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Buckethead: il chitarrista enigmatico e mascherato

Buckethead

Buckethead, il cui vero nome è Brian Patrick Carroll, nasce il 13 maggio 1969 a Concord, California. Fin da bambino, dimostra un talento straordinario per la musica, iniziando a suonare la chitarra in modo quasi ossessivo.

La passione di Buckethead per lo strumento lo porta a sviluppare una tecnica virtuosistica che, unita a uno stile unico e sperimentale, lo rende uno dei chitarristi più originali e misteriosi della scena musicale moderna. Complessivamente ha pubblicato (o contribuito) 356 album.

Il nome “Buckethead” deriva dal suo look iconico: una maschera bianca senza espressione e un secchio del Kentucky Fried Chicken (KFC) in testa. Questo look bizzarro, insieme al suo silenzio quasi totale durante le interviste e le esibizioni, ha contribuito a creare un’aura di mistero intorno alla sua figura.

«Andai allo specchio e dissi: “Buckethead: questo è Buckethead”. Fu una cosa così.
Da quel momento volli essere sempre così. Mi sembrava che fosse adatto a quello che suonavo.
Suono tutta questa roba strana, ma se il mio aspetto è normale, non funziona.
Ma se divento questo strano mostro, questo apre la porta a infinite possibilità»

La sua carriera inizia negli anni ’80, quando suona in vari progetti locali, ma è negli anni ’90 che Buckethead ottiene visibilità internazionale. Nel 1991, pubblica il suo primo album solista, Bucketheadland, un lavoro sperimentale che mescola chitarra virtuosistica, elementi industriali e atmosfere surreali. Da lì, la sua produzione diventa frenetica: oltre 300 album tra progetti solisti, collaborazioni e colonne sonore.

Tra le sue collaborazioni più celebri, spicca quella con Guns N’ Roses, di cui diventa chitarrista nel 2000 (vi rimane fino al 2004), partecipando alla registrazione dell’album Chinese Democracy. Buckethead lavora anche con artisti come Les Claypool dei Primus, Serj Tankian dei System of a Down e Mike Patton dei Faith No More. Inoltre, collabora con il bassista Bill Laswell e il batterista Brain (ex-Primus) nel supergruppo Praxis, un progetto che esplora i confini tra funk, metal e musica sperimentale.

Attraverso i propri album e il proprio sito, Buckethead ha sviluppato una propria biografia immaginaria e surreale (ricca di riferimenti alla filmografia tokusatsu, a Disney World e al cinema dell’orrore) della quale si conoscono molti più dettagli che della sua vita reale.

Le sue influenze musicali

Buckethead cita una grande varietà di influenze musicali, tra cui Michael Jackson, Parliament-Funkadelic, Shawn Lane, Michael Schenker, Uli Jon Roth, Paul Gilbert, Yngwie Malmsteen, Eddie Hazel, Randy Rhoads, Larry LaLonde, Mike Patton, James Cutri, Louis Johnson, Jimi Hendrix, Jennifer Batten, The Residents, Eddie van Halen e Angus Young, oltre agli artisti con cui ha collaborato nel corso degli anni.

In aggiunta alle proprie influenze musicali, Buckethead cita una serie di personaggi non appartenenti alle scene musicali tra cui i giocatori di basket Michael Jordan, George Gervin, Blake Griffin e LeBron James, l’attore ed esperto di arti marziali Bruce Lee e numerosi telefilm appartenenti alla fantascienza e all’horror.

La tecnica di Buckethead è un mix di velocità, precisione e creatività

È noto per il suo uso del tapping, dello sweep picking e degli effetti sonori, che trasformano la chitarra in uno strumento quasi futuristico. La sua capacità di passare da assoli furiosi a melodie delicate e ipnotiche lo rende un musicista versatile e imprevedibile.

«Chitarrista e bassista incredibilmente abile, mostra una velocità
a una precisione post-Gilbertiana, filtrata attraverso una sensibilità
armonica decisamente eccentrica. Il suo lato psicotronico
e demoniaco è molto, molto lontano dai cliché del rock e del metal classici.
Un vero talento da tenere sott’occhio, anche noto come “Buckethead”»

(Guitar Player)

L’incontro con Ozzy Osbourne

Ozzy lo incontrò e gli propose di entrare nella sua band, a condizione che smettesse di “indossare quel ridicolo secchiello in testa“. Ozzy ritenne che lui non fosse sufficientemente affidabile e cambiò idea.

“Cosa succede se un giorno lui sparisce lasciando una nota che dice:
“mi hanno teletrasportato via?”
Non mi fraintendere, è un grande musicista.»

Oggi, Buckethead continua a produrre musica a ritmi impressionanti, mantenendo intatto il suo fascino enigmatico. Con il suo secchio in testa e la chitarra in mano, rimane un’icona del rock sperimentale, un artista che sfida le convenzioni e isira generazioni di musicisti.

— Onda Musicale

Tags: Ozzy Osbourne, System Of A Down, Guns N' Roses
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