | Il malato autocompiacimento della propria condizione di perdita espresso in un mood meno tirato. Post-rock/shoegaze alla Bowery Electric dai suoni densi e dal ritmo dilatato. Mi sono perso, non c’è luce, cammino lento e aspetto;
3. Stay Away | L’incertezza continua imperterrita a regnare dove il basso ansioso e magnetico pompato a mille e gli scricchiolii stridenti della chitarra invitano a stare lontani. Intanto, la batteria spinge inesorabile e ricama ibridi minimali consapevole che spingersi oltre sarebbe come tastare l’armageddon. Il brano descrive un allontanamento che potrebbe sembrare una fuga, ma in realtà è un passo necessario per restare a galla. Anche se è notte, è tutto chiaro;
4. Dystopian City | Da ogni angolo suoni lugubri avvolgono il cammino nei bassifondi, le luci scintillano ma ci sono occhi più pericolosi che guardano dall’ombra. Di chi sono quegli occhi? I tuoi? Una virata verso un trucido post-punk spaesato, in un limbo in cui è improbabile una via di fuga senza avere la consapevolezza di essere scampati all’inferno;
5. Barefoot Walking In Head | Il rifugio mentale come soluzione. Camminare scalzi nella propria psiche significa spogliarsi dei vestiti sporchi, dei pensieri più tristi, dalle insidie degli angoli bui. Allucinazioni di un viaggio interiore;
6. About A Friend | Questo brano sarebbe potuto essere l’opener, d’altronde la nostra tempesta perfetta è stata la perdita di quell’amico. Ma ci vuole tempo a fare i conti con sé stessi. Il brano è un ricordo dei momenti passati insieme, sospeso in un’atmosfera apparentemente serena, anche se profondamente triste, e dal testo lacerante;
7. WTF? | Il suo ritmo supersonico, il testo che delira riguardo organi interni. La stanchezza si sente ma c’è più franchezza, rabbia mista a disinteresse. Prenditi anche il mio stomaco! Ma non ne voglio più sapere niente;
8. 3020 | Il cosmo a un millennio di distanza è l’unico luogo dove trovare una terra promessa, dove poter conquistare un’agognata serenità. Ipnotismi alieni suggeriscono che è ora di guardare la paura dritta in faccia;
9. Scream! | Dream pop psichedelico abbordabile e, inaspettatamente, adorabile. Urla uomo, non tenerti tutto dentro. Spogliati dei vestiti più lacerati e buttati in acqua. È come se arrivasse la sera: c’è distensione e gradita rassegnazione.
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Biografia
I Cowards sono un power trio marchigiano di matrice noise/shoegaze/post-punk formatosi nel 2019 a Recanati (MC) dall’incontro di Luca Piccinini (voce e chitarra), Giulia Tanoni (voce e basso) e Peppe Carella (batteria). Li caratterizza un sound abrasivo figlio degli anni ‘90, con echi dream-pop e grunge che lo rendono profondo e personale.
Il loro percorso di crescita è indelebilmente segnato dalla tragica e prematura scomparsa del batterista Carella nel 2021, che fa piombare i componenti superstiti nello sconforto. Questi, in suo onore, pubblicano per Araghost Records l’album postumo s/t nel 2022, raccolta dei primi brani registrati in formazione originale. Successivamente, vogliosi di dare seguito al loro impeto compositivo, arruolano il nuovo batterista Michele Prosperi, ex Jesus Franco & The Drogas, con il quale sviluppano rapidamente quell’intesa che li porta alla pubblicazione del loro secondo album ufficiale God Hates Cowards nel febbraio 2025 per l’etichetta Bloody Sound.
Già dopo i primi concerti in club e festival locali, il nome Cowards inizia a farsi strada con insistenza nel panorama alternativo nazionale grazie ad un sound si fedele alle radici della band ma ora maggiormente crudo, psichedelico e onirico, come il loro caro immaginario showgaze richiede.