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Dalida: una vita sospesa fra gloria e tragedia e che ha conosciuto l’abisso della sofferenza

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Dalida, nome d’arte di Iolanda Cristina Gigliotti, è stata una delle cantanti più iconiche e amate del XX secolo. Complessivamente ha venduto oltre 140 milioni di dischi in tutto il mondo.

Nata il 17 gennaio 1933 al Cairo (Egitto), da genitori italiani originari di Serrastretta, in Calabria, Dalida ha conquistato il mondo con la sua voce magnetica, il suo carisma e la sua bellezza esotica. La sua vita, però, è stata segnata non solo dal successo straordinario, ma anche da profonde tragedie personali, che l’hanno resa un simbolo di gloria e sofferenza.

Le origini e gli inizi

Dalida nacque in una famiglia di immigrati italiani in Egitto. Suo padre, Pietro Gigliotti, era un violinista al Teatro dell’Opera del Cairo, mentre sua madre, Giuseppina, era una donna forte e protettiva. Cresciuta in un ambiente multiculturale, Dalida parlava fluentemente italiano, francese, arabo e inglese, una caratteristica che le avrebbe permesso di affermarsi su scala internazionale.

Dopo aver vinto il titolo di Miss Egitto nel 1954, Dalida decise di trasferirsi a Parigi per tentare la fortuna nel mondo dello spettacolo. Inizialmente, lavorò come modella e attrice, ma fu la musica a regalarle la fama mondiale. Nel 1956, incise il suo primo successo, “Bambino”, una canzone che divenne un fenomeno in Francia e oltre, vendendo milioni di copie e lanciandola come una stella nascente.

Il successo internazionale

Negli anni ’60 e ’70, Dalida divenne una delle cantanti più famose d’Europa e del mondo. Con una voce potente e versatile, si cimentò in vari generi musicali, dal pop al rock, dal folk alla disco music. Tra i suoi successi più celebri ci sono:

  • “Bambino” (1956) – Il brano che la lanciò nel mondo della musica.
  • “Gondolier” (1957) – Una canzone che celebra le sue origini italiane.
  • “Les enfants du Pirée” (1960) – Un adattamento francese del successo greco “Never on Sunday”.
  • “Paroles, paroles” (1973) – Un duetto con Alain Delon che divenne un classico.
  • “Je suis malade” (1973) – Una ballata drammatica che è considerata uno dei suoi capolavori.
  • “Salma ya salama” (1977) – Una canzone che celebra le sue radici egiziane.

Dalida vendette oltre 170 milioni di dischi in tutto il mondo, diventando una delle artiste più vendute della storia. Ricevette numerosi premi, tra cui un Oscar della canzone francese e un Disco di Diamante per le sue vendite eccezionali.

Gli amori e le tragedie personali

La vita sentimentale di Dalida fu tanto tumultuosa quanto la sua carriera. Ebbe diverse relazioni importanti, molte delle quali finirono in modo tragico, contribuendo alla sua immagine di donna fragile e tormentata.

  1. Luigi Tenco – Nel 1967, Dalida partecipò al Festival di Sanremo insieme al cantautore italiano Luigi Tenco. I due ebbero una breve ma intensa relazione. Dopo l’eliminazione della loro canzone, “Ciao amore, ciao”, Tenco si suicidò, lasciando un biglietto in cui dichiarava il suo amore per Dalida. Questo evento segnò profondamente la cantante, che ne portò il peso per tutta la vita.
  2. Lucien Morisse – Dalida sposò Lucien Morisse, un produttore discografico francese, nel 1961. Il matrimonio finì nel 1965, ma Morisse rimase una figura importante nella sua vita. Anche lui si suicidò nel 1970, un altro colpo devastante per Dalida.
  3. Richard Chanfray (St. Germain) – Negli anni ’70, Dalida ebbe una relazione con Richard Chanfray, un uomo che si dichiarava il Conte di Saint-Germain, un personaggio leggendario del XVIII secolo. La loro relazione fu intensa e controversa, ma finì quando Chanfray si suicidò nel 1983.
  4. Luigi Orlandi – Un altro amore importante fu Luigi Orlandi, un giovane italiano con cui Dalida ebbe una relazione negli anni ’70. Anche Orlandi morì prematuramente, in un incidente stradale.
  5. François Naudy – Si tratta della sua ultima relazione, iniziata alla fine del 1985 con uno sfuggente medico di nome François Naudy, e terminata all’inizio del 1987. Anche quest fu una delusione per Dalida, tanto da aumentare quella depressione che la porterà alla morte nel maggio dello stesso anno.
  6. Nel corso della sua vita ha avuto relazioni con Alain Delon, Jean Sobieski, Christian de la Maziere

Il declino e la morte

Nonostante il successo professionale, la vita personale di Dalida fu segnata da una serie di lutti e delusioni che la portarono a soffrire di depressione. Nel 1987, dopo anni di lotta contro la solitudine e il dolore, Dalida decise di porre fine alla sua vita. Il 3 maggio 1987, fu trovata morta nella sua casa di Parigi, dopo aver ingerito una dose letale di barbiturici. Lasciò un biglietto in cui scriveva: La vita mi è diventata insopportabile… perdonatemi.

Dalida è ricordata non solo come una grande artista, ma anche come un simbolo di forza e fragilità

La sua musica continua a essere amata e ascoltata in tutto il mondo, e la sua storia ha ispirato film, documentari e libri. Nel 2017, è stato inaugurato un museo a Parigi, il “Espace Dalida”, dedicato alla sua vita e alla sua carriera. La sua eredità artistica è immensa: Dalida ha portato la musica francese e italiana su scala globale, diventando un’icona di stile, eleganza e talento. Tuttavia, la sua vita è anche un monito sulle conseguenze della fama e della solitudine, un tema che continua a risuonare nel mondo dello spettacolo.

Dalida rimane, quindi, una figura complessa e affascinante, una donna che ha toccato il cielo con il suo successo ma che ha anche conosciuto l’abisso della sofferenza. La sua storia è un’eterna fonte di ispirazione e riflessione, un tributo alla bellezza e alla tragicità dell’esistenza umana.

— Onda Musicale

Tags: Luigi Tenco/Festival di Sanremo
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